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lundini
, 8 Luglio 2021

Considerazioni sparse post 12a puntata di "Una Pezza di Lundini"


L'ubiquità di Barbara Galavotti e la pagaia di Marta Flavi ci ricordano che la genialità di Lundini non ha più limiti. Paolo.


- Formato maxi (54 minuti!) per la nuova puntata dello show di Lundini che, dovendo temporeggiare per la fine della partita dell'Italia e raccogliere così qualche lundiniano in più, ci delizia con i "pezzetti", una sorta di best of della seconda stagione. Per entrare quindi in clima pre-puntata, si parte con l'intervista a Saviano, passando poi per vari sketch, come quello del Dottor Gamba, e finendo giustamente con la hit estiva "LA DROGA NO". Dopo circa 20 minuti, si fischia allora l'inizio della dodicesima puntata che verrà ricordata soprattutto per l'intervista al primo ospite, perché, dopo quella a Bugo e a Greta Scarano, Lundini sale ancora in cattedra e tiene l'ennesima lectio magistralis sul Surrealismo comico;

- Tra le gag in studio torna il gioco a premi: dopo quello di indovinare i fagioli nel barattolo (grande citazione del quiz dell'indimenticabile Raffaella Carrà), ecco che arriva "Indovina qual è Marta Flavi con una pagaia". Come al solito, Lundini continua a portare avanti brillantemente la critica verso la televisione generalista italiana - principale missione del suo show -, aggiungendo un ulteriore tassello e bersagliando così le deboli forme di intrattenimento ancora inspiegabilmente in vita sul palinsesto Rai. Come è possibile che nel 2021 ci si debba ancora sciroppare dei casi umani come concorrenti che telefonano da casa parlando a fatica italiano o i quiz basati sullo svelare identità segrete? Mistero;

- Commentando invece gli sketch video, si conferma sempre come presenza fissa il medico Rapone che, giocando nuovamente sul vincente espediente della lastra, usa un efficace doppio senso come ribaltamento comico: simpatico, ma sicuramente non la gag meglio riuscita. Passiamo poi a "Wild Safari" con Valerio Coletta che dopo tre puntate ritorna e, in poco più di un minuto, riesce a fare un divertente collegamento non-sense, nel suo stile, tra gli struzzi africani e Willy il Coyote. Ultimo video è "Contacting Bowie" che fa ridere, e anche molto, proprio perché non segue il suo solito canovaccio, ma cambia totalmente dinamiche e si affida solo alla verve comica di Alessandro Gori: ebbraaav lo Sgargabonzi!;

- Nella prima intervista Lundini vuole approfondire il tema dello spazio e dell'universo, invitando quindi come ospite, in collegamento da Ginevra, la nota biologa e divulgatrice scientifica Barbara Galavotti. Come è giusto che sia, non usciamo da questo momento televisivo con le idee più chiare sulle quattro, o forse cinque, forze fisiche che governano la natura, ma abbiamo la fortuna di assistere ad un altro riuscitissimo esperimento di Valerio Lundini, il vero scienziato dell'umorismo dell'assurdo. Infatti, dopo aver svelato il mistero del green screen degli ospiti in collegamento - curiosità che comunque attanaglia la maggior parte dei telespettatori a casa - l'intervista subisce il suo turning point. Ecco allora il colpo di genio esagerato di Lundini e gli autori: la Gavalotti, oltre ad essere in collegamento da Ginevra, a causa di un problema con la redazione è presente anche in studio. Come detto, siamo disarmati, non siamo più in grado di capire quanto ancora lontano riuscirà a spingersi Lundini con la sua creatività surreale, perché è evidente che sta cambiando le regole del gioco, diffondendo il nuovo verbo comico, facendoci aprire gli occhi ed indicandoci la retta via. Siamo degni di partecipare alla tua mensa? In Valerio we trust;

- Secondo e ultimo ospite è Max Pezzali, storico front man degli 883 e simbolo della nostalgia degli anni 90. Il momento televisivo dell'intervista non è certo paragonabile al precedente in quanto ad avanguardia, ma contiene comunque ottime trovate e ci fa divertire. Infatti, dopo scheda di Gori - sempre una certezza -, contenente un'interessante esegesi delle canzoni del cantante pavese, la Fanelli si lancia in uno struggente monologo sulla "napoletanità quella buona", supportata dal suo fondamentale mental coach Stefano De Martino. Entrando invece nel merito dell'intervista, la vis comica della gag ruota attorno al sapiente uso delle singole parole, come spesso accade nello show, sfruttando un climax che confonde il telespettatore, non facendogli capire che la gag comincia sin da subito. Infatti, all'inizio l'impressione è che Lundini rivolga una critica ai conduttori televisivi che, chiamando altri artisti per nome, vogliono vantare legami stretti che non hanno. Tuttavia, proseguendo si comprende che la deriva surreale sta facendo il suo corso, e non si può fare altro che attendere e capire dove si verrà trascinati. L'intervista, oltre ad essere stata ben scritta, funziona molto grazie alla naturalezza con cui Max Pezzali recita, riuscendo a farci dimenticare la pessima performance del collega J-Ax nella puntata precedente.

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