Considerazioni sparse post Lazio-Cagliari (2-2)
La rivoluzione non è un pranzo di gala. Non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo. Non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità.
- Il punto è uno ma la valenza pratica di questo risultato è da vittoria. Dopo Milano e Istanbul, questa domenica in Settembre non sarebbe potuta passare così, con una sconfitta. Per larghissimi tratti la Lazio domina, la difesa è alta, la squadra corta e le occasioni fioccano. Il Cagliari non sta a guardare e, approfittando di distrazioni, ne fa due. Unico modo per superare un sempre straordinario Cragno è quello di Danilo Cataldi: palla fortissima sotto l'incrocio;
- Mentre Sarri approffitta della squalifica per appicciare le sue amate "bionde" nelle cabine dell'Olimpico, la squadra segue i suoi dettami: linee strette e recupero palla alta e sovrapposizioni continue per allargare un Cagliari stretto e guardingo, specie nella zona centrale. Il gol lo fa, manco a dirlo, Immobile, che sblocca sul finale della prima frazione. Ma, non appena rientrate le squadre in campo, Joao Pedro, su illuminazione di Marin, pareggia. Non passa molto e raddoppia con Keita. Gli ormeggi, quindi, si rompono e la Lazio, a testa bassa ma senza mai forzare le giocate, prende il totale dominio del campo fino al pareggio di Cataldi. Due pari ma due squadre che, ognuna per propria parte, escono soddisfatte dal parto verde romano;
- Lato Lazio: Pedro si conferma, nonostante l'anagrafica, giocatore di assoluto spessore. Immobile segna e si danna su ogni singolo pallone, Lazzari ara la fascia, Felipe Anderson dimostra che, rispetto agli anni precedenti, ha avuto una maturazione fisica e mentale tanto attesa. La difesa regge ma ha amnesie a volte fin troppo evidenti. Sicuramente da rivedere. Luis Alberto, specie nel secondo tempo, prende in mano la squadra e ne detta ritmi e tempi, cosa che riesce meno a Savic che, però, corre tanto e si prodiga in fase di copertura. Bene Zaccagni e Cataldi.;
- Lato Cagliari: Cragno, si deve dire, è un portiere di livello. Joao Pedro inventa e davanti dimostra di essere asse portante e stella di questa squadra. Nandez è uomo ovunque, corre per quattro. La difesa si chiude e regge bene seguendo i dettami di Mazzarri. Keita dimostra che sarà molto utile alla causa;
- Nota finale: l'abbraccio che la squadra dà a Strakosha al gol del pareggio e l'affetto che promana dagli spalti dà finalmente l'idea che l'ambiente è maturo, compatto e pronto per questa stagione che non sarà semplice ma che sarà sicuramente divertente. Il tempo è amico di Sarri e della Lazio e la crescita è evidente. Ultimissima: quei 5' minuti finali ogni tifoso laziale avrebbe voluto vedere Caicedo in campo…
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