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, 15 Novembre 2021

Considerazioni sparse post Irlanda del Nord-Italia (0-0)


Siamo rimasti a Wembley.


- L’Italia completa a Belfast il suo percorso di paralisi post Europeo, giocando novanta minuti di nulla assoluto in terra nordirlandese. Siamo condannati di nuovo all’incubo dei play off, quattro anni dopo Italia-Svezia, un trauma che evidentemente tanti ragazzi non sono riusciti a superare nemmeno con un Europeo in bacheca. Appena si è parlato di play off abbiamo perso la testa. Negli ultimi dieci minuti non sembrava nemmeno ci fossero giocatori professionisti in campo, ma solo figure inanimate;

- L’Italia stasera si è guardata allo specchio trovando davanti a sè un’altra persona. Con la mossa dell’attacco dei piccoli Mancini prova a dare segnali di possesso, di pazienza, di tecnica, di dribbling e qualità. Ne emerge solo paura e caos, con un centrocampo da scena muta e un tridente mandato a fare la guerra con le pistole ad acqua, demotivato e imbottogliato nel traffico. L’Italia si anestetizza da sola, i cambi la indeboliscono ulteriormente (perchè far fare gli ultimi 20 minuti ad un Belotti in queste condizioni impresentabili?) ed entra in una casa degli orrori senza via di uscita. In una partita decisiva, non abbiamo di fatto creato una sola occasione di rete. Non ci sono vere giustificazioni possibili. La testa era spenta, rimasta forse ancora a Wembely;

- Abbiamo visto fantasmi ovunque, tanto da farli arrivare davvero. Il rigore sbagliato da Jorginho al novantesimo contro la Svizzera ha tramautizzato il gruppo, convincendolo di aver perso definitivamente il flusso miracoloso estivo che ha portato all’Europeo. Oggi non siamo scesi in campo. Inevitabile dire che le responsabilità sono anche e soprattutto del nostro mister, fantastico nel lavoro di guida spirituale nel percorso verso l’Europeo ma totalmente incapace di tornare ad instillare la scintilla della fame in un gruppo che è arrivato in cima alla montagna troppo più presto del previsto. Svegliati dopo il sogno azzurro (ci abbiamo fatto perfino un documentario) non abbiamo saputo cosa fare della nostra impresa, come fosse troppo per noi;

- Eppure la verità è che è davvero difficile trovare una spiegazione logica a quello che abbiamo visto in questi mesi. L’involuzione improvvisa di tanti singoli (Jorginho e Insigne su tutti) e le numerose assenze non bastano a spiegare un aridume tale, una proposta di gioco tanto inesistente che fa naufragare in pochissimi mesi tutta la nostra eccitazione estiva per una Nazionale dal gioco tanto brillante, internazionale, sfavillante. Non siamo nella testa di atleti professionisti e la verità è che non abbiamo idea di cosa sia davvero successo. Questi mesi di follia, dall’Europeo alla scena muta contro l’Irlanda del Nord ci lasciano solo una certezza. Il calcio si muove velocemente e provare ad ingabbiarlo dentro un movimento (si è parlato di rinascimento in estate) è quasi impossibile;

- Non si puó fare altro che guardare al futuro con la consapevolezza che forse non possiamo essere quelli dell’Europeo ma anche che non siamo certo quelli di stasera. Dobbiamo vincere due partite per andare ai Mondiali. L’Italia di stasera non sarebbe in grado di battere nessuna delle rivali per i play off. Adesso via la paura. Il clima che ci ha accompagnato a Belfast era da marcia funebre e la squadra lo ha subito. Dimentichiamo di essere campioni di Europa. Non carichiamo di aspettative questi ragazzi e sposiamo una nuova realtà senza vergogna. Questa squadra ha già dimostrato di essere straordinariamente emotiva, forse troppo. Serivrà un clima diverso a marzo, da parte di tutti. Forza

  • È nato pochi giorni dopo l’ultima Champions League vinta dalla Juventus. Ama gli sportivi fragili, gli 1-0 e i trequartisti con i calzettini abbassati. Sembra sia laureato in Giurisprudenza.

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