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, 19 Settembre 2021

Considerazioni sparse post Verona-Roma (3-2)


Tudor resuscita il Verona e strappa 3 punti, i primi, pesantissimi per la sua squadra. Mourinho sbatte contro la maggior maggior motivazione dei padroni di casa e incassa la sua prima sconfitta da allenatore della Roma.


- Al Bentegodi la Roma cerca la quarta vittoria consecutiva che gli consentirebbe di avvicinarsi alla settimana del derby con maggior tranquillità. Di fronte c'è però un Verona rianimato dalla cura Tudor, capace fin da subito di scacciare dalla testa dei suoi i fantasmi della gestione Di Francesco. Mourinho si conferma un allenatore che cambia solo quando costretto, e infatti gli unici cambi sono Shomurudov e Calafiori per gli acciaccati Mkhitaryan e Vina;

- Gli scaligeri partono decisamente meglio, la prima mezz'ora degli uomini di Tudor è un concentrato di aggressività e ripartenze che mandano in confusione una Roma fin troppo compassata. Il neo allenatore del Verona non stravolge il sistema di gioco di Di Francesco ma rivitalizza la squadra conferendogli nuova linfa dal punto di vista caratteriale. Simeone e Lazovic flirtano col gol e fanno venire i brividi a Rui Patricio, ma non concretizzano: prezzo che i veneti pagano salatissimo. La Roma infatti si affaccia due volte nelle zone di Montipò e presenta il conto: Cristante fa le prove del gol cogliendo una traversa e poco più tardi Pellegrini esegue e trafigge l'estremo difensore con una magia di tacco;

- La Roma soffre tanto, tantissimo, così come aveva sofferto contro il Sassuolo. I capitolini non sono belli, ma sono dannatamente efficaci, efficacia da sempre marchio di fabbrica delle squadre allenate da Josè Mourinho. Oggi tuttavia il cinismo dei giallorossi non è bastato per tornare da Verona con i punti in tasca. La squadra giallorossa subisce per gran parte del match il dinamismo dei padroni di casa e a differenza delle precedenti uscite barcolla per poi crollare dopo il pareggio degli avversari. Troppi uomini sottotono nella squadra di Mourinho, con Zaniolo, Veretout e Abraham su tutti assenti ingiustificati. La strada che porta alla qualificazione Champions, obbiettivo dichiarato dei giallorossi, è ancora lunga e la settimana di avvicinamento al derby dirà tanto sulle reali ambizioni della truppa romanista;

- Il Verona appare completamente trasformato rispetto alle prime tre partite, e nella ripresa si mette in modalità Luna park, infiammando il match. I primi venti minuti del secondo tempo dei padroni di casa sono da manuale del calcio e mettono alle corde la Roma. Un'altalena di emozioni che accende il Bentegodi, il quale spinge la squadra verso una clamorosa vittoria. Faraoni e Lazovic tagliano a fette la retroguardia dei giallorossi, Barak e Caprari fanno il resto e consegnano al Verona 3 punti meritatissimi. Tudor ha già dato la sua impronta alla squadra, ben più visibile in una settimana di lavoro rispetto a quella data da Di Francesco in tre mesi;

- Nella Roma c'è un giocatore che è in uno stato di grazia totale. Lorenzo Pellegrini è ad oggi il miglior centrocampista della Serie A, e sembrerebbe aver completato del tutto il suo percorso di crescita. Il capitano giallorosso ha limato gli aspetti più deficitari del suo gioco, riuscendo finalmente ad abbinare la qualità ad una tremenda efficacia. Anche oggi è l'ultimo ad arrendersi e prende per mano la sua squadra nei momenti più delicati del match. Ogni azione pericolosa nasce dai suoi piedi, comprese quelle dei due gol romanisti. Non trova il supporto dei compagni e anche lui alla fine deve sventolare bandiera bianca e arrendersi alla maggior motivazione di un indemoniato Hellas.

  • Nato sotto il sole della Sardegna nell'ormai lontano 1993, dopo un' infanzia all'insegna del basket, abbandona la palla a spicchi per dedicarsi anima e corpo a quella da calcio. Un amore tuttavia mal corrisposto. Tifoso romanista da sempre e in quanto tale incline alla sofferenza e all' auto-sabotaggio. Amante dello sport in tutte le sue forme, ma ancor più di tutte le storie, piccole e grandi, di cui esso si nutre.

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