Ragioniamoci Mou
In momenti di difficoltà come quello che sta vivendo la Roma bisogna placare i bollenti spiriti, ragionare a mente fredda e con lucidità. E, soprattutto, non perdere la ragione.
Bisogna rimanere uniti. Davanti ci sono due settimane di sosta per le Nazionali quindi il tempo per ricompattare l'ambiente non manca di certo. Lucidi, calmi, razionali. Cosa sta funzionando nella Roma? E all'opposto, qual è la causa dei blackout che in queste settimane stanno affliggendo la Roma di Mourinho?
Penna alla mano, disegniamo la classica tabella che si faceva sui quaderni a quadretti. Innanzitutto chiudiamo subito il discorso arbitri. Continuare ad aggiungere qualcosa sul loro operato è un'offesa all'intelletto. Le loro decisioni senza senso, l'applicazione estremamente soggettiva e confusa del regolamento, complesso/conflitto da psicanalisi col Var, il livello qualitativo infimo della classe arbitrale in toto, stanno gradualmente danneggiando il campionato. E gli episodi - perché udite udite il calcio è fatto di episodi - hanno fino ad oggi penalizzato la Roma, è chiaro come la luce del sole. Ma non è questa la miglior sede per affrontare l'argomento. Passiamo oltre.
Risulta lampante che da inizio stagione, Mourinho abbia scelto un gruppo di fedelissimi, calciatori a cui per propria volontà o per esigenze varie, non rinuncia quasi mai. In ordine Rui Patricio, Mancini, Ibanez, Karsdorp, Viña. A seguire Cristante, Mkhitaryan, Pellegrini, Veretout. Ultimi non per importanza Zaniolo e Abraham. Gli undici titolari, quelli della formazione tipo ripetuti a memoria praticamente da agosto. Considerate poi lo stato di forma attuale dell'armeno e gli alti e bassi delle prestazioni dell'uruguaiano.
Un telaio solido, bene definito. Questa Roma, se approcciasse la partita con concentrazione, se concretizzasse le occasioni create potrebbe - o meglio può - lottare e competere per il quarto posto. Troppi 'se' nell'elenco però.
Ma concentriamoci sulla partita contro i lagunari allo Stadio Pier Luigi Penzo di Venezia. Forse per la prima volta, la Roma ha utilizzato Abraham come si deve. Un attaccante simile deve essere messo al centro del gioco offensivo, sempre cercato, con la palla sui piedi. Si sono seduti in panchina Mkhitaryan e Zaniolo, e l'inglese ha giocato dall'inizio con a fianco un'altra punta che partiva quasi sulla stessa linea. Ovverosia Shomurodov. Nello stesso ruolo possono giocare i due sopracitati o Borja Majoral. Il modulo quindi è presto fatto: un 4-4-2 semplice che a sinistra puoi completare con El Shaarawy, oppure un 4-3-1-2 che può prevedere Pellegrini in rifinitura o arretrato a fare gioco nella parte mediana del campo.
Abraham nei primi 60 minuti di Venezia-Roma ha segnato, si è procurato un rigore (poi tolto per fuorigioco di Pellegrini), ha partecipato in modo attivo al gol del pareggio, centrato il solito palo e sfiorato l'incrocio dal limite dell'area. Pericolo costante, bene assistito, una sofferenza per i difensori. Era anche ora. La squadra funziona abbastanza bene e sa reagire allo svantaggio. Non si affloscia, non si deprime e non si abbatte. Pellegrini è sempre nel vivo dell'azione, si assume le proprie responsabilità. Fa il capitano. Nonostante ci siano dei momenti in cui la luce si spegne, delle perdite temporanee di ragione la Roma è squadra ed è più che dignitosa, e a parte le prime tre in classifica può contendere il famigerato quarto posto Champions ad Atalanta, Lazio e all'attuale, sottolineo attuale, Juventus. Squadre in cui non è tutto oro quel che luccica.
Adesso però arrivano gli aspetti che preoccupano, che fanno rabbrividire. La rosa ha dei problemi e delle lacune evidenti, lo dice l'allenatore un giorno si e anche quello dopo. Mourinho, per sua stessa ammissione, dichiara che il primo quarto di stagione lo ha aiutato a capire meglio non il progetto che ha sposato, quello lo conosce bene, ma le potenzialità dei suoi calciatori, i suoi ragazzi. La Roma entra in conflitto con le amnesie che la obbligano spesso a rincorrere. Cos'è successo nei primi venti minuti del derby? Nel secondo tempo contro il neonato Verona di Tudor? Perché contro il Venezia, nemmeno il tempo di insultare Dazn per la prima interruzione, ha incassato un gol che se lo prendi durante una partita tra amici imprechi finché non sei sotto la doccia e forse nemmeno ceni? Perché i giallorossi regalano, talvolta, gol assolutamente evitabili agli avversari?
L'avversario può anche farti male, gli altri contendenti esistono e, chi più chi meno, hanno qualità già note, ma la Roma tende a concedersi con troppa facilità, obbligandosi alla rincorsa in salita che non è mai facile. Ci si augura che la fase offensiva contro il Venezia non rimanga un caso isolato. Ma serve più rabbia, servono gli occhi da killer quando, in vantaggio, si tira in porta per chiudere il match (citofonare Carles Perez). Tutta la squadra DEVE continuare ad assistere Abraham. Aspettiamo un miracoloso recupero di condizione per Mkhitaryan e una maggiore spensieratezza e serenità di Zaniolo ogni volta che pensa di avvicinarsi in area per provare la conclusione.
Sarebbe troppo chiedere che gli esterni, Karsdorp e Viña migliorino la qualità e la precisione dei cross? Perché è vero che vengono serviti spesso e sono anche abili a smarcarsi; tuttavia ancora più spesso regalano palla all'avversario, centrandolo in pieno sui glutei ad ogni tentativo di lancio. Bisogna ritrovare e-qui-li-brio. Si può sperare che un giocatore come Veretout possa spezzare con i denti la catena che ormai da più di un mese lo vede ancorato, affondato nella metà campo della Roma senza incursioni pericolose? Lento, sempre un tocco di troppo, come se dovesse prima pensare al suo movimento e poi eseguirlo.
Preghiamo. Insomma, la rosa andrà modificata a gennaio ma guai a illudersi che possa essere un mercato da re. Gli arbitri potrebbero aver sottratto punti d'oro alla Roma, gli errori della squadra e di Mourinho ci sono, ma non è assolutamente tutto da buttare. Il quarto posto dista soli tre punti, si compete con squadre che non sembrano proprio delle corazzate, la zona Champions non è una mito irraggiungibile.
Come? Senza calcio per due settimane ci sarà uno scontato tiro mediatico a Mourinho? Poco male: il personaggio in questione non è nato certo ieri e ha ampiamente dimostrato di sapere tenere testa a chiunque, in ogni contesto. Anche a chi afferma che è finito, bollito, ai geni del pensiero contemporaneo, che godono nell'affermare che non si aggiorna dai tempi del triplete e a chi gli avrebbe preferito presunti scienziati della panchina. Ai blocchi di partenza, meglio presentarsi con Mourinho che con altri. Poi tutto dipende dai risultati è ovvio ma almeno proviamo ad eliminare questi problemi.
Passo dopo passo. Pensiamoci insieme, ragioniamoci su. Anzi, ragioniamoci Mou.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.