Considerazioni sparse post Fiorentina-Torino (2-1)
Torna il pubblico al Franchi, arriva la prima vittoria in campionato per la Fiorentina. Ma, soprattutto, si può dire che è tornato il gioco del calcio a Firenze, dopo tre anni di ansie e paure.
- Diciamolo sulle ali dell'entusiasmo, ma diciamolo: il risultato ai Viola sta persino stretto. Senza esser straripanti, gestiscono la partita dall'inizio alla fine. Pochissime le sbavature, compresa quella da dove scaturisce il gol subito all'87esimo, sul parziale di 2-0. Tanto per ricordare a tutti da dove si è partiti, pensando nel frattempo a dove si può arrivare;
- Come contro la Roma, la Fiorentina conferma che in estate si è lavorato, e bene. Sono lontani i tempi della difesa schiacciata dietro con lo scopo di schermare la porta e intasare le linee di ultimo passaggio. Lo schieramento a quattro di Italiano ha come punto di riferimento la linea di centrocampo, e questo esalta le qualità aggressive di giocatori come Milenkovic e Quarta. La Fiorentina difende in avanti, non ha paura di giocarsi la parità numerica dietro e in costruzione cerca bene l'ampiezza con varie soluzioni, sia verticalizzando direttamente sugli esterni, sia facendo perno su Vlahovic, sia con una manovra ragionata ma sempre dai ritmi alti;
- Le prove di Vlahovic e Nico Gonzalez vanno oltre ai gol vittoria segnati, oltretutto di pregevole fattura. Il potente piatto sinistro dell'argentino, e il colpo di testa in torsione del serbo, sono i sigilli a delle prestazioni dominanti. I due attaccanti viola sono stati semplicemente troppo per gli avversari, su piano tecnico e anche su quello fisico. Izzo quasi in maniera sistematica perde ogni contrasto con Gonzalez, Djidji e Buongiorno passano un tempo ciascuno a tentare di addomesticare il 9 viola, e ne escono con un giallo a testa e le ossa rotte. Per Vlahovic è solo l'ennesima conferma, mentre Gonzalez comincia a prendere il sapore di un bell'investimento riuscito. Finalmente;
- Italiano pare aver davvero pescato dal profondo cilindro della rosa viola due potenziali recuperi: Callejon e Duncan. Il primo finalmente torna ad esser giudicabile, dopo i 14 minuti e il cambio per far posto a Terracciano contro la Roma. Probabilmente non è più quello dei tempi d'oro di Napoli, ma nel suo ruolo naturale di ala destra ha ancora cartucce da spendere, dopo un anno passato da esiliato in casa. Il secondo entra nella ripresa al posto di un Castrovilli ancora un po' indietro, e confeziona recuperi e conduzioni importanti a metà campo. Lui innesca il 2-0 di Vlahovic, lui innesca un'occasione per il 3-0. Chissà;
- Al di là dei meriti della Fiorentina, il Torino è parso poca roba, come brutalmente ammesso da Juric nella conferenza pregara. Non che manchi la volontà, ma le riaggressioni granata sono sovrastate da quelle viola, Lukic e Mandragora faticano a pulire il pallone, Belotti a differenza di Vlahovic è facilmente addomesticato e risulta impalpabile. Non che il Gallo sia granché aiutato, visto che Sanabria o Linetty passano 70 minuti a vagare in campo. Dei subentrati Verdi e Pjaca, il primo almeno nel finale trova il gol con un bel tiro e la giusta scelta di tempi, mentre del croato non rimane traccia. Se a Firenze si vede il sole, per i "fratelli" granata il cielo minaccia bufera.
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