Considerazioni sparse post Trabzonspor-Roma (1-2)
Una frase che pochi mesi fa non avremmo mai immaginato di scrivere: la Roma di Mourinho esordisce con una vittoria grazie al gol di Shomurodov.
- Finito l’hype per l’assunzione di Mourinho, per la Roma è tempo di mettersi alla prova sul campo. La competizione è la neonata Conference League (che si preannuncia piena di squadre feticcio) e l’avversario è il Trabzonspor, una sorta di reunion di vecchie volpi della nostra Serie A come Hamsik, Gervinho, Bruno Peres e Cornelius allenata dal navigato Abdallah Avci;
- Nei primi 20 minuti la Roma sembra quasi eccedere nel voler dimostrare di aver compreso i desiderata del suo allenatore e lascia completamente il possesso del pallone alla squadra turca. Poi gradualmente cresce, pur senza mostrare trame di gioco mirabolanti, e nelle occasioni in cui riesce ad aggredire alta riesce a indurre a più di un errore la costruzione bassa avversaria;
- I gol arrivano da un rapido contropiede innescato da una palla recuperata e da calcio d’angolo. Il momentaneo pari di Cornelius, entrato da un secondo, su assist di Bruno Peres getta qualche ombra sulla retroguardia. Forse presto per dire che la Roma abbia ritrovato una fase difensiva organizzata, ma intanto tra i pali sembra esserci un vero portiere, e questa è una notizia;
- Capitolo singoli: Mikitharyan, Pellegrini e Zaniolo confezionano il primo gol, ma si accendono solo a sprazzi. Ottimo l’impatto di Shoumurodov, che si muove senza dare riferimenti e gioca una gara “alla Dzeko” in termini di sacrificio e rifornimenti per i compagni. Vina e Karsdorp sono due terzini battaglieri ma sembra mancargli un po’ di estro. Bene Ibanez dietro, mentre Mancini ha sul groppone il pari di Cornelius;
- La mano di Mourinho è comunque già evidente. La Roma si batte per essere più solida, ha già ridotto drasticamente le fasi di possesso nella propria metà campo e cerca di andare maggiormente in verticale quando si presenta l’occasione. L’impressione è che questa squadra possa far molto male in ripartenza, mentre potrebbe soffrire le avversarie con un baricentro più basso. Oltre ai principi di gioco molto diversi dalla gestione Fonseca, sono venute a mancare anche le due “scorciatoie” per risalire il campo: la fisicità di Dzeko e gli strappi in conduzione di Spinazzola. Un regista forse servirebbe, ma il mercato è già stato molto dispendioso.
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