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, 21 Agosto 2021

Considerazioni sparse post Inter-Genoa (4-0)


La prima Inter di Simone Inzaghi è promossa a pieni voti.


- Dopo un’estate complicata e dolorosa, l’Inter si ritrova per capire a che punto del suo percorso si trovi. Il Genoa, vero e proprio cantiere aperto, ha dalla sua la voglia di stupire e la furbizia di una vecchia volpe come Ballardini. Ne esce un match a senso unico che vede già l’esibizione dei concetti chiave di Inzaghi e un Calhanoglu in grande spolvero;

- Inter che è diretta emanazione del proprio allenatore. Pimpante, corta e veloce. Nel primo tempo il Genoa vede solo le schiene degli avversari (complice una disposizione tattica assurda). Dopo un’ora caldo e stanchezza introducono qualche errore ma i cambi rinfrescano il tutto e portano altri due goal;

- Capitolo a parte merita il centrocampo interista: Brozovic orchestra tutto con padronanza. Barella sale in cattedra come spesso gli accade. Sensi ha buone idee ma le gambe ancora pesanti. Calhanoglu è super ispirato, finalizza, assiste e fa girare la palla velocemente: la nota più lieta dell spartito di Inzaghi;

- Genoa in costruzione, che mette in mostra poco e nulla. Inspiegabile la difesa a 5 col solo Dzeko. Discutibile anche la tenuta fisica del Grifone sempre macchinoso e in ritardo. Servirà ben altro per una stagione decorosa;

- Un Inzaghi umile e capo popolo entra da subito nella testa e nel cuore dei suoi: l’Inter vista stasera è bella e divertente. Buona la prima. Buoni i “vecchi” e ottimi anche i nuovi. Con una ultima punta in rosa, questa squadra lotterà ancora per lo scudetto.

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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