Considerazioni sparse post Atalanta-Lazio (2-2)
Il noto boemo suole dire "il risultato è casuale, la prestazione no" e il risultato di oggi è stretto per la Lazio in una partita veramente brillante.
- Se l'Atalanta è gasperiniana a tutti gli effetti, la Lazio sta divenendo finalmente sarrista. L'Atalanta, che Pep ha definito come "andare dal dentista", soffre maledettamente per 75' la compattezza biancoceleste e riesce a recuperare la partita in entrambi i tempi solo nel finale e solo grazie a due sbavature difensive. Unicamente nei primi quindici minuti del primo tempo riesce ad essere la Dea che negli ultimi anni fa benissimo in Italia ed in Europa. Prese le giuste misure la Lazio di Sarri (perché sì, ora si può dire con forza, è la Lazio di Sarri) prende il campo e non permette all'Atalanta di giocare;
- Spazi strettissimi in tutta la partita ma finalmente il centrocampo biancoceleste gioca veloce, di prima, senza pensarci o senza timori. All'inizio qualche errore in impostazione non permetteva la velocità di manovra ma, aggiustata la mira, la Lazio fa sudare il pallone e i giocatori nerazzurri. Il gol di Zapata allo scadere del primo tempo è stato momento topico: di lì ci si attendeva la reazione tanto invocata da Sarri. Soprattutto psicologica. Così è stato. La Lazio nel secondo tempo raddoppia, corre, copre ed attacca. Riuscire a Bergamo a far tirare solo tre volte in porta l'Atalanta è chiaro sintomo di crescita: inevitabile, tanto attesa e finalmente in arrivo;
- Il pressing della Lazio è stato di squadra. I movimenti difensivi e senza palla precisi e puntuali. Ripartenze letali e precisione sotto porta. Finalmente il sarrismo? Non ancora, ma l'impronta del toscano è chiara, limpida. L'inzaghismo è finalmente alle spalle. Non senza scorie, come si è visto nelle precedenti trasferte "abbordabili". Senza quelle sbavature sui finali di due tempi si potrebbe parlare di vittoria altisonante. Ma va bene così. La rivoluzione deve istituzionalizzarsi, entrare nelle menti e nei corpi. Halma;
- C'è un calciatore che sta emergendo con prepotenza: Cataldi. Preciso, verticale, gioca di prima. Copre e fa ripartire. Si direbbe "cuce" il gioco. Crescita esponenziale in un ruolo chiave per la filosofia sarrista. Ci si attende continuità ma ci sarà. L'imporsi di Cataldi non fa brillare solo lui, ma anche Luis Alberto e Milinkovic. Permette a Pedro di stare più alto e muoversi in verticale, ispira Immobile quando Alberto è impegnato a coprire. Proprio questi due ultimi fanno una prestazione sontuosa. Pedro segna, corre, ispira, illumina. Luis Alberto è applicato, lucido, brillante. La difesa regge ma non troppo. Anderson sembra non il solito ma copre e si sacrifica in maniera intelligente. Immobile diventa il miglior centravanti della Storia Biancoceleste spurando un certo Silvio Piola: fenomeno;
- L'Atalanta è tanto Zapata con il suo strapotere fisico che permette alla Dea di uscire dal pressing biancoceleste. Ilicic è in partita ed è un costante pericolo con le sue giocate felpate. Zappacosta dura un tempo, ma pare comunque un altro rispetto a quello delle ultime stagioni. Rinato. De Roon sbaglia e aggiusta ma è costretto in un ruolo non suo. Musso salva spesso dalla debacle i nerazzurri.
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