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, 26 Novembre 2021

L’impero norvegese non vuole cadere


Magnus Carlsen vuole difendere ancora il titolo mondiale.

L’attesa è finita e l’adrenalina cresce: il campionato mondiale di scacchi 2021 prenderà il via alle 13:30 ora italiana (sarà Nepo a muovere col bianco nella 1ª partita) a Dubai, come evento di punta dell’Expo 2020, l’esposizione universale che quest’anno si tiene proprio negli Emirati. L’atmosfera che circonda i due protagonisti è elettrica e tutti si interrogano su quante siano le concrete possibilità del russo di porre fine al dominio del norvegese.

La formula

Il campionato del mondo 2021 ci terrà compagnia per oltre due settimane (dal 26 novembre al 16 dicembre) e si giocherà sulla distanza delle 14 partite a cadenza classica, più eventuali spareggi. Rispetto all’ultima edizione del 2018, conclusasi con la vittoria di Carlsen su Caruana proprio agli spareggi dopo ben 12 patte (prima volta nella storia), la FIDE (“Fédération Internationale des Échecs”) ha infatti deciso di aggiungere due match per favorire lo spettacolo e cercare di rendere l’evento più avvincente.

Per lo stesso fine anche il tempo e alcune regole di gioco hanno subito delle modifiche: in ciascuna partita ogni giocatore ha a disposizione 120 minuti per le prime 40 mosse, 60 minuti per le successive 20 e 15 minuti ulteriori dalla 61ª mossa alla fine della partita. L'incremento di 30 secondi per mossa ha inizio soltanto dalla 61ª  ed è inoltre vietata la patta d'accordo prima della 40ª.

È stato poi ridotto il numero di pause: i giorni di riposo saranno infatti 5 invece di 6, uno ogni tre partite.

Ogni vittoria assegna 1 punto, mentre la patta assegna ½ punto ciascuno. Il primo giocatore che giunge a 7½ punti è campione.

In caso di parità dopo la 14ª partita, sono previsti quattro incontri rapid di 25 minuti e 10 secondi di incremento dopo ogni mossa.

In caso di ulteriore pareggio si procederà agli spareggi blitz, con tempo ancora più ridotto. Si tratta, infatti, di due partite che verranno disputate con tempo di 5 minuti e 3 secondi di incremento per ogni mossa. Se necessario il match blitz può essere ripetuto altre 4 volte per un massimo di 5.

Se neanche questa fase di spareggi riuscirà a decretare un vincitore si ricorrerà alla partita armageddon: il bianco avrà a disposizione 5 minuti per vincere; il nero, con 4 minuti sull’orologio, sarà invece dichiarato campione anche in caso di patta.

Ragione contro istinto, armonia contro impulso

Magnus Carlsen è campione in carica dal 2013. Compirà 31 anni martedì prossimo (giorno della 4ª partita) e il suo nome compare più volte nel libro dei record. Grande Maestro all’età di soli 13 anni, è il secondo campione del mondo più giovane della storia dietro Garri Kasparov ed è il giocatore che ha raggiunto il più elevato punteggio ELO mai registrato, a quota 2882. Soprannominato il Mozart degli scacchi per il suo talento precoce e per la naturale disinvoltura con cui si destreggia sulla scacchiera, il norvegese è ormai nel pieno della maturità. Il suo gioco alterna sapientemente fasi di cauto posizionamento strategico ad altre di ferocia tattica, conditi non di rado da brillanti sacrifici.

Ha un repertorio di aperture pressoché illimitato, recentemente arricchito da varianti poco comuni e decisamente aggressive.

L'apertura orango o Sokol'skij (1. b4) è decisamente poco giocata ed è tra le novità che Carlsen ha proposto ultimamente.

