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, 3 Novembre 2021

Considerazioni sparse post Sheriff Tiraspol-Inter (1-3)


In terra moldava l’Inter si scopre matura e afferra il secondo posto nel girone.


- In terra moldava l'Inter si gioca moltissime delle proprie possibilità relativamente alla campagna Europea. Lo Sheriff si presenta con il solito spartito fatto di corsa e giocate di rimessa. La partita si rivela più tattica del previsto, soprattutto nella sua fase centrale ma un'Inter matura e riflessiva la risolve con i propri uomini simbolo portando a casa, oltre ai tre punti, convinzioni importantissime sia per il proseguimento del cammino europeo, sia per lo snodo importante di domenica contro il Milan;

- Alla vigilia, stampa e tifosi si aspettavano la zampata di Dzeko o Lautaro Martinez e invece Inzaghi mette in campo una squadra più riflessiva e conscia dei propri mezzi e la vince grazie alle geometrie del proprio cervello, il sempre più indispensabile Brozovic. Oltre al croato brillano Skriniar, leader difensivo e da quest'anno fattore anche in fase offensiva e grazie alla perla conclusiva di un Sanchez rimotivato. L'Inter non si risparmia ma gioca una gara ragionata, dettando i tempi e gestendo le energie. Al netto della vittoria, questa indicazione di maturità è forse la nota più lieta per Inzaghi e per i suoi;

- Sheriff che può poco: prova a instradare la gara sui binari a lei più congeniali, quelli della rimessa e del contropiede. Per sfortuna dei moldavi l'Inter non insegue il gioco degli avversari ma prosegue con le proprie geometrie. Il goal della bandiera è il giusto premio a una compagine che a tratti ha saputo mettere in difficoltà sia l'Inter che il Real Madrid. A certi livelli però il tasso qualitativo è troppo importante rispetto a foga e quantità;

- E' già da qualche partita che Inzaghi, così come Conte l'anno scorso, pare essere sceso a più miti consigli rispetto all'anima della squadra che allena. Troppo offensivo e garibaldino all'inizio del campionato adesso il tecnico piacentino si è avvenuto presentando formazioni che seppure continuano a offrire dai due goal in su a incontro, offrono una migliore e più proficua copertura in fase di non possesso. Nel percorso per diventare un grande allenatore, se questa intuizione verrà confermata, Inzaghi ha aggiunto un mattoncino molto pesante;

- Che giocatore è Marcelo Brozovic? Alla voce "crescita costante" esce una galleria delle sue migliori foto. Una media corsa di 13 km a partita, idee chiare nella testa e nelle gambe dal primo al novantesimo. Punto di riferimento per l'allenatore e per i compagni. Al di là della fede, difficile trovare in Europa un mediamo/regista che garantisca lo stesso dinamismo e qualità. Marcelo deve e può garantire un apporto in fase di goal e assist superiore ma il lavoro sporco con cui permette ad altri di mettersi in evidenza val bene un rinnovo a cifre comunque inferiori rispetto a quelle che entrerebbero in gioco qualora si valutasse un sostituto. Marcelo Brozovic è degno pilastro di un'Inter in crescita e in maturazione costante.

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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