Considerazioni sparse post Belgio-Russia (3-0)
Il Belgio, nel segno di Lukaku, si sbarazza agilmente di una friabile Russia e inizia bene il suo Europeo, consapevole di poter arrivare fino in fondo.
- "Chris, stay strong! I love you!". E' il messaggio che Lukaku riserva in mondovisione a Eriksen, suo compagno di squadra all'Inter, in seguito all'aver siglato la rete del vantaggio nel match inaugurale di Euro 2020 del Belgio contro la Russia. Le parole di Big Rom hanno un eco forte, sono le stesse che tanti di noi hanno pensato o vorrebbero destinare al numero 10 danese dopo gli attimi drammatici di Copenaghen del tardo pomeriggio. Ci sembra doveroso dare la testa delle considerazioni al momento più emozionante della gara di San Pietroburgo;
- Per il resto la gara della Gazprom Arena non riserva soprese. Il Belgio, quattro o cinque piste superiore alla Russia, ha portato a casa la pratica suggellando il detto "massimo risultato con il minimo sforzo". Perché le due reti segnate dai Diavoli Rossi nella prima frazione sono dei doni gentilmente offerti dai benefattori russi alla corazzata del ct Martinez. Il primo è un assist portentoso - si intende ironicamente - del centrale difensivo Semenov che regala a Lukaku con un goffo rinvio il pallone del vantaggio. Il secondo è frutto di una rivedibile respinta bassa dell'estremo difensore degli Orsi Sunin, che prima dell'incontro forse ha strofinato del sapone sui suoi guanti, con il neoentrato Meunier a depositare facilmente il 2-0;
- La corazzata belga, una delle favorite a nella corsa alla vittoria dell'Europeo, durante la sfida ha principalmente preferito viaggiare a marce basse, approfittando degli scellerati errori dei padroni di casa e amministrando le energie anche se Castagne, vittima di un colpo alla testa, e Vertonghen, colpito duro da Dzyuba, hanno alimentato un bollettino di guerra che vede sul taccuino Witsel e al momento il fuoriclasse De Bruyne. Nel crepuscolare della disputa Lukaku posa poi l'ombrellino nel long drink e fissa la doppietta. Abbiamo il presentimento che voglia caricarsi sulle sue spalle giganti il Belgio verso la finale di Londra;
- Cosa dire della Russia sospinta dalle migliaia di tifosi occorsi a San Pietroburgo? La qualità e il miele sui piedi scarseggia per buona parte degli interpreti russi. Se aggiungiamo le opinabili mosse del "santone" Cercesov, che aveva condotto gli Orsi quasi miracolosamente ai quarti al Mondiale del 2018, diventa quasi impossibile sovvertire il pronostico con i Diavoli Rossi. Incomprensibile lasciare fuori Miranchuk per inserirlo a mezz'ora dalla fine al posto di Cherysev, inoltre altro dei pochi russi a possedere "calcio" nelle sue scarpe. L'allenatore della Russia però può poco rispetto agli obbrobri individuali dei difensori (bei tempi quando c'erano Ignashevich e i gemelli Berezutski). Piuttosto da annotare la bellezza estetica di Golovin quando porta palla e le ripetute sponde aeree del marcantonio Dzyuba. Vedremo se la Russia riuscirà a passare il turno, ma le premesse non sono le più incoraggianti;
- Chiosa finale sul Belgio. Ribadendo un Lukaku da migliore della partita, la Golden Generation guidata da Martinez sa di poter finalmente terminare la metamorfosi da grande promessa a nazionale vincente. Per coronare questa trasformazione servirà sicuramente ritrovare De Bruyne e un Eden Hazard versione deluxe, altrimenti potrebbe rimanere l'eterna incompiuta. A centrocampo Tielemans dovrà salire di giri, mentre Meunier è entrato con la faccia giusta.
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