Considerazioni sparse post Torino-Salernitana (4-0)
Nella sfida tutta granata della Serie A il Toro di Juric si sblocca e rifila un poker alla Salernitana, a cui non basta il debutto di Ribery.
– Se parlare di sfida salvezza alla terza di campionato è prematuro, di certo sia il Torino sia la Salernitana cercavano i primi punti per smuover la classifica: nella sfida granata della Serie A domina la squadra di Juric, che rifila un sonoro 4-0 agli uomini di Castori, apparsi in partita solo per la prima ora di gioco e poi naufragati subendo una goleada troppo severa rispetto a quello che si è visto in campo. La Salernitana resta al palo in classifica, il Toro prova a mettersi in marcia verso una stagione più decorosa delle precedenti;
- Si è visto il primo vero passo avanti del Torino di Juric? Di certo sino alla scorsa stagione, sulla sponda granata di Torino, queste partite erano giocate in modo orripilante, e nella migliore delle ipotesi si vincevano in modo stiracchiato, quando non ci si accontentava di un pareggio brodino. Nelle prime 2 di questo campionato, i granata avevano alternato una prestazione buona ad una decisamente sottotono, con il minimo comun denominatore della sconfitta. Finalmente oggi il Toro ha vinto e convinto, prendendo le sembianze di una squadra che sapeva cosa voleva e metteva la giusta aggressività per andarselo a prendere. Dopo 2 sconfitte (pur se con l’Atalanta era stata francamente immeritata), questi tre punti fanno morale e classifica, e permetteranno all’ambiente granata di lavorar più serenamente;
- Al netto dell’entusiasmo per l’arrivo di Ribery, la Salernitana oggi ha mostrato ancora una volta le debolezze messe in luce nelle prime due giornate: la banda-Castori, come già nella sfida alla Roma, rinuncia alla fase offensiva troppo presto, ma in qualche modo riesce a rimanere in partita fino al raddoppio di Bremer. Dopo, come già nella sfida con la Roma, esce totalmente dalla gara e perde anche la lucidità difensiva necessaria a limitare i danni, finendo per incassare ancora una volta 4 reti. La qualità in campo è sembrata davvero limitata in ogni settore: Ribery quando è entrato ha mostrato qualche lampo, a cui i campani si dovranno appendere disperatamente;
– Nel Torino hanno fatto la differenza proprio gli uomini di maggior qualità, e questa è una bellissima notizia in casa granata: Bremer è stato impeccabile ancora una volta decisivo con la rete del raddoppio, Sanabria è tornato a marcar il suo nome sul tabellino sbloccando il match, Mandragora ha diretto l’orchestra con ritrovato piglio, Pobega è entrato ed ha subito segnato il gol del 3-0. Ma una parola in particolare va spesa per l’eterno Ansaldi, autore di due assist al bacio a coronamento di una prova superlativa: quando non è limitato dagli infortuni, l’argentino sa ancora farsi beffe della carta di identità ed esser un giocatore determinante. Questi, assieme al Gallo Belotti quando tornerà, sono interpreti di valore maggiore rispetto a quello che ha detto la classifica del Toro degli ultimi anni, e saranno deputati a farlo navigare, con le loro giocate, in acque più tranquille;
- In panchina c’erano due allenatori nati dalla gavetta: se Castori è l’icona dell’allenatore costruitosi da solo, anche Juric si è arrampicato partendo da esperienze di livello inferiore. Oggi Castori ne è uscito con le ossa rotte: la sensazione è che debba cambiare qualcosa nell’idea complessiva di gioco per permetter alla squadra di mantenere questa categoria. Juric ha stravinto la sfida (e si è beccato pure i primi cori del pubblico), dimostrando di aver già impattato nell’ambiente in modo vigoroso: il suo Toro si è sbloccato, e dà la sensazione di esser un ancora un cantiere, ma che almeno lavora unito nella stessa direzione.
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