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, 15 Giugno 2021

Considerazioni sparse post Francia-Germania (1-0)


La Francia è la squadra da battere (anche se lo sapevamo già tutti quanti).


- Il vertiginoso incrocio di Monaco di Baviera mette di fronte francesi e tedeschi così presto che forse anche noi facciamo fatica a renderci conto dell'importanza di una partita che mette in palio qualcosa che trascende i 3 punti validi per la classifica di un girone vietato ai deboli. Come la sposa ad un matrimonio, la Francia entra per ultima in questo Europeo, carica di aspettative e con tutti gli occhi addosso e, come primo atto, deve chiedere alla Germania il permesso di essere la favorita perché, se la storia di questo sport ci ha insegnato qualcosa, è che se vuoi vincere i tedeschi devono essere d'accordo. Il test è superato e, così su due piedi, riesce difficile immaginare chi possa fermare gli uomini di Deschamps;

- L'equilibrio di un avvio di studio matto e disperatissimo è rotto dalla lussureggiante qualità di un Paul Pogba che sale in cattedra come in tempi d'allegriana memoria, quando da garzoncello scherzoso dominava senza sforzo i campi del Bel Paese con l'eleganza della sua fisicità. La miglior versione del Polpo squarcia le resistenze teutoniche, aprendo gli scenari di un primo tempo a tinte Blues che spaventano con l'importanza del fronte offensivo e incalzano con le arrembanti cavalcate di un travolgente Lucas Hernandez, che provvederà alla fornitura di analgesici per il frastornato Kimmich. Alla fine è Hummels a pagare per tutti, un altro che non passa proprio una serena serata di gestione, che si autotrafigge in segno di resa;

- Ma, come è ben noto, con i tedeschi non è mai così facile e la Germania nella ripresa indossa la faccia cattiva del suo leader carismatico Thomas Muller e fa fondo a tutto il suo spirito pugnace per rendere la ripresa più ardua possibile ai campioni del Mondo in carica. Lo sforzo profuso è grande e anche i tedeschi non sono squadra senza qualità, ma alla fine Lloris non sporca i guanti mentre a segnare sono ancora i francesi, anche se le prodezze di Mbappe e Benzema vengono cancellate dall'arida geometria che, senza sentimenti alcuni, conosce solo le misure. Termina 1-0, proprio di misura, ma la prova era di quelle toste;

- Diciamola una cosa banale: la Francia è una squadra fortissima. Certo, non è la novità del giorno, ma l'impressione è che la squadra di Deschamps, oltre ad avere a disposizione un arsenale di soluzioni impressionanti (e per rendersene conto basta leggere una manciata di nomi e cognomi), abbia raggiunto un livello ulteriore di maturità e di consapevolezza, che la portano a giocare quasi con serenità. Pogba esce dalle cantine del 2015, e forma con Kanté (del quale non serve aggiungere molto) e un centratissimo Rabiot un centrocampo di rara completezza, che accompagna una squadra che sa quando accelerare e quando aspettare, e sembra decidere in totale autonomia i tempi della partita. Se poi la condizione fisica è quella di stasera, trovare un punto debole è roba da cercatori d'oro;

-Se la Francia è esattamente la corazzata che ci aspettavamo, questo significa anche che per la squadra di Low nulla è perduto e la sconfitta di stasera, anche se brucia da morire, è figlia principalmente di un pessimo sorteggio e di un infido calendario. Il girone F è follemente zeppo di qualità, ma la Germania è una squadra che ha tutte le capacità per andare in fondo e, a guardar bene, si è visto anche stasera, al cospetto di una macchina da guerra come la Francia. Forse i tedeschi pagano l'assenza di un centravanti di spessore, ma la squadra non è di quelle che si affrontano facilmente. Contro il Portogallo sarà già il momento della verità, e in questi casi la Germania raramente sbaglia.

  • Nato a Biella il 30/07/93, laureato in Matematica per motivi che non riesco a ricordare. Juventino di nascita, vivo malissimo anche guardando le partite dell’Arsenal, di Roger Federer e di qualunque squadra io scelga a Football Manager (unico sport che ho realmente praticato). Fanciullescamente infatuato di Thierry Henry, sedotto in età consapevole da Massimiliano Allegri, sempiternamente devoto a Noel Gallagher.

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