Considerazioni sparse post Malmö-Juventus (0-3)
La Juve batte un colpo.
- La Juve torna a vincere una partita e torna soprattutto a non subire gol. Non succedeva dal 2 marzo, un lasso di tempo inaccettabile. Era essenziale evitare partenze ad handicap in un gruppo non impossibile, ma meno agevole di quanto potrebbe sembrare;
- È stata una partita tra due squadre di due carature diverse. Eppure non c’è mai niente di troppo facile o banale in queste trasferte europee (il disastro dello United in Svizzera lo certifica), soprattutto quando si arriva da un periodo nero e quando il serbatoio della fiducia è vuoto. La Juve si affanna un po’ solo nei primi venti minuti. Il gol di Alex Sandro la sblocca mentalmente e stavolta non c’è nessun imprevisto a rendere la strada scoscesa. I gol finali di Dybala e Morata consentono di giocare un secondo tempo di accademia e relax;
- Allegri sistema la Juve con un 442 asimmetrico, che gioca molto sulla posizione di un ottimo Rabiot, oggi autore di una delle migliori prestazioni viste in maglia bianconera. Le sgasate del francese hanno spesso tagliato in due gli sconclusionati svedesi. Contro squadre lunghe e disorganizzate la sua corsa è micidiale. Squadre non italiane insomma. Non è un caso che spesso in Champions lo abbiamo visto meglio. La luce alla fine peró l’accende sempre Cuadrado sulla destra, fonte di gioco inesauribile. La sua assenza denuda la Juventus. È il giocatore più indispensabile della rosa;
- I tre marcatori di oggi, Morata, Dybala e Alex Sandro erano tutti presenti anche nella Juve biennio 2014-16, quella della prime memorabili cavalcate europee allegriane. Lo stesso dicasi per Bonucci e Cuadrado, autori di due ottime prestazioni. Sono passati sette anni, un’epopea calcistica. Il simbolo di un gruppo che si affida ai senatori nella difficoltà, ma dall’altra parte anche un piccolo emblema di una squadra che non è davvero riuscita a rinnovarsi quanto avrebbe voluto;
- C’è peró da dire che stiamo tutto sommato parlando di una partita relativa, giocata contro un avversario troppo modesto che molto difficilmente riuscirebbe a salvarsi nel nostro campionato. La Superlega non è la strada giusta e lo sappiamo. Ma queste squadre e questo tipo di partite portano davvero qualcosa alla manifestazione? Probabilmente no.
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