Soprattutto è un mago del finale, capace di salvare posizioni praticamente perse o viceversa convertire in vittoria un minimo vantaggio. Ritenuto tra i più grandi giocatori di tutti i tempi (da molti addirittura il più grande), più volte accostato ai grandi del passato come Bobby Fisher o José Capablanca, è praticamente imbattibile sulla lunga distanza. Tra l’agosto 2018 e l’ottobre 2020 è stato consecutivamente imbattuto nelle partite classiche, segnando la più lunga striscia di imbattibilità di sempre, eppure…

Tra i migliori giocatori in attività l’unico a poter vantare un record positivo contro il campione è proprio Ian Nepomniachtchi: il russo è davanti 4 vittorie ad 1 (sono invece 6 le patte). C’è da dire, comunque, che le sue vittorie sono abbastanza datate. La prima risale addirittura al 2002, quando entrambi avevano soli 12 anni. L’ultima in ordine cronologico è invece del 2017, mentre l’unica di Carslen è del 2019. I due incontri più recenti al Norway Chess in settembre, a pochi mesi dall’appuntamento iridato, sono invece terminati in pareggio.

Coetaneo con 31 anni già compiuti, Nepo si è guadagnato la possibilità di sfidare il norvegese trionfando nel Torneo dei Candidati, iniziato nel marzo 2020 e concluso soltanto nell’aprile 2021 a causa del rinvio annuale dovuto alla pandemia di COVID-19. Il russo si è imposto su Grandi Maestri come Fabiano Caruana, Ding Liren e Anish Giri, terminando la competizione al primo posto a quota 8½ punti.

Il riassunto del Torneo dei Candidati che ha permesso a Nepomniachtchi di essere a Dubai.

Attuale numero 5 della classifica mondiale, il russo ha dichiarato più volte di avere come punto di riferimento il gran maestro ed ex campione del mondo Michail Tal’, prediligendo uno stile aggressivo, caratterizzato da calcoli affinati e combinazioni arrembanti. Il suo punto debole è l’incostanza, che in passato lo ha spesso portato a non riuscire a tramutare in vittoria situazioni di netto vantaggio o a perdersi nella ragnatela del gioco posizionale. Da questo punto di vista lo sfidante è comunque migliorato molto negli ultimi mesi, divenendo un giocatore decisamente più paziente. Come affermato da Kasparov è ora “in grado di controllarsi e di non muovere più ad impulso”, capace di attendere il momento giusto per sferrare i suoi attacchi.

Curiosità: ha collaborato più volte con Magnus per aiutarlo nella preparazione delle sfide iridate, in particolare è stato suo secondo per la prima vittoria del 2013 contro l’indiano Viswanathan Anand. A sua volta il norvegese era stato secondo proprio di Anand ai mondiali di Città del Messico 2007, Bonn 2008 e Sofia 2010. Chissà che la storia non possa ripetersi…

Perché Magnus

Dopo il primo successo Magnus Carlsen non si è più fermato, accumulando una serie di trionfi in progressione ed aggiornando costantemente il libro dei record. Contemporaneamente ha difeso con successo il titolo mondiale in 3 occasioni: ha avuto la meglio nuovamente Anand nella rivincita del 2014, quindi ha superato Karjakin nel 2016 e si è confermato su Caruana nel 2018.

L’esperienza del campione in carica è dunque enorme e di sicuro potrà aiutarlo nei momenti più critici.

A beneficio di Magnus concorre anche l’enorme bagaglio di aperture che possiede che può permettergli di mischiare le carte qualora le partite prendano una piega troppo “scolastica”, cosa che potrebbe favorire la realizzazione delle soluzioni offensive preparate dallo sfidante. La padronanza dei finali è chiaramente un altro punto a favore: in partite così tese non di rado si assiste a rapidi scambi di pezzi al fine di eludere le trappole del mediogioco e di approdare così ad un finale più sicuro e lineare. Sarà interessante vedere come il campione ha preparato il centro partita, se sarà intenzionato a subire pazientemente l’offensiva dell’avversario per poi contrattaccare o se preferirà avere il controllo della scacchiera anche a costo di qualche sacrificio.

Quello che è certo è che Carlsen, come già accaduto nelle altre difese del titolo iridato, partirà coi favori del pronostico e, come mostrano i precedenti, questo non sembra affatto pesargli. L’unico interrogativo è sulla tenuta mentale: da questo punto di Carlsen ha mostrato qualche crepa nell’ultimo anno, manifestando apertamente il suo disappunto in occasione di scelte sbagliate.

