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, 31 Ottobre 2021

Considerazioni sparse post Roma-Milan (1-2)


Il Milan in A è una corazzata, mentre la Roma continua ad affondare nei big match.


- 10 vittorie e 1 pari nelle prime 11 gare, con 31 punti sui 33 disponibili conquistati. Già questo score lascia intuire che tipo di stagione stiano facendo Napoli e Milan, in un campionato tutt'altro che semplice dove le avversarie devono ancora ingranare (Inter) o rischiano di inabissarsi in stile Titanic (Juventus). I rossoneri non danno sempre quell'impressione di strapotere calcistico dei partenopei, ma anche oggi centrano i 3 punti (con annessa sofferenza nella ripresa), per giunta sul campo dove proprio i rivali si erano arenati sette giorni fa;

- La Roma parte bene nei primissimi minuti ma, complice il grande pressing degli avversari, decide ben presto di aspettare bassa per provare a sfruttare gli spazi che si aprono nelle ripartenze. Il Milan rischia, attacca con tanti uomini e la scelta paga i suoi dividendi portando a un primo tempo di dominio, anche se a stappare il match è una punizione di Ibra. I rossoneri confermano di essere una squadra durissima da affrontare: giocano a ritmi elevatissimi; possono rendersi pericolosi in fase di riaggressione, così come su azione manovrata; possono risalire il campo passando per il centro (con Bennacer e i centrali) per i terzini (con Theo a fare da regista occulto) o con un lancio su Ibra. L'enorme lavoro che ha fatto Pioli nel rendere questa squadra una realtà solida e capace di giocare un calcio evoluto è sotto gli occhi di tutti, ma anche stasera i cambi hanno destato qualche perplessità. Così come contro l'Atletico, l'assetto ultra-difensivo per gestire l'inferiorità numerica ha portato alla scomparsa in campo della squadra rossonera, con la Roma che ha sfiorato sul gong finale il colpo per strappare il pari;

- Nel 1958 Tomasi di Lampedusa scriveva nel celeberrimo Gattopardo "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". Una constatazione amara che sintetizza alla perfezione quelli che fin qui sono i risultati del passaggio da Fonseca a Mourinho. Non solo perché la Roma soffriva terribilmente i big match e la situazione è rimasta immutata (fin qui lo score dice 2 pareggi e 2 sconfitte), ma anche considerando che nella ripresa si è tornati anche tatticamente alla Roma dello scorso anno, con Cristante a guidare la difesa a 3. C'è anche un'aggravante: quest'anno l'unico calciatore visibilmente migliorato è Pellegrini, mentre ce ne sono parecchi (in primis gli "esiliati", ormai stabilmente in tribuna) che si stanno svalutando giorno dopo giorno;

- Se ci potevano essere dei dubbi, ora che i rossoneri hanno imparato a giocare senza di lui, sull'apporto che poteva portare Zlatan Ibrahimovic di anni 40, la partita di oggi li ha decisamente dissipati. Seconda da titolare per lui quest'anno, condita da gol (1 ogni 62' in campo in stagione), rigore procurato e una continua capacità di manipolare a suo piacimento la difesa posizionale della Roma. La palma del migliore se la divide con Simon Kjaer, che curiosamente 10 anni fa disputò proprio a Roma una stagione sciagurata, mentre oggi ha messo in tasca Tammy Abraham e costellato la sua partita di chiusure provvidenziali e letture difensive ai limiti della perfezione. Grande prova anche Rafael Leao, mentre Theo soffre il duello tra Frecciarossa con Zaniolo e saluta dopo 70' con una doppia ammonizione che gli costerà il derby;

- Nella Roma Cristante e Veretout provano a tappare le falle dovute alla grande densità di giocatori che i rossoneri portano nella trequarti offensiva, ma si trovano troppo spesso a dover spazzare la neve con una paletta da spiaggia. Abraham e Mikitharyan spariscono nelle maglie del match senza opporre resistenza alcuna, mentre Pellegrini e Zaniolo ci provano fino all'ultimo, guidando l'assalto finale che per poco non frutta 1 punto. Afena Gyan, classe 2003, stavolta entra subito dopo l'intervallo, ma è troppo chiedergli di cambiare l'incontro. Nel complesso, ai giallorossi non si può imputare molto dal punto di vista dell'atteggiamento, ma l'atavica difficoltà nella squadra nel trovare soluzioni alternative alle giocate individuali rischia di diventare un fattore determinante. Merita inoltre qualche riflessione il fatto che il team con il terzo monte ingaggi della Serie A non sia in grado di vincere contro nessuna delle prime 6 da un anno e mezzo.

  • Giornalista classe 90', da sempre innamorato della radio, ho diretto per 3 anni RadioLuiss e collaborato con varie emittenti in qualità di conduttore. Attualmente mi occupo di comunicazione d'impresa e rapporti istituzionali. Pallavolista da una vita, calciofilo per amore, appassionato di politica e linguaggi radiotelevisivi, nella mia camera convivono i poster di Angela Merkel, Karch Kiraly e Luciano Spalletti.

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