I libri del cuore di Dario Ronzulli
Terzo appuntamento di questa speciale rubrica a cura di Esperanto Sportivo. Una volta al mese, chiediamo a un personaggio rinomato nel mondo della scrittura e del giornalismo sportivo i suoi cinque libri preferiti. E' il turno di Dario Ronzulli, giornalista sportivo, podcaster e speaker radiofonico.
Dario Ronzulli è un giornalista sportivo che collabora con Tuttosport, Ultimo Uomo, Fantacalcio.it e Bologna Sport News, telecronista per la Virtus Segafredo Bologna, speaker radiofonico per Radio Bologna Uno, podcaster per “Elefanti Podcast” e "Backdoor Podcast". Dario Ronzulli è anche un bravissimo scrittore. Con “Edizioni inContropiede”, l'anno scorso ha pubblicato ‘Il tiro da quattro. Storia di un anno irripetibile a Basket City’ ed a breve uscirà la sua seconda opera: ‘Sulla sirena. Livorno-Milano 1989’.
Insomma, Dario è talmente versatile e ha talmente tante collaborazioni che ci domandiamo come abbia fatto a trovare il tempo per stilare questa speciale classifica: i suoi 5 libri sportivi del cuore. Vi anticipiamo che, tra le sue scelte, ci sono due opere selezionate anche da Dario Vismara di Ultimo Uomo e Sky Sport NBA. Chiamandosi entrambi Dario, in effetti c'era da aspettarsi qualche congruenza.
1 – OPEN di Andre Agassi
“L’autobiografia che ha cambiato il genere. C’è un modo di raccontare sé stessi prima di Open e dopo la lunga confessione di Agassi, tennista per il quale stravedevo da adolescente senza avere la benché minima idea di cosa potesse portarsi dietro, di quali fardelli mentali dovesse affrontare giorno dopo giorno. È un libro schietto, diretto, senza troppi fronzoli, probabilmente con qualche forzatura narrativa e qualche passaggio romanzato oltre il voluto e dovuto. Tuttavia, resta un viaggio nell’anima di un personaggio che ha fatto la storia del suo sport come pochi, amando e odiando il tennis in un tourbillon senza sosta di emozioni."
2 – LA PARTITA DELL’ADDIO di Nello Governato
“Sono un grande patito del calcio anni Venti e Trenta e sono certo che, se fossi vissuto all’epoca, mi sarei innamorato di Matthias Sindelar, di quel talento gracile e allo stesso tempo dirompente. Un giocatore che sui campi di tutta Europa ha dettato legge, né centravanti né mezzala ma tutte e due le cose insieme. Un uomo che ha avuto il coraggio e l’ardore di non piegarsi ai nuovi padroni della sua Austria, i nazisti, potendo sfruttare il fatto che il nome di Sindelar fosse più grosso di quei rudi arrivati a Vienna senza essere (più o meno) invitati. Nello Governato, eccellente direttore sportivo e penna molto sottovalutata, ne racconta l’ultima parte della vita senza poter giocare, ostracizzato, controllato a vista e infine ucciso nel migliore dei casi da una stufa malfunzionante. Con Sindelar c’era la sua amata, l’insegnante milanese Camilla Castagnola di religione ebraica”.
3 – AZZURRO TENEBRA di Giovanni Arpino
“Una grande firma al servizio di una grande storia, quella della Nazionale di calcio che al Mondiale del 1974 va incontro ad un torneo decisamente in tono minore, pagando dazio alla mancata sintesi tra vecchi e nuovi. È un romanzo che non lascia scampo, che racconta il dietro le quinte senza mezze misure con lo stile asciutto e ironico tipico di Arpino. Se Zoff disse che non è stato inventato nulla, allora siamo di fronte ad un diario di bordo di una nave che va incontro alla tempesta senza avere idea di come affrontarla. Un romanzo che assume ancora più valore se pensiamo che oggi, per una pubblicazione del genere, ammesso e non concesso che ci sia qualcuno in grado di volerla e poterla fare, volerebbero querele”.
4 – BLACK JESUS di Federico Buffa
“È molto difficile essersi innamorati del basket senza aver attraversato questo testo che è il capostipite dei “Buffa Racconta”. Storie di basket non necessariamente di personaggi già noti, anzi: per lo più sono racconti di nomi e aneddoti della periferia della palla a spicchi e proprio per questo più affascinanti. Leggende dimenticate, acrobati dei playground, gente che giocava per il puro gusto di giocare. E Buffa li racconta come solo lui sa fare, con quello stile unico e inconfondibile divenuto marchio di fabbrica. Un libro imprescindibile per la mia crescita professionale, un libro che non può mancare a chiunque si professi appassionato di sport”.
5 – FEBBRE A 90’ di Nick Hornby
“È il testo che ha codificato la semantica del tifoso di calcio. Poco importa se Hornby parli dell’Arsenal, sua squadra del cuore e del dolore, e talvolta anche delle rivali: è un libro universale, che parla di tutti i tifosi in qualunque angolo del globo. Io l’ho letto da adolescente dopo aver visto il film con Colin Firth, Gunner anche lui, quanto mai calato nella parte, e ho scoperto un mondo. Tutte le cose che pensavo alla rinfusa del mio modo di vivere il calcio, Hornby le aveva messe per iscritto, le aveva organizzate, aveva dato loro un’aura di serietà che non pensavo potessero avere. Hornby ha dato al tifo calcistico una coscienza di sé e per questo non smetterò mai di ringraziarlo”.
Redazione Esperanto Sportivo
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