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, 11 Agosto 2021

L'Atalanta sta progettando una nuova difesa


Dopo l'addio del '98 Romero, la Dea ha accolto Demiral e Lovato, aggiungendo alla propria difesa profili altrettanto giovani e di qualità.


Per un Cristian Romero che va, ci sono un Merih Demiral e un Matteo Lovato che arrivano. Questione di progettazione. Quella di un'Atalanta che, dopo l'ennesima cavalcata Champions della scorsa stagione, si appresta a vivere un altro campionato da protagonista.

La partenza de "El Cuti" è stata dolorosa. Cresciuto nel Belgrano ed esploso nel Genoa, il difensore argentino ha contribuito con 42 presenze alla strepitosa annata dei nerazzurri ed è stato una delle chiavi principali della difesa a tre di Gian Piero Gasperini. Eppure, per quanto difficile da digerire, l'addio del '98 di Cordoba ha comunque ancora una volta posto l'accento sulla grande lungimiranza del club di Percassi. La partenza direzione Tottenham di Romero è avvenuta all'interno di un affare da 50 milioni di euro tra parte fissa e bonus con gli Spurs. Una cifra che potrebbe presto far registrare una ricca plusvalenza all'Atalanta che aveva prelevato il giocatore in prestito biennale a due milioni dalla Juventus e che lo ha recentemente riscattato per 16. Denaro guadagnato e investito immediatamente per portare a Bergamo un altro ex bianconero - Merih Demiral - atterrato in Lombardia con la formula del prestito con diritto di riscatto fissato attorno ai 28 milioni.

Grinta

Qualità, garra e personalità. Il centrale turco ex Sassuolo e Alanyaspor si è presentato ai nerazzurri forte delle 24 presenze - appuntatevi questo numero - con la sua nazionale e delle altrettante apparizioni collezionate nella scorsa stagione con la Juventus. Un netto passo in avanti rispetto ai soli 6 gettoni dell'annata 19-20. Quella del suo arrivo a Torino.

Reduce dalla sfortunatissima esperienza europea con la Turchia, Demiral è un colpo studiato a tavolino dalla dirigenza bergamasca e dal suo allenatore. Perché l'ultima annata in bianconero vissuta con Andrea Pirlo in panchina lo ha definitivamente plasmato come difensore capace di agire in una retroguardia a tre, permettendogli di svariare su tutta la linea arretrata e di vestire anche gli atipici panni di terzino destro nei 20 minuti giocati contro l'Inter (dati Transfermarkt). E perché le cinque sfide disputate in Champions League aggiungono esperienza ad un profilo giovane, tecnico, forte negli anticipi e fisicamente difficile da superare per gli attaccanti avversari. Ciò di cui l'Atalanta aveva bisogno per cominciare a progettare la difesa che verrà.

Fiducia

Chi la difesa a tre la conosce già altrettanto bene è Matteo Lovato. Nell'ultima stagione, il 2000 cresciuto tra Padova e Genoa si è sempre seduto al primo banco nelle lezioni tattiche di Ivan Juric. Un allenatore per cui questa disposizione arretrata è essenzialmente pane quotidiano. Studioso e sempre attento ad appuntare ogni piccolo consiglio sul suo quaderno gialloblù, il giovane ex Verona si è messo in luce in Serie A con 24 presenze - ancora, il numero 24 - nell'anno della sua affermazione italiana. E allora ecco che il suo arrivo a Bergamo è sembrato un acquisto quasi naturale ma - non scordiamolo - per nulla banale. La dirigenza della Dea aveva preparato accuratamente il colpo, arrivando sul giocatore prima di altre squadre che già da tempo avevano puntato gli occhi sul gioiellino ventunenne e assicurandosi per 8 milioni più 3 di bonus il sì di un centrale rapido ed esplosivo.

E chissà se, al momento della firma del contratto fino al prossimo 2025, Lovato avrà pensato di nuovo a quel 18 luglio del 2020, quando fu proprio l'Atalanta a segnare il suo esordio in Serie A. Quasi la chiusura di un piccolo cerchio per lui.

Un '98 e un 2000 per sostituire il partente Romero. Una plusvalenza reinvestita sulla qualità di Demiral e un altro piccolo tesoretto riposto sulle spalle dell'ex Verona. Dopo aver fatto sognare sul campo i propri tifosi, l'Atalanta ha ricordato a tutti - se ancora ce ne fosse bisogno - l'enorme capacità di progettazione nerazzurra.

  • Cagliaritano, classe '96. Laureato in Scienze Politiche ed ex stagista alla Gazzetta dello Sport. Pallavolista da quando ho memoria, amo i libri, i viaggi, il mare e lo sport. Raccontarlo è la mia passione.

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