Considerazioni sparse post Cagliari-Empoli (0-2)
Organizzazione batte improvvisazione per due reti a zero.
- L’Empoli, nonostante un massiccio turnover (o una massiccia dose di bocciature da parte di Andreazzoli) sbanca l’Uniopol Domus grazie ad una grande prestazione a livello di compattezza e lucidità nelle scelte. Il Cagliari pensava di fare la partita, le intenzioni bellicose dei toscani hanno sorpreso i rossoblú, incapaci di reagire al primo schiaffo di Di Francesco, né tantomeno al secondo di Stulac;
- Mazzarri, non è una sorpresa, ha bisogno di tempo per restituire al Cagliari non solo una certa idea di gioco (auguri al mister di San Vincenzo), ma anche e soprattutto una buona dose di autostima. La formazione sarda è sembrata in piena crisi di identità dopo l’ottima prova dell’Olimpico: il buon Walter dovrà essere più psicologo che non sagace tattico;
- Note di merito per Pinamonti, in grado di fare reparto da solo, e per Samuele Ricci, giovane direttore d’orchestra degli Azzurri. Azzurri in grado di fare a meno del loro faro, Bajrami, comunque sugli scudi dal suo ingresso in campo. Monumentale anche la prova dello scozzese Henderson;
- Nel Cagliari, João Pedro sembra predicare nel deserto assieme al compagno Marin. Poche idee, ancora meno tiri in porta. Lacune difensive più che evidenti, con o senza il caudillo uruguayo Godìn;
- L’Empoli coglie la seconda vittoria esterna del suo campionato, confermandosi squadra corsara, dopo le pessime prestazioni casalinghe contro Venezia e Sampdoria. Il Cagliari si iscrive, per l’ennesima volta, ad un campionato di sofferenza e, francamente, non è quello che ci si aspetterebbe dalla rosa del Casteddu.
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