
- di Lorenzo Tognacci
Considerazioni sparse su Eternals, il nuovo film di Chloe Zhao
L’MCU compie uno step ulteriore nel suo processo evolutivo e costruisce una produzione delicata, che va oltre il semplice “i buoni vincono sempre”, e che risuona al ritmo di “Love will tear us apart, again”.
- “Il Viaggio dell’Eroe” è una struttura narrativa teorizzata da vari studiosi fin dai primi del ‘900 e che riassume, tranquillamente a grandi linee, il 999,99% delle strutture di racconto all’interno di qualunque forma espressiva. Negli anni è stato studiato, sviluppato, sperimentato e costantemente evoluto dagli audaci scrittori alle prese con una narrazione. Come suggerisce il nome il “viaggio” parla di un singolo, di un eroe solo, che è il protagonista del racconto. Negli Eternals di Chloe Zhao la dinamica dell’eroe viene scomposta in una famiglia allargata che, nell’arco delle 2 ore e mezza di film, racconta un film Marvel un po’ più “impegnato”, più costruito dal punto di vista narrativo e che cerca di andare oltre la consueta ricostruzione pop a cui ci ha abituato l’MCU. A differenza degli Avengers in cui il processo evolutivo dei personaggi era proprio di ogni singolo eroe, qui possiamo parlare di un vero e proprio viaggio di gruppo, ed è un viaggio di gruppo sentimentale in cui le emozioni primarie e secondarie dei personaggi sono libere di esprimersi;
- Che questo fosse un Marvel atipico si capiva già dal cast e dalla scelta di mettere Chloe Zhao dietro la macchina da presa, una regista lontana dalla dimensione standard dell’eroico colosso sia per stile che per tenore, il tutto a creare strane aspettative dietro a una famiglia di eroi dotati di poteri che richiamano molto la sponda DC rispetto a quella a cui siamo abituati. Praticamente ci sono tutti i presupposti per tirare fuori una porcata. Ed è quello che molti spettatori/fan hanno intravisto dopo i 156 minuti di pellicola, usciti dalla sala incazzati con critiche base tipo “è troppo lungo”, “la solita menata politically correct” e una lunga lista di commenti arrabbiatissimi e “grrr quanto sono arrabbiato ascoltate tutti la mia sagacia critica”. La verità è che Eternals è un film piacevole, non è un capolavoro come non lo è solitamente un film Marvel, ma è un film con un’anima chiara e specifica, che cerca di allineare la curata naturalezza di Zhao a un film che di naturale non ha proprio niente, e che cerca di dare maggior ambizione alle strutture dell’MCU. La sua colpa è, quindi, quella di essere un film con una punta di novità (e la novità, come sappiamo bene, irrita sempre gli habitué);
- Una delle accuse più ridondanti è, appunto, verso la durata del film: l’epica e inaffrontabile lunghezza di 156 minuti, altresì detti “2 ore e 40 scarse”. Ora io capisco che l’attenzione media si sia abbassata ai 14 secondi delle stories su Instagram e dei Tiktok, ma io quando voglio vedere un film con un minimo di ambizione mi aspetto che duri almeno 2 ore, e sinceramente 2 ore e 40 di girato non mi pesano così tanto. Dall’altra, il quantitativo di informazioni che cercano di essere mossi dentro Eternals è massiccio, ci sono dei momenti più pacati o “noiosi”, è vero, ma appunto non è un film d’azione come è solitamente un Marvel canonico. È un film che lascia spazio all’introspezione dei personaggi e che, inevitabilmente, ha bisogno di qualche minuto in più per veicolare il proprio messaggio. Diciamo che se l'obiettivo era fare un film dai ritmi più alti, cercando di essere altrettanto esaustivi, sarebbero probabilmente serviti 2 film.
- Poi c’è l'accettazione di una regista come Zhao dietro a un film Marvel, una regista fortemente visiva che fa della natura il suo esposimetro personale, a regolare tutta la sua visione in un film di supereroi. Se quindi tra giochini di luce, esseri extraterrestri, occhi laser e spade luminose non c’è così tanta natura, dove va la giovane Chloe a cercare naturalezza? La cerca nelle anime e nelle personalità dei personaggi, singoli caratterizzati e profondi, indipendenti, a costruire un family affair in cui racchiudere tutta l’essenza della pellicola, e introdurre una caratterizzazione dei personaggi più costruita rispetto al classico eroe marveliano. Dico family affair perché in Eternals, alla fine dei conti, tutto quello che serve per costruire il film - mi limito per evitare spoiler - è racchiuso dentro alla famiglia di Eterni. Ed è bello perché l’identità dei personaggi è resa attraverso un avvicendamento reciproco tra le caratteristiche dei superpoteri e le abitudini di vita dei singoli, avvicendamento che dà maggior spessore alla “responsabilità” dell’eroe e che apre a un’evoluzione lungo il film più realistica, meno patinata e prefabbricata;
- Questo è un film interessante, che secondo me va visto, un film che si inserisce in un colosso gigantesco come l’MCU e che rappresenta un punto importante nella sua timeline, sia perché introduce un filone importante come gli Eterni, sia perché introduce un modo di raccontare l’eroe migliore rispetto a quello visto fino a oggi. Ci sono alcune licenze poetiche che stonano ogni tanto, dovute al tempo e al background fumettistico dei personaggi, ma che concediamo volentieri. Da fan, poi, rivedere un film con dello spessore dopo bidoni come Black Widow e Venom (si salva per fortuna Shang Chi) è un sospiro di sollievo che porta belle speranze in ottica futura. Le speranze raddoppiano se la Marvel manda il chiaro messaggio di essere alla ricerca di quell’innovazione che deve caratterizzare tutto il suo mondo dallo schiocco finale di Endgame in poi, e farci dimenticare le lacrime amare versate nel tempo.
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Rimini, 23/09/1994. Laureato in Comunicazione Pubblicitaria allo IED di Milano, freelance e multiforme. All’anagrafe porta il nome di Ayrton e la Formula 1 è appuntamento immancabile del weekend, a cui associa un passato da tennista sgangherato e anni di stadio a Cesena. Incallito e vorticoso consumatore di vinili e di cinema.
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