Considerazioni sparse post Roma-Fiorentina (3-1)
Tutto quello che poteva andare storto per i ragazzi di Italiano, accade già nei primi 26 minuti. Per il resto, almeno nell'atteggiamento, è già la Roma dello Special One.
- Partiamo dalle formazioni: Mourinho lancia Abraham in attacco al posto di Shomurodov, confermando per il resto la squadra vincente contro il Trabzonspor in Conference League, preferendo forse la ricerca di certezze rispetto ad un precoce turnover. Da parte sua, Italiano lascia fuori Martinez Quarta per Igor e Castrovilli per Maleh. Impatto ben differente: l'ex Venezia esce all'intervallo, spentosi dopo l'inferiorità numerica viola nonostante un buon inizio. Male il brasiliano, mentre è devastante l'impatto del neoacquisto giallorosso. Un rosso provocato, una traversa e due assist, per una difesa viola che quantomeno ancora deve liberarsi di certe scorie del passato;
- A proposito di scorie del passato: dopo anni, si rivede la Fiorentina che prova a giocare a calcio. Aggressione alta, costruzione bassa. I viola non hanno più paura del pallone né di venire avanti. Ma i piani tattici sono già compromessi dopo un quarto d'ora, con il rosso di Dragowski (discutibile, sia nella decisione che nella scelta d'intervento del portiere) su Abraham lanciato più verso la bandierina che la porta. Fuori Callejon per Terracciano, e quella ricerca dell'ampiezza offensiva diventa assai più una chimera, mentre sono rinviati giudizi sul recupero dello spagnolo, dopo un anno da quasi separato in casa. Poco dopo Mkhitaryan colpisce quasi a sorpresa, imbeccato da Abraham. Sembrava fuorigioco, non lo è. Roma avanti, e la partita se non è finita è comunque indirizzata su binari ben precisi;
- La Roma, è la Roma di Mourinho. Attendista e letale. Non crea moltissimo, ma è abile a sfruttare al millimetro qualsiasi tentennamento della difesa viola. Letteralmente al millimetro, perché i primi due gol sul filo del fuorigioco sono benedetti dal VAR. E senza palla, nonostante la discreta mole di gioco creata dai viola, rischia tutto sommato poco. La capacità di verticalizzare rapidamente dei giallorossi esalta i suoi attaccanti, Abraham su tutti, e colpisce una Fiorentina ancora troppo imprecisa nella gestione a metà campo;
- "Classica" pugnalata dell'ex di turno per i viola, affondati dalla doppietta di un ottimo Veretout dopo il gol di Mkhitaryan. In generale, positive le prestazioni di tutti i singoli della Roma, compresi subentranti come Shomurodov che ha messo lo zampino nel 3-1 finale. Vero unico rimandato Zaniolo, espulso molto ingenuamente ad inizio ripresa. Il ripristino della parità numerica ha per un attimo permesso ai viola di rialzare la testa, anche se poi la partita è rientrata sui binari auspicati da Mourinho;
- Italiano sta lavorando e si vede. Ci vuole pazienza in casa viola, e l'avversario con cui esordire non era certo dei più malleabili. Vlahovic stia concentrato e non si lasci distrarre dal mercato, se vuol rimanere a Firenze. Oggi male, due palloni persi che innescano i gol giallorossi e polveri bagnate in avanti. Ma niente processi affrettati, Inter-Fiorentina dell'anno scorso dovrebbe insegnare. Per il resto, molti limiti tecnici della squadra rimangono. Forse, su tutti, l'assenza di un vero playmaker, perché Pulgar pur partito bene poi è finito perdendo palloni troppo sanguinosi. Bell'impatto quello del neoacquisto Nico Gonzalez, nonostante per gran parte della gara si sia sacrificato a far da seconda punta. Milenkovic meglio come goleador che dietro, mentre buona la prova del neocapitano Biraghi, il cui utilizzo in una difesa a 4 è sempre stato "complicato" nelle sue annate in viola.
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