Considerazione sparse sull'arrivo di Sarri alla Lazio
Con l'arrivo di Maurizio Sarri la Lazio segna un deciso passo di discontinuità con il passato.
- Un paio d'occhiali su di un tavolo, un posacenere mezzo pieno con una sigaretta ancora fumante. Si era stanchi, spossati ma felici. Gli sguardi, come in un piano sequenza di Leone, facevano trapelare l'inizio di un qualcosa di nuovo, di una rivoluzione. Il clima, in effetti, aiutava. Sembrava di essere nella Cuba in quel fatidico 26 Luglio dove si respirava umidità, Hemingway e fumo. Quella penna appoggiata sul tavolo ha appena iniziato a scrivere un futuro differente, nuovo, magari incerto, ma denso di quello slancio emozionale che solo gli occhi di un Comandante potevano trasmettere, sebbene fossero nascosti dietro una montatura retrò;
- Per la trama, i personaggi, il mistero, il carico rivoluzionario e la paura - dovuta soprattutto agli ormai famosi trascorsi con El Loco Bielsa e David Silva - che questa trattativa si è portata dietro, essa segna un deciso cambio di passo nella storia della presidenza Lotito. Non ci si poteva esimere nel romanzare in chiave noir i momenti finali che hanno portato Maurizio Sarri sulla sponda biancoceleste del Tevere;
- L'ambiente era depresso, spiazzato, deluso, amareggiato e rabbioso dopo la notte che aveva visto dapprima Inzaghi firmare, stando a quasi tutta la stampa specializzata, e rinnovare la sua lunghissima carriera in casa Lazio salvo poi sapere che, nello spazio di 12 ore, aveva dato il suo placet a Zhang approdando, quindi, nella Milano nerazzurra. Ora però, il tifoso laziale può tornare a sorridere;
- Serviva un'inversione di tendenza decisa e, forse, l'aver profondamente leso l'orgoglio del patron biancoceleste ha fatto scoccare quella scintilla che ogni tifoso Laziale attendeva, ormai, da anni. Ci sarà, sicuramente, ancora incredulità in molti (sì, diciamo che non siamo del tutto abituati a questi voli emozionali) ma occorre che ci si svegli e si creda che forse, davvero, qualcosa è cambiato. L'apprensione del mercato sarà marginale perchè gli obiettivi sono chiari e condivisi e, questa volta, l'allenatore avrà un peso specifico nelle decisioni che negli scorsi cinque anni non si era visto nelle stanze dei bottoni;
- Cambia anche il punto di osservazione tattico: dall'ormai granitico ed inflessibile 352 si passerà ad un più elastico 4321 o 433. L'imbucata dopo il possesso palla nella trequarti avversaria dovrà divenire la salmodia che Savic, Alberto, Immobile e compagnia dovranno recitare dinanzi a, si spera, un Olimpico pieno e strabordante, nutrito da una linfa nuova e da un'entusiasmo di cui, francamente, se ne sentiva davvero il bisogno. Adelante Comandante!
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.