Considerazioni sparse post Juventus-Chelsea (1-0)
Massimiliano Allegri is back in town.
- La Juve di Allegri lotta a mani nude contro i campioni d’Europa e vince una partita sporchissima in una serata di tradizione e dna bianconero, dal profondo sapore simbolico. Due anni fa Allegri andava via e la Juve presentava come nuovo slogan societario “Live ahead”. Guardare avanti. La Juve invece, ha deciso di guardare indietro e quest’anno, per la prima volta, rivede sè stessa nello specchio. Cosa c’è di male?;
- Allegri torna sul palcoscenico europeo con una prestazione profondamente identitaria e riesce nel suo obiettivo di instillare il piacere della difesa in un gruppo sedotto per due anni da idee troppo barocche per i suoi gusti. Più che il risultato in sè, Max cercava disperatamente questo tipo di partita, con questo esatto tabellino finale, il suo preferito. Ci è andato vicino contro il Napoli e il Milan, mostrando una testardaggine quasi dannosa a tratti. Ce l’ha fatta invece stasera dopo una prestazione difensivamente sublime, da ancien regime purissimo. A un certo punto eravamo sicuri sarebbero entrati Barzagli e Mandzukic. Ritrovato il Sacro Graal e tolto dallo stomaco il macigno della beffa che sembrava incombere su questa squadra, ci aspettiamo anche di vedere qualcosina di diverso;
- Di fronte ad un allenatore molto simile a lui, quasi in una sorta di scontro generazionale, Allegri non si vergogna nel lasciare il possesso interamente ai Blues, schierandosi di fatto con un 532 da trincea, che nel finale ha virato verso una psichedelica difesa a sei, quasi a voler esasperare il concetto pur di farlo capire a tutti. Il Chelsea non si trova a suo agio nel giocare questo tipo di partite e infatti si affloscia come un palloncino sgonfio. Gli inglesi si limitano a fare la fila alla posta davanti l’area bianconera, senza mai che arrivi il loro turno, imbottigliati di continuo da un Manuel Locatelli eccezionale, di un livello altissimo, forse più del previsto. È stato aspettato tanto, ma quanto valeva la pena. Solo nel finale il Chelsea ha provato qualche soluzione esterna, ma senza qualità. Una pessima prova dei campioni d’Europa, senza idee e senza personalità;
- Offensivamente la mossa Bernardeschi dimostra che Allegri non ha perso ancora la sua dote migliore, quella più mistica. La capacità di scegliere gli uomini più giusti e imprevedibili nel momento giusto. Il Federico numero 20 respira la fiducia dell’allenatore e pur in una partita con almeno un paio di errori evidenti, gioca un’ora di abnegazione eccellente, mettendoci dentro anche tanta qualità. La sua funzione di scudiero di Chiesa è stata perfetta. Il Federico numero 22 ha la dinamite tra i piedi ed è ad oggi il più forte giocatore italiano, senza se e senza ma. La sua capacità di bruciare la terra sotto i piedi non ha molti eguali al mondo attualmente, diciamolo senza paura. È energia pura, la scintilla che puó cambiare completamente il destino di questo organico, anche più dell’infortunato Dybala. Quando esce lui la Juve sembra più piccola, quasi insignificante, complice un ingresso di Kulusevski inquietante;
-Solo Prime Video (imbarazzante e indecente, nulla altro da aggiungere) merita in questa serata un voto più basso di quello di Romelu Lukaku, per distacco il peggiore in campo, per l’ennesima volta profondamente a disagio in uno stadio dove non è mai riuscito ad incidere minimamente. Mancava il suo spauracchio Chiellini, ci hanno pensato Bonucci e De Ligt, autori di una prova a tratti monumentale. Il tempio difensivo bianconero stavolta è rimasto inviolato.
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