Considerazioni sparse post Italia-Spagna (5-3 d.c.r.)
Sappiamo vincere giocando bene, ma sappiamo venirne fuori anche quando c’è da soffrire. Si vola in finale e si gode come i matti ♥️🇮🇹
- Difficilissimo provare a scrivere razionalmente ed oggettivamente di quanto visto in questi 120 minuti più rigori. Troppa la felicità, troppe le emozioni, troppa la goduria. Anche perché vincere dominando e facendo calcio champagne sposta il racconto su binari più precisi e tangibili all’occhio umano, ma quando sono il cuore, la freddezza e la voglia di raggiungere l’obiettivo a fare la differenza, si entra in un campo metafisico dove l’analisi si fa più complicata. Vogliamo comunque provarci. Onore alla Spagna, ma questa Nazionale ha un cuore che non ha limiti. Oltre ad un portiere che fa uno sport a parte;
- Partiamo proprio dal nostro portiere perché Donnarumma è una cosa che non esiste e fa ridere vedere in tanti accorgersene ora. Su questa finale ci sono prima di tutto le sue manone, il suo talento e la sua personalità. Ah, per doveri di cronaca: il ragazzo è alla quarta lotteria dei rigori vinta su quattro in carriera. Un fenomeno e una garanzia per il futuro della Nazionale italiana e di qualsiasi squadra di club pronta a permetterselo;
- Donnarumma a parte, bisogna essere onesti: la Spagna ha fatto una partitona e forse ai punti avrebbe pure meritato di passare. È stata la nostra partita più sofferta, in cui non siamo mai riusciti ad avere il dominio territoriale ed il pallino de gioco. Dani Olmo tra le linee ci ha fatto impazzire e se solo Oyarzabal fosse stato un pelo più concreto magari parleremmo di un’altra partita. Bravi noi a non scomporci e a rispondere colpo su colpo alle loro interminabili fasi di possesso palla. Alla fine la lotteria dei rigori ha premiato la squadra con il portiere più forte;
- È stata durissima e lo è stata anche per la nostra spina dorsale composta da Bonucci, Chiellini e Jorginho: i tre hanno faticato tanto contro le mille mezze punte spagnole, ma hanno stretto i denti e lottato come i leoni. Il rigore di Jorginho poi è poesia in movimento: freddo come un ghiacciolo, decisivo come pochi giocatori in questo Europeo. Capitolo altri singoli: devastante Chiesa, capace per l’ennesima volta di esaltarsi nelle difficoltà e salire in cattedra quando salgono pressioni e posta in palio. Partita solidissima poi di Di Lorenzo. Bene anche Emerson Palmieri. Un po’ impacciato Toloi;
- Nella Spagna Dani Olmo ha disputato il match della vita e Pedri è destinato a diventare un giocatore generazionale. Ma stasera poco ci importa: si vola in finale e lo si fa con una squadra vera, forte, con un’identità di gioco ben precisa e due coglioni giganteschi. Forza Azzurri, regaliamoci un sogno.
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