Carlsen sfoga la sua frustrazione dopo un clamoroso blunder contro Wesley So. Al secondo 0.10 dopo Qc5 Rc6 il norvegese è costretto a scambiare la propria regina con la torre avversaria finendo per perdere la partita (in caso contrario il Nero matta: Qc5 Rc6, Qd4 Rxc1#).

Non è escluso che, data la posta in palio e messo alle strette dall’offensiva dell’avversario, anche una mente robotica come quella di Carslen possa perdere lucidità.

Perché Nepo

Per tutti questi motivi il russo arriva a Dubai praticamente senza nulla da perdere, fattore non di poco conto in un evento di tale portata.

Contrariamente al campione in carica, Nepo affronterà un match mondiale per la prima volta in carriera. Se da un lato la mancanza di esperienza e la scarsa abitudine ad un palcoscenico del genere potranno intimidirlo almeno nelle prime partite, dall’altro ci si aspetta anche che lo sfidante col passare del tempo riesca a trarre vantaggio dalla propria condizione di underdog. Sarà decisivo capire se e quanto riuscirà a gestire la tensione, se riuscirà a trovare il giusto equilibrio tra sfrontatezza e diligenza.

Aperta parentesi: per l’occasione ha addirittura perso 10kg, a testimonianza della dedizione con cui si è avvicinato all’appuntamento più importante della sua carriera. Quello di una buona forma fisica è un aspetto spesso trascurato dai giocatori o dai critici e che invece aiuta non poco a rimanere concentrati e sentirsi a proprio agio per tanto tempo di fronte la scacchiera. Lo stesso Carlsen in passato si è allenato praticando sport alla vigilia del mondiale (https://www.adnkronos.com/il-campione-del-mondo-di-scacchi-magnus-carlsen-si-allena-come-sciatore-di-fondo_63tqHKIcg9keydYnxCah0L) e ha recentemente dichiarato che “ci sono tre aspetti principali nellapreparazione di questa partita: la parte scacchistica pura, l'allenamento fisico e la preparazione mentale”.

Chiusa parentesi; un punto a favore del russo potrebbe essere la nuova formula: la distanza delle 14 partite potrebbe permettergli di assumersi qualche rischio in più, avendo la consapevolezza di poter rimediare ad un eventuale errore durante un torneo così lungo.

Di sicuro sarà fondamentale non lasciarsi intimorire e non venire meno al proprio gioco estroso ed offensivo. Per quanto l’istinto d’attacco possa essere un’arma a doppio taglio, è cruciale continuare ad avere piena fiducia nel proprio gioco e nelle proprie strategie anche nei momenti in cui si troverà inevitabilmente a subire lo status del campione in carica.

La chiave è riuscire ad avere l’iniziativa in maniera sistematica per scardinare le solide certezze del norvegese, senza però lasciarsi trasportare dall’impeto. A differenza del passato, per vincere Nepo deve dimostrare di aver acquisito quel cinismo che si richiede ad un campione del mondo.

Il titolo di campione del mondo di scacchi è chiaramente il sogno di una vita, un obiettivo che tutti i Grandi Maestri inseguono e che in pochissimi hanno la fortuna ed il privilegio di potersi contendere. Ian Nepomniachtchi si è guadagnato questa possibilità e sarà estremamente interessante vedere come proverà a sfruttarla. Se c’è un avversario che può mettere in crisi il campione in carica è proprio lui sia per questioni puramente tattiche che per motivi caratteriali.

Dall’altro lato Magnus Carlsen ha dichiarato di non essere scontento del suo sfidante. A suo dire il Grande Maestro russo, nonostante le sue grandi abilità, ha nella poca concretezza il suo più grande difetto.

Solo il tempo ci dirà se può ritenersi davvero soddisfatto.


  • Classe ‘97, genuinamente salernitano. Sta per completare il proprio percorso di studi e cerca di conciliare la passione per la fisica con quella per lo sport. Prestato prima al basket e poi al calcio, ma da sempre innamorato del tennis. Adora la musica rap, il cinema thriller e soprattutto leggere e raccontare.

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