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, 18 Settembre 2021

Considerazioni sparse post Genoa-Fiorentina (1-2)


Citando il Mago Oronzo, fortunato personaggio di Raoul Cremona, Vincenzo Italiano "con la sola imposizione delle mani" può fare qualsiasi cosa. E senza ungersi la camicia rigorosamente bianca.


- A Genova il classico fortunale colpisce pochi minuti prima dell'avvio della partita, condizionando le squadre chiamate a prender confidenza con un pallone che schizza via veloce sul terreno di Marassi. Italiano mischia ancora le carte nella Fiorentina, certamente pensando alla sfida del Franchi con l'Inter martedì prossimo. Igor per la terza volta titolare in coppia con Martinez Quarta, Pulgar in cabina di regia, Castrovilli rilanciato titolare, Milenkovic e Torreira a riposo. Tornano dal primo minuto anche Nico Gonzalez e Dragowski. Ballardini da par suo cambia schieramento iniziale, con un 4-2-3-1 che avrebbe l'ambizione di giocare di attese e ripartenze veloci. Cambiaso dovrebbe garantire spinta da destra, mentre due corazzieri come Vanheusden e Maksimovic stanno a presidio dell'area di rigore. A Rovella invece è delegato il compito di operare alle spalle di Destro e supportarlo nella fase di primo pressing, per rallentare la circolazione di palla viola;

- La partita, per quanto dai ritmi più contenuti del previsto a causa della pioggia, scivola (letteralmente) su binari pronosticabili. La Fiorentina gestisce il gioco, il Genoa si barrica e fatica ad uscire. Tuttavia i ragazzi di Italiano, anche oggi eccezionali in termini di riaggressione e pressing in avanti, sono più titubanti con il pallone tra i piedi. Nel primo tempo, pochi minuti dopo l'infortunio di Castrovilli (scivolato contro il palo che lo colpisce in pieno petto), è il Genoa che ha forse la più ghiotta occasione: pasticcio in disimpegno e palla a Destro, che spara addosso a Dragowski. Gli squilli viola sono una punizione di Biraghi e un tiro deviato di Bonaventura, che impegnano seriamente Sirigu;

- La difficoltà nella conclusione della Fiorentina dipende anche dalla prova monstre di Maksimovic, messo a uomo su Vlahovic, uscito all'80esimo forse più deluso che arrabbiato. Il serbo spesso non riesce a girarsi ed è costretto a limitarsi alle giocate a muro, mentre le azioni avvolgenti sulle fasce sono disinnescate dai centrali rossoblù, nonostante i tagli di Callejon e Gonzalez. Il Genoa, che rifiuta di aggredire con le seconde linee agevolando la costruzione di Pulgar e Bonaventura, si limita a congestionare gli ultimi 25 metri. Ma sbaglia molto, moltissimo quando deve uscire o costruire, e rischia spesso di farsi trovare scoperto su palloni recuperati e subito persi. In mezzo al campo, Bonaventura è quello dei tempi migliori, sempre preciso nel possesso e sempre pericoloso se orientato verso la porta;

- Italiano all'intervallo a sorpresa mette Saponara per Gonzalez, toccato duro proprio alla fine del tempo. Se l'argentino nel primo tempo aveva sbagliato qualcosa in fase di ultima giocata, è altresì vero che le sue giocate avevano spesso seminato il panico tra i grifoni. La sua uscita poteva levare qualcosa all'attacco viola, e invece è proprio Ricky che svolta la partita al 60': riceve a sinistra, si accentra e scarica una bordata imparabile per Sirigu. Ennesima resurrezione per l'ex talento di Empoli e Milan, ennesimo coniglio che Italiano fa uscire dal cilindro di una rosa che riscopre risorse dimenticate. Il Genoa, che era appena passato a 3 dietro rinunciando anche a Cambiaso per Biraschi e provando a scuotersi con Pandev e Hernani, perde via via le distanze tra reparti. La Fiorentina invece, pur accellerando solo a sprazzi, va sul velluto in un Marassi che oramai si è asciugato dalla bomba d'acqua. Sirigu si guadagna la palma di migliore in campo per i genoani con un'altra grande parata a mano aperta su Duncan. Il Genoa si fa vedere solo con una palla pericolosa di Rovella, mentre all'89' Bonaventura mette il sigillo sull'ottima partita con il gol-vittoria;

- Il gol di Criscito dal dischetto a tempo scaduto non sporca la terza vittoria di fila della Fiorentina (non accadeva da quasi due anni, con Montella in panchina), che ripropone un'altra prestazione di livello dopo Bergamo pur cambiando vari interpreti (si sono rivisti persino Benassi e Kokorin, dieci minuti... discutibili quelli del russo). A questo punto, la gara con l'Inter sa già di test di maturità per provare a misurare le ambizioni gigliate. Il Genoa, dal canto suo, se da una parte dopo lo svarione all'esordio contro l'Inter conferma di esser un avversario non semplice da scardinare, dall'altra appare veramente troppo misero dalla cintola in su. Aspettando il cambio di proprietà, che chiuda la lunghissima era Preziosi iniziata 18 anni fa.

(foto in copertina Tano Pecoraro/LaPresse)

  • Scribacchino schierato sull'ala sinistra. Fiorentina o barbarie dal 1990. Evidenzia le complessità di un gioco molto semplice.

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