Considerazioni sparse post Napoli-Bologna (3-0)
Fabian Ruiz e doppio Insigne dal dischetto: gli azzurri tornano ad affiancare il Milan in vetta. Un'altra prova di maturità per la banda Spalletti.
- Il Napoli festeggia il nono successo in dieci partite di campionato e fa nuovamente compagnia al Milan in testa alla classifica. Senza incantare, ma con una padronanza e una solidità da far invidia anche agli squadroni più blasonati, i partenopei dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, di non essere lassù per caso. A Fabian Ruiz e al suo mancino fatato il merito di aprire le danze mentre con una doppia trasformazione dagli undici metri Insigne "aggiusta" la sua statistica stagionale sui calci di rigore (ora siamo a 4 marcature su 7 tentativi). Se il Napoli di Sarri era la Grande Bellezza, quello di Spalletti rappresenta la Grande Robustezza. Domenica prossima sarà derby con la Salernitana mentre i rivali del Milan faranno visita alla Roma di Mourinho, a -9 dalla vetta (l'Inter terza è a -7). Una cosa sembra certa: la formazione azzurra lotterà per lo scudetto fino alla fine. Non era affatto scontato, ad inizio stagione, e col mercato risicato (almeno in termini di quantità) condotto da Giuntoli;
- Checchè se ne dica su rosa profonda e riserve di lusso, Spalletti ha dimostrato di aver ormai scelto i suoi titolarissimi: in pratica, l'undici visto in campo all'Olimpico, per restare alla cronaca più recente. Contro il Bologna il mister (squalificato e sostituito in panchina dallo storico vice Domenichini, con lui dal 1997) ha optato per due soli cambi, ovvero Lozano ed Elmas per Politano e lo spento Zielinski di quest'anno. Il messicano e il macedone hanno fornito tutto sommato buone risposte: all'ex PSV il merito di aver avviato l'azione del primo gol mentre il classe 1999, che non ha nelle sue corde giocate risolutive (non è un trequartista puro, per farla breve), ha sfoggiato il solito impegno e si è fatto trovare quasi sempre pronto nel ricevere palla e smistarla con rapidità;
- Ormai possiamo parlare di un vero Ruiz moment. Lo spagnolo è tornato in pratica sui livelli dei suoi primi 6 mesi in terra nostrana, livelli parzialmente raggiunti anche la scorsa stagione, va detto, con Gattuso in panchina. Il gol dell'1-0 è una gemma di potenza e precisione. Le doti tecniche dell'ex Betis non sono mai state in discussione. A difettare, finora, era stata soprattutto la continuità, a causa anche di un equivoco di fondo sulla reale collocazione tattica del 25enne centrocampista. Che, con il tuttofare Anguissa al suo fianco, sembra aver trovato finalmente la dimensione ideale. Siamo al cospetto di un playmaker 2.0, un giocatore che reinterpreta a modo suo il ruolo e lo fa in una maniera che abbina l'efficacia all'eleganza;
- Abbiamo parlato del centrocampo del Napoli, non possiamo non parlare anche della difesa. Impressionante il dato sulle reti subìte: appena 3 in 10 giornate. Roba da Trapattoni o da primo Milan di Capello. Koulibaly è tornato sugli standard sarriani: merito innanzitutto suo, poi in ordine di Spalletti, del collega Rrahmani (le cui caratteristiche si sposano molto bene con quelle del senegalese, cosa che non accadeva con Manolas) e della diga Anguissa-Ruiz. Il Milan di Pioli, che vanta la seconda miglior difesa del torneo, ha incassato 6 gol in più. Se il campionato lo vince in genere chi prende meno reti, Spalletti può iniziare già da ora a fare tutti gli scongiuri del caso. E bentornato allo sfortunatissimo Ghoulam, in campo negli ultimi 4' al posto di un ottimo Mario Rui: un altro merito del guru di Certaldo, la resurrezione del criticatissimo terzino;
- Molto interessante la sfida nella sfida tra i due talenti africani Osimhen e Barrow, peraltro coetanei (sono entrambi del 1998). L'azzurro, rimasto a secco, ha sfoderato l'ennesima prestazione positiva, con le solite corse assatanate su tutti i palloni, i due rigori procurati (il primo c'era, il secondo no) e almeno due ottime conclusioni che meritavano miglior fortuna. Il bolognese, che arrivava da una striscia positiva (sempre in gol nelle ultime quattro partite), non ha brillato ma con l'attenuante di essersi trovato a fronteggiare la miglior retroguardia d'Italia. L'assenza dell'infortunato Arnautovic lo ha costretto a disimpegnarsi da punta centrale, lui che dà il meglio partendo largo a sinistra. Il gambiano resta comunque un attaccante di grandi prospettive: non ci starebbe affatto male, nella rosa di una big. E chissà che questa big, in futuro, non possa essere proprio il Napoli, che costituirebbe con Osimhen un duo tutto africano di grandissime qualità.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.