, 3 Agosto 2021
3 minuti

Considerazioni sparse post Italia-Argentina (2-3)


Una sconfitta che sa di occasione persa e di fine ciclo. Uscire così fa malissimo.


- Dopo 6 semifinali consecutive, dopo il bronzo del 2012 e l’argento 2016, l’Italia esce ai quarti dopo un match tiratissimo contro la grande sorpresa di questa Olimpiade. E’ una sconfitta che fa male perché con ogni probabilità segna la fine di un ciclo -Juantorena dovrebbe lasciare, lasciando un vuoto difficilmente colmabile, insieme al CT Blengini e a Colaci- e sa di occasione persa: l’Argentina, per quanto in trance agonistica, era il miglior accoppiamento possibile ai quarti;

- Il primo set si gioca su livelli altissimi, con pochi errori ed un’altissima qualità nel cambio palla e l’Italia si impone meritatamente 25-21. Il secondo parziale è probabilmente il nostro grande rimpianto ed il turning point del match: gli azzurri partono alla grande e sembrano in controllo, poi inanellano una serie insensata di errori al servizio che riportano in partita l’Argentina, che alla fine si impone 23-25. Il contraccolpo psicologico ci porta a rincorrere il terzo parziale, dove non bastano gli ingressi positivi di Piano e Vettori per colmare il vantaggio iniziale argentino (22-25). Il quarto è un monologo dell’Italia (25-14), che arriva con fiducia al tie break, dove ritrova ritmo anche negli attacchi al centro. Sul 10-8 per noi, nel parziale decisivo, sale in cattedra Bruno Lima: prima un turno di servizio che vale il sorpasso, poi un colpo da fenomeno su ricostruzioni che spegne ogni velleità azzurra;

- L’amarezza è acuita dal fatto che l’Italia non ha giocato male, ma purtroppo le è mancato qualcosa nei momenti cruciali del match. Ha pesato tantissimo nel rendimento la pessima Olimpiade di Ivan Zaytsev, l’eroe della semifinale di 5 anni fa, che oggi ha chiuso con 7 punti in attacco (in 3 set) e nessun ace. Giannelli è un grande palleggiatore e ha disputato un’altra buona gara, ma ha perso la sfida con il suo omologo De Cecco, semplicemente straordinario. Osmany Juantorena -che peccato vederlo chiudere la carriera in nazionale così- ha giganteggiato anche oggi, ma non è bastato;

- La grande impresa dell’Argentina merita qualche riga. Inserita nel girone di ferro con Brasile, Russia, USA e Francia, sembrava dover recitare il ruolo di sparring partner, invece se l’è giocata con tutte passando addirittura come terza. Coach Mendez ha indovinato ogni mossa (la scelta di puntare su Lima come opposto su tutte), ha creato un gruppo unito, deciso a forzare ed estremamente organizzato nella fase di muro-difesa. Tutti i giocatori sembrano essere andati oltre i loro limiti, sfornando performance impressionanti. Il resto l’ha fatto la classe infinta di De Cecco, che ha consentito di giocare una pallavolo rapidissima e sempre con 4 uscite d’attacco credibili, e anche ha servito sapientemente i suoi in base al momento del match, sovraccaricando a turno Solé, Conte, Lima e Palacios;

- Qualche nota positiva ce la portiamo comunque a casa. In primis la straordinaria Olimpiade da “veterano” del 19enne Michieletto, oggi 17 in attacco, 3 muri e 2 ace. Luca Vettori, spesso criticato e convocato quasi a sorpresa, è entrato anche oggi nel momento più complesso sfoderando una prova solida. Riccardo Sbertoli ha risposto presente ogni volta che è stato chiamato in causa. In assoluto, le scelte in termini di convocazioni di Blengini si sono rivelate giuste (unico dubbio su Kovar, sfruttato poco o niente), purtroppo l’allenatore si congeda malinconicamente dopo un percorso di 6 anni tutto sommato positivo. 

Autore

  • Giornalista classe 90', da sempre innamorato della radio, ho diretto per 3 anni RadioLuiss e collaborato con varie emittenti in qualità di conduttore. Attualmente mi occupo di comunicazione d'impresa e rapporti istituzionali. Pallavolista da una vita, calciofilo per amore, appassionato di politica e linguaggi radiotelevisivi, nella mia camera convivono i poster di Angela Merkel, Karch Kiraly e Luciano Spalletti.

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