Logo sportellate
Carl Nassib durante una partita di NFL.
, 26 Giugno 2021

Carl Nassib ha rotto la barriera dell'omosessualità in NFL


Quanti lo seguiranno?

I post di congratulazioni hanno sciamato sui social media quando, lunedì, Carl Nassib, defensive lineman dei Las Vegas Raiders, ha annunciato sul suo profilo Instagram di essere gay, diventando così il primo giocatore di NFL a farlo mentre è ancora in attività.

La casacca e le magliette con il suo nome sono diventate gli articoli più venduti del merchandising NFL. Alcuni fra i volti più noti della lega, come Saquon Barkley – running back dei Giants ed ex compagno di squadra di Nassib a Penn State – e J.J. Watt dei Cardinals, hanno manifestato il proprio supporto per Nassib attraverso Twitter. Anche diversi gruppi di advocacy hanno riconosciuto e lodato l’importanza della dichiarazione di Nassib.

Penso che tutti vedranno quello che ho visto io per anni: lo sport è molto più aperto di quanto si pensi” ha detto Cyd Zeigler, uno dei fondatori di Outsports, sito di news che tratta i temi LGBT all’interno del mondo sportivo.

Tuttavia, per Nassib, la decisione di rendere pubblico il proprio orientamento sessuale è stata un “tormento” tenuto nascosto per quindici anni. Il fatto che sia l'unico atleta in attività ad essersi dichiarato gay nelle quattro maggiori leghe sportive statunitensi rende l’idea dell’altezza di questa barriera. Gli atleti uomini sono costretti a valicarla per vivere il proprio genere od orientamento sessuale quando questo non si conforma agli standard tradizionalmente tollerati negli spogliatoi.

Anche altri sportivi omosessuali hanno detto di essersi sentiti inibiti dalle pressioni – e forse ancora lo sono nonostante il processo sociale verso una maggiore apertura – tanto semplici quanto potenti. Negli spogliatoi e sul campo da gioco, gli atleti maschi vengono formati per esprimere lo standard eteronormato della mascolinità.

Penso siano gli uomini e la cultura del machismo in cui si giocano gli sport professionistici ad impedire a chi si identifica come gay, bisessuale o queer di dichiararsi", ha detto Richard Lapchick, direttore dell’Institute for Diversity and Ethics in Sport.

Tuttavia, alcuni atleti maschi hanno comunque deciso di fare coming out nonostante le preoccupazioni per la propria sicurezza e le reazioni negative da parte di compagni e tifosi. Nel febbraio 2014, l’NBA è stata la prima lega sportiva americana ad avere un giocatore omosessuale in attività. Infatti, Jason Collins ha fatto si è dichiarato nella primavera precedente al suo arrivo ai Brooklyn Nets. Nello stesso anno, però, Collins si è anche ritirato.

Jason Collins nella sua militanza ai Boston Celtics 2012/13.

Michael Sam, defensive end all-American di Missouri, si è dichiarato diverse settimane prima che Collins venisse messo sotto contratto dai Nets, proprio nella fase di avvicinamento al draft NFL. I Rams lo hanno selezionato alla settima e ultima scelta del secondo giro e Sam, evidentemente commosso, ha baciato il suo ragazzo in diretta nazionale. È stato uno degli episodi con più visibilità per l’omosessualità maschile nella storia dello sport.

Tuttavia, i Rams lo hanno tagliato prima della fine della preseason. I Dallas Cowboys gli hanno poi offerto un contratto nella loro seconda squadra. Non l'hanno mai schierato in una partita di regular season. Michael Sam si è ritirato nel 2015.

Saltuariamente, una manciata di sportivi noti hanno fatto coming out negli anni, ma sempre dopo essersi ritirati. A metà degli anni duemila, però, il numero di ex atleti che hanno deciso di parlare della propria omosessualità è aumentato, facendo pensare ad un cambiamento nella cultura sportiva. Atleti come l’ex NBA John Amaechi (2007) e gli ex NFL Wade Davis (2012) e Kwame Harris (2013) hanno reso pubblica il proprio orientamento sessuale attraverso biografie, riviste e, nel caso di Harris, in un’intervista alla CNN.

Per quanto riguarda la MLS, il campionato statunitense di calcio, hanno militato due giocatori apertamente gay: Robbie Rogers, il cui coming out risale al 2013, e Collin Martin, dichiaratosi nel 2018.

