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, , 4 Novembre 2021

Considerazioni sparse post Legia Varsavia-Napoli (1-4)


Il Napoli incontra qualche difficoltà in più del previsto contro la capolista del girone, ma alla fine riesce a concretizzare la sua superiorità e a sostituirsi proprio ai polacchi in vetta. In attesa della risposta del Leicester di stasera.


- Napoli incerottato, con giusto quindici uomini di movimento a disposizione fra campo e panchina causa infortuni e squalifiche, che però non subisce praticamente mai i padroni di casa: il pallone è sempre fra i piedi degli azzurri, cui mancano precisione e un pizzico di fortuna;

- Fortuna che aiuta i padroni di casa: dopo soli dieci minuti Emreli trova la rete dopo una bella azione di Mladenovic sulla fascia. I polacchi però creano poco altro, mettendosi alle corde e cercando di contenere gli avversari;

- Nel secondo tempo la resistenza dei polacchi viene piegata, pur se grazie a due calci di rigore: i due tiri dagli undici metri agevolano gli azzurri, ma sono il premio meritato per una squadra dimostratasi sempre superiore. A mente libera dall'ossessione del risultato i partenopei dilagano e danno spettacolo: le marcature di Lozano e Ounas valgono da sole il prezzo del biglietto;

- Occhi tutti per la panchina del Napoli: non solo i soliti Politano e Mertens, che di "riserve" hanno ben poco, ma oggi il Napoli scopre di poter contare anche su molte altre carte. Petagna lavora generosamente per tutta la squadra, Ounas crea un gioiello di pregevole fattura, Lobotka e Zanoli lanciano la loro candidatura forte per entrare nelle rotazioni;

- 7 punti dopo 4 partite: dopo un'improvvisa frenata contro lo Spartak il Napoli vuole far sua anche l'Europa League, non mollando un centimetro contro nessuno e facendo accumulare minuti preziosi anche alle alternative. Un giovedì polacco che dona certezze ed entusiasmo alla banda di Spalletti, sempre più consapevole dei propri mezzi.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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