Considerazioni sparse post Inter-Bologna (6-1)
Un'Inter dominante che riparte convinta dopo lo stop con il Real. I protagonisti: un Lautaro sempre più maturo, Dzeko, i due esterni e un Bologna gravemente insufficiente.
- Un'Inter che aveva bisogno dei tre punti, ancor prima della prestazione. L’Inter arrivava dal miglior primo tempo stagionale in settimana, eppure la partita con il Real Madrid aveva lasciato un grande amaro in bocca alla squadra di Inzaghi. A maggior ragione dopo lo stop di Genova, l’Inter aveva bisogno di vincere, per non rischiare di entrare in un loop di parziale sfiducia. Oltre al risultato, la prestazione: una squadra bella, fluida come nella partita di apertura col Genoa e che conferma i miglioramenti difensivi dopo le incertezze nella partita con la Samp. Insomma, un’Inter che si è divertita e riparte, convinta;
- Non solo un'Inter solida, ma che ritrova con facilità e ottime trame la via del gol, nonostante una fase difensiva rossoblu francamente inguardabile. Dopo un buon numero di occasioni sprecate tra Sampdoria e Real, oggi l'Inter ha tramutato in gol tutto quello che ha prodotto. Importante anche aver ritrovato un Dzeko al gol: dopo il gol all'esordio, il bosniaco era sempre stato molto utile per la manovra ma troppo poco finalizzatore, mentre oggi è stato decisivo pure negli ultimi metri;
- Lautaro Martinez, il migliore in campo. Cosa può rappresentare questa stagione per Lautaro? Tre gol in tre partite, un salto di qualità in termini realizzativi: proprio ciò che si chiedeva al campione argentino, dopo la partenza di Lukaku. Nel biennio con Conte Lautaro è cresciuto a tutto campo, in qualsiasi fase di gioco, e nel giro di due mesi ha vinto scudetto e Copa America da protagonista: traguardi che indirizzano le carriere. Tolto l’alieno con la maglia del BVB, in giro per l’Europa non ci sono attaccanti under 25 come lui. L’unico aspetto che manca è aumentare il bottino realizzativo nel corso della stagione. Tre gol in tre partite, diciamo che poteva partire peggio: oggi una partita da attaccante completo e di estrema qualità, non solo per il gol;
- Il mancino di Dimarco è spettacolare: dopo la pennellata con la Samp, l’assist per il 2-0 di Skriniar e una partita in costante proiezione offensiva. Il piede sinistro di Dimarco è degno di nota non solo per il ruolo che ricopre, ma anche al cospetto dei numerosi centrocampisti e attaccanti mancini presenti in Serie A. Ha sfiorato anche un gol al volo meraviglioso, su invenzione di Dzeko. Una risorsa di questo tipo è importantissima, oltretutto considerando il materiale che l’Inter può sfruttare sui calci piazzati: Skriniar, De Vrij, Bastoni, Dumfries, Perisic e Dzeko non sono proprio bassi. Passiamo all’altro esterno, Dumfries. Non è Hakimi, il migliore giocatore al mondo nel ruolo o poco ci manca, ma nemmeno scarso, anzi. Deve migliorare difensivamente (per quanto oggi non sia mai stato impensierito in quella fase di gioco) e tecnicamente, ma il volume fisico e atletico del terzino olandese è certamente notevole, può fare la differenza in un sistema verticale e spesso "in ripartenza" come quello nerazzurro;
- Chiudiamo concentrandoci sul Bologna di Mihajlovic. Una sconfitta a San Siro ci poteva stare, certo, ma i giovani rossoblu del ciclo targato Mihajlovic continuano a mostrare le stesse pause e gli stessi difetti da un paio di anni: buone prestazioni prima e all’improvviso dei crolli altisonanti nelle partite successive. Senza continuità – almeno di prestazione – Sinisa e la sua squadra rimarranno sempre incompiuti, e visto il materiale a disposizione sarebbe un peccato.
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