Un caso straordinario è quello di Glenn Burke, esterno di Dodgers e Oakland Athletics durante le sue quattro stagioni in MLB negli anni ‘70. Burke è il primo giocatore di Major League ad aver apertamente parlato della propria omosessualità con i suoi compagni di squadra. Tuttavia, Burke scelse di fare outing pubblicamente solo tre anni dopo la partita del suo ritiro. Morto nel ’95 a seguito di complicazioni date dall’AIDS, Glenn è sempre stato sostenuto da alcuni dei suoi compagni, anche se spesso fu vittima di discriminazione.

Il momento propizio per il coming out di altri atleti impegnati nella NFL potrebbe essere scemato quando la carriera di Michael Sam si è interrotta prima ancora di cominciare. Il gesto di Nassib è stato accolto più velocemente – almeno pubblicamente – fra i suoi pari visto lo status del giocatore stesso, già veterano della lega.

Nassib ha giocato cinque stagioni in NFL e ha sempre tenuto un basso profilo giocando in un ruolo poco in vista, ma comunque importante. Scelto dai Cleveland Browns al draft 2016, ha collezionato 73 presenze di cui 37 da titolare, con uno score di 143 tackle.

Secondo Zeigler, la visibilità di Nassib potrebbe aprire a nuove possibilità di parlare dei temi legati alla community LGBT nel mondo dello sport. “Tantissime persone ne parleranno nei prossimi giorni e lo faranno ancora quando giocherà la sua prossima partita e ancora quando intercetterà un passaggio e servirà la palla per il touchdown. Giocatori e squadre sapranno gestire qualche telecamera in più puntata addosso. Si è aperto un dibattito che andrà avanti per un po’.”

Gli sport maschili a livello professionale non hanno tenuto il passo con quelli femminili, in cui atlete famosissime sono ormai identificate e celebrate per le istanze LGBT che rappresentano. Le stelle di WNBA Diana Taurasi, Brittney Griner ed Elena Delle Donne sono alcune delle sportive apertamente lesbiche, mentre Layshia Clarendon si identifica come transgender e non-binary. A gennaio, Clarendon è diventatǝ lǝ primǝ giocatorǝ ancora in attività a sottoporsi ad un intervento di top surgery.

Megan Rapinoe, calciatrice fondamentale per la nazionale statunitense e fidanzata della giocatrice WNBA Sue Bird, ha dichiarato dopo una partita dei Mondiali 2019, che “non si possono vincere dei titoli senza avere gay in squadra.” A quell’edizione della Coppa del Mondo hanno partecipato oltre quaranta persone dichiaratamente omosessuali fra giocatrici, allenatori e allenatrici.

Megan Rapinoe bacia la sua compagna dopo aver vinto la finale dei mondiali con gli Stati Uniti.

Inoltre, all’interno dell’Ultimate Fighting Championship (nota ai più con l’acronimo di UFC), la più grande promotion di MMA al mondo, la migliore atleta donna di tutti i tempi e attualmente campionessa delle divisioni pesi gallo e pesi piuma è Amanda Nunes. Lesbica e madre di una bambina.

Diversamente dai colleghi uomini, le sportive hanno potuto godere di una migliore accoglienza da parte del pubblico e da parte delle proprie compagne eterosessuali. Rapinoe e Bird sono fra le atlete più amate e famose al mondo. Al termine del suo ultimo match, Nunes ha portato sull’ottagono sua figlia e la sua fidanzata dopo aver difeso la cintura contro l’australiana Megan Anderson.

Secondo Taylor Carr, capo staff di Athlete Ally, un gruppo di advocacy che rappresenta gli sportivi appartenenti alla comunità LGBT, questa tendenza potrebbe essere spiegata dal maggior senso di cameratismo di cui gode lo sport femminile, dal momento che le donne sono più legate fra loro per via delle lotte sociali collettive che le riguardano. Le atlete hanno combattuto per decenni per ottenere gli stessi contratti degli uomini. La WNBA ha spesso fatto da capofila per molte cause sociali come la campagna delle giocatrici delle Atlanta Dream che sono riuscite a far rimuovere la proprietaria della franchigia Kelly Loeffler, ex senatrice repubblicana della Georgia, dopo che si era opposta al Black Lives Matter.

Quando ci sono così tante persone nello sport femminile che mostrano chiaramente ciò in cui credono, inizi a pensare <<posso competere e vivere per come sono veramente.>> Non sono solo un atleta; posso portare tutta me stessa in campo,” sostiene Carr.

