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, 21 Ottobre 2021

Considerazioni sparse post Bodø/Glimt-Roma (6-1)


Imbarcata storica della Roma in Norvegia. I giallorossi aggiornano il loro score di figuracce europee soccombendo ad uno scatenato Bodø\Glimt che apre tanti interrogativi sulla squadra di Mourinho.


- Mourinho si fa sedurre dal turnover per la prima volta in stagione. Per la trasferta norvegese il tecnico portoghese deve accantonare il suo credo e manda in campo una formazione infarcita di seconde e terze linee. Le chiavi della squadra sono consegnate all'inedito trio di centrocampo Darboe-Diawara-Villar. Spoiler: non si salverà nessuno. Dopo venti minuti una Roma orrenda è già sotto di due reti, mandando un chiaro segnale al proprio tecnico: una buona parte delle riserve della squadra dovrà essere ceduta, se possibile, già a gennaio;

- L'involuzione di alcuni giocatori giallorossi rispetto alla passata stagione è lampante. Villar è l'ombra di se stesso e sbaglia tutto quello che è possibile sbagliare. Lo spagnolo si era contraddistinto nell'era Fonseca per una tecnica sopraffina e un'eleganza a tratti incantevole, ma ad oggi quei fasti sono solo un ricordo. Lo stesso si può dire per Mayoral, miglior marcatore della squadra nella passata stagione con 17 reti e oggi un ectoplasma destinato a vagare senza meta per il campo. La loro partite durano 45 minuti, e la sensazione è che si siano bruciati anche l'ultima chance di convincere lo Special One a puntare anche in minima parte su di loro. Capitolo a parte Reynolds, difficile pensare che non ci fosse e non ci sia, nel vivaio giallorosso, un'alternativa migliore al terzino americano;

- Il Bodø/Glimt si conferma tutt'altro che una comparsa all'interno di questa Conference League. La squadra di Knutsen mette in atto una partita ordinata e spinta dal piccolo Aspmyra Stadium dà una lezione alla Roma e Mourinho. L'uomo in più dei norvegesi è uno solo, e si chiama Erik Botheim. La prestazione dell'attaccante classe 2001 è un misto di tecnica, potenza e freddezza che rimanda nell'immaginario, con le dovute proporzioni, al connazionale Haaland. Il club norvegese strapazza la Roma e si porta al primo posto del Girone, scavalcando i giallorossi e candidandosi a vera sorpresa di questa Conference League;

- Il perseverare di Mourinho con gli stessi 13-14 giocatori fin qua in stagione, si è rivelata un'arma a doppio taglio per il tecnico portoghese. L'epurazione di giocatori fino all'anno scorso parte integrante della squadra, si è rivelata controproducente. Diawara, Villar e Mayoral sono completamente avulsi al gioco del tecnico. L'utilizzo col contagocce di questi giocatori, privati così della confidenza col campo, ha sottratto la squadra delle valide alternative per affrontare le tre competizioni. Il chiaro intento di Mourinho di recapitare il messaggio alla società è riuscito: servono rinforzi, e subito; ma il prezzo da pagare per la Roma rischia di essere alto, con questa imbarcata che rischia di lasciare strascichi importanti in casa giallorossa.

- La Roma subisce un'umiliazione di proporzione bibliche. Aggiorna il suo score di serate horror in Europa, ma stavolta l'aggravante è l'avversario. il 6-1 contro il Bodø si può catalogare come una delle più clamorose sconfitte della storia club capitolino. Non regge il discorso turnover, né i pochi evidenti stimoli della squadra per questa competizione. Il problema del salto di mentalità che tanto era stato criticato a Fonseca si sta ripresentando con fare preoccupante anche nella gestione Mourinho. Tantissimi dei giocatori giallorossi sono apparsi inadeguati dal punto di vista tattico, tecnico e mentale e neanche la proverbiale carica dello Special One è parsa ad ora scuotere la squadra dal torpore che la accompagna dalla scorsa stagione. In vista del Napoli si prospetta ora una settimana infernale per Mourinho e i suoi.

  • Nato sotto il sole della Sardegna nell'ormai lontano 1993, dopo un' infanzia all'insegna del basket, abbandona la palla a spicchi per dedicarsi anima e corpo a quella da calcio. Un amore tuttavia mal corrisposto. Tifoso romanista da sempre e in quanto tale incline alla sofferenza e all' auto-sabotaggio. Amante dello sport in tutte le sue forme, ma ancor più di tutte le storie, piccole e grandi, di cui esso si nutre.

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