Un altro modello di Fútbol è possibile: il caso Bayern Monaco
Il calcio può essere davvero dei tifosi? Il caso Bayern Monaco.
"Non c’è luogo al mondo in cui l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio"
Albert Camus
Tema fondamentale di questo calcio moderno riguarda la centralità dei tifosi. Sir Matt Busby, legendario allenatore del Manchester United, ebbe a dire che "Football without fans is nothing". Dato incontrovertibile se si pensa alla recente chiusura totale degli impianti dovuta alla pandemia virale ed a come ha trasformato catini di passione in contenitori scevri e finti.
Lo horror vacui, però, non pare aver sortito l'effetto sperato sulle federazioni nazionali ed internazionali. Non è stata colta questa crisi per rimodellare il Gioco. Anzi. L'attrattiva del vil denaro pare essere divenuta ancora più forte come dimostrano i prezzi sempre più alti dei biglietti, la mai sopita SuperLega, la proposta di un Mondiale ogni due anni etc. Insomma, proposte bislacche in quantitativi industriali ma non una che abbia messo in discussione questo modello di Calcio.
Un esempio virtuoso c'è, però. E ci si dovrebbe ispirare: la Bundesliga.
Modello Tedesco
In Germania, nel 1998, è stata introdotta la regola del 50+1. Essa prevede l'obbligo che la maggioranza delle azioni sia in mano ai tifosi e garantisce che nessun investitore privato individuale possa detenere il pacchetto di maggioranza: il club appartiene ai tifosi. Per legge.
Le Eingetragener Verein, i centri di imputazione giuridica, sono associazioni di interesse collettivo con finalità di pubblica utilità. Nella sola Bundesliga se ne contano 15 su 18 che controllano i rispettivi club grazie alla regola del ‘50%+1’. Ne sono escluse per tradizione storica Bayer Leverkusen, il VFL Wolfsburg, in entrambi i casi, i club sono al 100% controllati da gruppi industriali e Hannover 96.
La regola è assorbita e inglobata negli statuti della DBF e della DFL e rappresenta, come è evidente, la migliore forma di coinvolgimento dei tifosi. Essa, infatti, garantisce rappresentatività attraverso la possibilità di eleggere i membri del consiglio di amministrazione dei rispettivi club, la possibilità di organizzazione di progetti comunitari e l’opportunità per un coinvolgimento significativo in ogni aspetto del club.
Il Caso Bayern Monaco
Nello specifico, ed è caso che ci riguarda da vicino visti gli sviluppi più recenti, il Bayern Monaco è di proprietà di Audi, di Adidas, di Allianz e dei suoi tifosi.
FC Bayern München e.V (Eingetragener Verein) è un’associazione di tifosi fondata nel 1900 e controlla la polisportiva del Bayern Monaco. Nel 2002, per decisione dell’assemblea, è stata creata una divisione indipendente che comprende il solo club di calcio denominata FC Bayern München AG partecipata, come accennato in precedenza per l’ 81,8% dall’ associazione FC Bayern München e.V e per le restanti quote da Adidas 9,1%(sponsor tecnico) e AUDI AG 9,1 %.
L'associazione è stata la prima associazione di tifosi che ha superato i 200.000 associati in Germania.
Come è facile immaginarsi, il tifoso a Monaco di Baviera ha un peso specifico importante. E la sponsorizzazione con la Qatar Airways ha sin da subito generato asprissime critiche nella pancia del club bavarese.
Dal 2011, infatti, il Club ha stipulato una partnership importante economicamente con l’emirato. Partendo dal camp di allenamento annuale (il noto ritiro invernale che è più volta a battere cassa che ad una vera utilità fisico-sportiva) nel corso della pausa invernale della Bundesliga, il rapporto si è evoluto sino ad arrivare all’apposizione della patch sulle maniche della maglia di alcuni sponsor qatarioti: Aeroporto Internazionale di Hamad e poi Qatar Airways. Una tale sinergia, sebbene molto gradita alla voce introiti, non è mai piaciuta all’ambiente del Bayern. Un esempio su tutti: nel Febbraio 2020, poco prima che scoppiasse il pandemonio virale, un tifoso venne bandito dall'Allianz, vita natural durante, dopo aver esposto una pezza contro le partite del lunedì. Circostanza, invero, molto strana. Scavando, però, più a fondo nella vicenda parrebbe che il provvedimento nascerebbe dal fatto che quello stesso fan avrebbe organizzato un incontro sul rapporto tra il Bayern e alcune istituzioni qatariote. Andreas Hüttl, avvocato del tifoso, ha riferito: "Quel giorno, 25 persone hanno tenuto il poster e il mio cliente è stato l'unico scelto", ha detto Hüttl a SPIEGEL, "il che incoraggia l'ipotesi che abbia qualcosa a che fare con le sue critiche alle relazioni del club con il Qatar". In risposta a una richiesta di SPIEGEL, "l'FC Bayern non può commentare al momento, poiché il procedimento non è stato ancora concluso".