Ci sono dei segnali che testimoniano una maggiore apertura degli americani nei confronti della comunità LGBT. Un cambiamento culturale potrebbe incoraggiare altri atleti uomini gay, bisex e queer a fare coming out pubblicamente. Ad un sondaggio condotto da Gallup quest’anno, il 70% dei partecipanti si è dichiarato favorevole al matrimonio fra persone dello stesso sesso, un aumento del 10% rispetto al 2015, quando la Corte Suprema ha stabilito che tutti gli stati federati devono riconoscere questo tipo di unioni. Allo stesso sondaggio del 2020, il 6% dei partecipanti si è identificata come appartenente alla LGBT, un punto percentuale in più rispetto al 2017.

Ci vorrà del tempo prima che il vento del cambiamento eroda l’omofobia all’interno degli sport maschili, soprattutto in NFL. I giocatori hanno già subito le ripercussioni per aver fatto commenti offensivi e alcuni hanno ritrattato immediatamente.

Al momento del coming out di Collins, Mike Wallace, wide reciever dei Philadelphia Eagles, disse su Twitter che non capiva come mai “con tutte queste belle ragazze in giro, ci fossero uomini che vogliono fare roba con altri uomini.” Dopo poco si scusò ed eliminò il post.

Nel 2002, il running back dei San Francisco 49ers, Garrison Hearst si scusò per aver usato un linguaggio offensivo e per aver detto di non volere giocatori gay come compagni di squadra dopo che l’ex giocatore dei Minnesota Vikings Esera Tuaolo si era dichiarato. Il commento di Hearst ha costretto la proprietà dei 49ers e l’allenatore in prima Mariucci a scusarsi pubblicamente, ma la lega non ha comunque multato il giocatore.

Dal canto suo, la NFL si è sforzata di mostrare supporto alla comunità LGBT. La lega ha sponsorizzato un carro alle New York City Pride Parade del 2018 e del 2019, ha aderito all’iniziativa di includere l’arcobaleno negli avatar dei propri social media durante il mese di giugno (Pride Month), e ha sostenuto il You Can Play Project, che promuove l’inclusività negli sport giovanili.

Il banner ufficiale della NFL al Pride.

Troy Vincent, vicepresidente esecutivo della NFL, ha scritto un saggio l’anno scorso in cui sosteneva che la NFL fosse pronta ad accogliere il proprio primo giocatore dichiaratamente omosessuale. La NFL, così come i Raiders, hanno riposto al video di Nassib con delle emoji di cuori.

Lapchick, che ha studiato per oltre 25 anni gender practice e risorse umane in ambito sportivo, ha notato un cambiamento culturale nel football americano. “Se cinque anni fa mi avessero detto che la NFL e le franchigie avrebbero usato delle icone di cuori nella propria comunicazione, non ci avrei creduto,” ha detto. “Specialmente fra gli uomini, c’era il timore di dichiararsi, ma Carl ha spezzato questa barriera. Credo che la reazione scatenata dimostri agli altri giocatori di NFL che anche loro possono farlo.

  • Giacomo Zamagni da Rimini: sportivo da divano e traduttore freelance. Cresciuto a pane e motori ho tradito la mia famiglia innamorandomi del calcio e di tutto ciò che prevede un pallone. Curioso per natura e accidioso per convenienza. Sogno Totti, Micky Ward, Jay Adams e Valentino Rossi. Amo i giusti, gli outsider e i folli.

Ti potrebbe interessare

10 momenti dello sport italiano nel 2024

Come non raccontare l'incubo del Franchi

World Series 2024: NY vs LA, Judge vs Ohtani

Campioni si nasce o si diventa?

Dallo stesso autore

Ha senso difendere sui tiri da fuori?

Thanks for your leadership, Jake Daniels: omosessuale e calciatore professionista

Quanto costa un calciatore?

Kevin Durant segna da dove vuole. Le difese non sanno più che fare.

Sono meglio i calci d'angolo a uscire o a rientrare?

Inetto, debole e senza idee: l'umiliazione di Old Trafford

Il Maestro Federico Fellini e la magia perduta del cinema

Ecco cosa sta succedendo alla difesa del Chelsea

E ora parliamo del Qatar

Cristiano Ronaldo ha distrutto la Juventus: che cosa vede il Manchester United in lui?

Newsletter

pencilcrossmenu