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, 12 Settembre 2021

Considerazioni sparse post Sampdoria-Inter (2-2)


La fase difensiva dell’Inter è ancora da registrare.



- A Genova, Sampdoria e Inter si giocano una posta che vale ben più dei tre punti in palio. L'Inter per raggiungere il Napoli ed allungare a +8 sulla Juventus. La Sampdoria per iniziare finalmente il proprio campionato. Ne esce una gara divertente ma tatticamente rivedibile da entrambe le parti. Tanto agonismo e corsa con un secondo tempo troppo spezzettato anche a causa di un atteggiamento arbitrale che cambia nettamente rispetto alla prima frazione. Il risultato dice 1-1 scontentando entrambi;

- Inzaghi non rinuncia a Lautaro ma così come a Verona parte in sofferenza sotto il pressing forsennato della Sampdoria. La sblocca con Dimarco ma una doppia ingenuità (ben più grave la seconda) riporta l’Inter al punto di partenza. Nel giro di 10 minuti ha tre nitide occasioni per vincerla ma la mira e la freddezza difettano in abbondanza. Da quel momento la squadra scompare dal campo e complice l'infortunio di Sensi pensa a non perderla;

- Sampdoria determinata e senza alcuna paura. Squadra a immagine e somiglianza del proprio allenatore. Pressing a tutto campo e centrocampo dominante con Damsgaard e Candreva indiavolati. Se manterrà questo appiglio e questa gamba, la Samp rischia di essere una sorpresa per quest'anno. Da rivedere l'intesa Quagliarella-Caputo;

- Nell'Inter bene Skriniar, Dambrosio, Dimarco. Barella e Lautaro. Male Darmian, Dzeko dipinge calcio ma deve mettere goal pesanti. Calhanoglu e Perisic sbagliano due goal difficilmente perdonabili, Handanovic sembra sempre troppo poco reattivo. Vidal, Correa e Sensi entrano male a differenza di Dumfries, inspiegabilmente poco servito;

- L'Inter d'Inzaghi gioca nettamente meglio di Conte, propositiva e geometrica ma, come la Lazio di Inzaghi, concede troppo dietro e accusa momenti di amnesia difensiva preoccupante. Inzaghi deve lavorare sulla compattezza di squadra e su una fase di interdizione più efficace. All'Inter ogni punto, in un campionato che si preannuncia bellissimo, è fondamentale

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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