Regina Spöttl di Amnesty International, sulle colonne del Der SPIEGEL ci dice: “La situazione generale dei diritti umani in Qatar lascia ancora molto a desiderare. Le autorità hanno recentemente inasprito le restrizioni al diritto alla libertà di espressione. Le donne hanno continuato a essere svantaggiate davanti alla legge e nella vita quotidiana, in particolare nel diritto di famiglia. Inoltre, i lavoratori migranti che lavorano nelle famiglie sono ancora sfruttati, vessati e vessati. Dopo una pausa di 20 anni, le esecuzioni hanno avuto luogo di nuovo". Nulla di nuovo sotto il sole, usando un tocco di black humor britannico.
Il Bayern ha sempre ricevuto asprissime critiche in tema. In pieno pre-Covid la Shickeria, cuore pulsante biancorosso della Sud bavarese e nota per le sue sempre chiarissime posizione antifasciste, antisessiste ed antirazziste, era solita esporre striscioni sull'argomento.
Der SPIEGEL ha intervistato al telefono un tifoso critico che si è detto "molto infastidito da anni dal fatto che il club si posizioni da un lato per la diversità e la tolleranza, per un'atmosfera colorata e contro il razzismo, ma d'altro lato, fa affari con uno Stato in cui i diritti di Libertà conterebbero poco". Il tifoso, proprio in virtù di quanto accaduto al suo compagno di tifo, non ha voluto rivelare la sua identità al quotidiano tedesco. E ciò fa capire che partita si stia giocando.
L'FC Bayern, con blandi comunicati, ha provato a controbattere (come tutto il mainstream calcistico sta facendo dopo l'inchiesta del The Guardian di qualche tempo fa) alle critiche dei tifosi affermando, per bocca di Karl-Heinz Rummenigge: "Da quando il Bayern Monaco è partner del Qatar, c'è stato uno sviluppo positivo dimostrabile in termini di diritti umani e del lavoro". O ancora: "l'FC Bayern ha affermato fin dall'inizio che vorrebbe anche avere un dialogo con i suoi partner su questioni come i valori sociali. Tali conversazioni non avvengono sulla scena pubblica, ma in un clima confidenziale, in cui si tratta di apertura e - anche se ci sono opinioni diverse - di rispetto reciproco".
Il club, in questo ultimo comunicato citato, fa riferimento a uno scambio avuto con l'ambasciata tedesca a Doha e Amnesty International e il responsabile dell'ufficio dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO). Peccato che questo ultimo è cofinanziato anche dal Qatar.
Nulla, però, si sa più nulla sul contenuto o sui risultati di queste discussioni.
Ma la vicenda ha anche chiare ripercussioni sulla politica locale. Il sindaco Dieter Reiter ha risposto a una richiesta collettiva di dieci consiglieri comunali in merito alla partnership con l'emirato. Reiter, facente parte del consiglio consultivo amministrativo dell'FC Bayern München eV, ha dichiarato: "Inutile dire che il club si sente impegnato per questi diritti".
Nonostante questo polverone, pacta sunt servanda e il contratto con Qatar Airways dura fino al 2023..
Ma la battaglia non è finita. Anzi.
Stando alla ARD (tv tedesca), il comitato esecutivo del Bayern ha respinto una mozione presentata da un membro per aggiungere alla costituzione del club una frase che avrebbe richiesto al club di impegnarsi nei principi dei diritti umani delle Nazioni Unite. Questa mozione, presentata l'11 ottobre scorso, fa perno sulla responsabilità sociale del club e della sua funzione quale modello. La clausola recitava così: "Il club si impegna a difendere i diritti umani in conformità con i Principi guida delle Nazioni Unite su affari e diritti umani e si impegna a proteggere questi diritti".
Il comitato esecutivo ha deciso di non accogliere la mozione per cavilli burocratici perchè esso "non rientra né nella categoria di stato né in quella di impresa commerciale nel senso di questi principi guida".
In risposta al rifiuto della mozione, il gruppo di tifosi del Bayern Monaco, il Monaco's Red Pride, che in passato ha protestato contro la leadership del club, ha affermato: "Dovrebbe essere evidente che il Bayern Monaco, in quanto importante club di punta, dovrebbe riconoscere in modo chiaro e inequivocabile i diritti umani. Sfortunatamente, l'impegno del club con il Qatar mostra che è vero il contrario".
"Le gravi violazioni dei diritti umani e dei lavoratori che sono state documentate lì dovrebbero essere condannate dal club, forte e chiaro. Invece, si tratta di: intasca i soldi e taci"
La protesta infiamma ancora l'Allianz: è stata recentemente esposta una coreografia, durante una partita contro lo Stoccarda, che raffigurava il presidente Uli Hoeness e Karl-Heinz Rummenigge che parlavano di "condizioni di allenamento fantastiche" in Qatar, mentre i lavoratori venivano frustati sullo sfondo.
I cavilli burocratici non fermeranno la protesta bavarese, specie con l'avvicinarsi dell'incriminato mondiale qatariota e, con ottime probabilità, nei prossimi mesi assisteremo ad uno scontro frontale ancora più duro. La domanda, quindi, è: il modello tedesco di proprietà dei tifosi riuscirà a tenere testa ai dollari qatarioti? Più in generale: il Gioco è ormai davvero così dipendente dal denaro, qualunque sia la sua provenienza?
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