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, 8 Giugno 2021

Le migliori 5 partite dell'Italia agli Europei


Spinti dal grande hype che si è creato attorno alla spedizione azzurra per gli imminenti Europei, ripercorriamo i nostri migliori momenti nella storia della competizione. Sono momenti indelebili che resteranno per sempre nella memoria collettiva di tutti noi, momenti in grado di unire un'intera nazione e far riaffiorare l'orgoglio e lo spirito italiano. Augurandoci di poter assistere presto ad altre "notti di sogni, di coppe e di campioni", riviviamo le migliori 5 partite della Nazionale Italiana agli Europei di calcio.


1. Europei 1968: Italia - Jugoslavia 2-0 (10 Giugno, finale)

Prima partecipazione alla fase finale degli Europei di calcio e primo titolo per la Nazionale Italiana.

A dire il vero le premesse della vigilia non sono positive. Proveniamo, infatti, dall'umiliazione subita per mano della Corea del Nord ai Mondiali del '66. Eppure, capitanata da Facchetti e guidata da Ferruccio Valcareggi, la Nazionale sale sul tetto d'Europa dopo 5 giorni in cui accade praticamente di tutto.

In semifinale l'Italia supera l'Unione Sovietica soltanto grazie all'esito favorevole della monetina (i calci di rigore vennero introdotti solo più tardi). In finale ci aspetta la Jugoslavia, che ha estromesso gli inglesi campioni del mondo in carica. La finale si gioca in due episodi: nel primo l’Italia è timorosa e si lascia sopraffare per larghi tratti dagli avversari. A 10’ dalla sconfitta Domenghini scarica un bolide da calcio di punizione e fissa il punteggio sull’1-1, forzando la ripetizione. Due giorni dopo Valcareggi stravolge la formazione: dentro Salvadore, De Sisti, Rosato, Mazzola e Riva (al rientro dopo una frattura ad una gamba) per Castano, Ferrini, Lodetti, Juliano e Prati. Il ct intuisce che occorrono forze fresche e la storia gli dà ragione; l'Italia è completamente rinvigorita e va in vantaggio proprio con Riva al 12’: il tiro sbagliato di Domenghini si trasforma in un assist perfetto che Gigi converte col suo mancino. Dall’altra parte la Jugoslavia appare in debito d’ossigeno, prosciugata da due estenuanti partite. Dragan Dzajic, mattatore sia con l’Inghilterra che nella prima partita di finale, questa volta è spuntato. E allora ne approfitta Anastasi: stop delizioso al limite dell'area, il pallone si alza quel tanto che basta per essere girato in rete con una potente conclusione di collo pieno. È il sigillo sulla partita e sul titolo continentale dopo soli 31’.

Nell’anno delle rivoluzioni sociali, dei movimenti studenteschi e delle aspre contestazioni, l'Italia si regala il primo (e finora unico) successo ai campionati europei.

https://youtu.be/pHtkJo_tnLY

2. Europei 1980: Italia - Inghilterra 1-0 (15 Giugno, fase a gironi)

Quella del 1980 è soltanto la seconda edizione dei campionati europei di calcio alla quale la Nazionale Italiana partecipa dall'introduzione nel 1960. Dopo due assenze consecutive ('72 e '76), questa volta l'Italia viene ammessa d'ufficio, in qualità di paese organizzatore. Edizione, tra l'altro, dalla formula sperimentale piuttosto curiosa e mai più adottata: è l'unica volta in cui non si giocano le semifinali e l'ultima in cui viene disputata la finale 3°/4° posto (le 8 squadre partecipanti sono divise in due gironi; le seconde di ciascun girone giocano la finalina, le vincenti si contendono il titolo).

La fase storica che il calcio italiano sta attraversando non è affatto delle migliori: lo scandalo del Totonero è emerso vergognosamente pochi mesi prima coinvolgendo giocatori e dirigenti e provocando una macchia indelebile per tutto il movimento sportivo italiano. In un clima così teso era difficile prevedere un cammino positivo. Tuttavia, come la nostra storia insegna, gli italiani riescono paradossalmente a compattarsi proprio nei momenti più difficili. In campo la Nazionale è arcigna e ben organizzata: subisce un solo gol in tutto l'Europeo e addirittura 0 nel girone.

Dopo l'inaugurale 0-0 con la Spagna, l'Italia ha bisogno dei 2 punti (diventeranno ufficialmente 3 solo nel '94) contro l'Inghilterra. Gli avversari sono temibili: tra le fila inglesi figurano tra gli altri Peter Shilton tra i pali e Kevin Keegan.

Nonostante qualche sporadica occasione la partita rimane bloccata, fin quando al 78’ Antognoni supera il centrocampo e appoggia sulla sinistra a Graziani. Improvvisato ala, Ciccio si invola verso l’area di rigore superando in dribbling il proprio marcatore e mette al centro. Il traversone aggira la linea difensiva inglese e sul pallone si avventa Tardelli che insacca di piatto la rete decisiva. Curiosamente, ripescando le immagini dell'epoca, si nota come l'esultanza dell'azzurro è in qualche modo una "prova" della più famosa celebrazione nella finale di Madrid con la Germania.

Sfortunatamente l'Italia non va oltre lo 0-0 nell'ultima partita col Belgio chiudendo il girone al secondo posto a pari punti e stessa differenza reti, ma con meno gol fatti, degli stessi Diavoli Rossi, vedendosi preclusa la possibilità di giocarsi il titolo e giungendo 4a dopo essere stata sconfitta dall'allora Cecoslovacchia ai calci di rigore.

Fortunatamente si dovranno attendere solo un paio di anni per raggiungere la vetta del mondo.

3. Europei 2000: Olanda - Italia 0-0, 1-3 d.c.r. (29 Giugno, semifinale)

Tra le imprese memorabili della Nazionale Azzurra non può non figurare la semifinale degli Europei 2000. È l’Italia che vince all’italiana, che non si dà mai per vinta, risorge dalle proprie ceneri e stacca il pass per la finalissima. È la sofferenza patita che rende ancora più esaltante il trionfo finale. È l’affermazione del catenaccio, della filosofia calcistica nostrana esportata in tutto il mondo: tattica e cinismo (e buona sorte) permettono alla nostra Nazionale di sorridere.

La partita segue un copione semplice e lineare: l'Olanda offende, l'Italia difende. I padroni di casa, sostenuti dai 50.000 dell'Amsterdam Arena, partono col piglio giusto: dopo un quarto d'ora Bergkamp sfugge a Iuliano ma vede la propria conclusione stamparsi sul palo. Pochi minuti dopo Zambrotta termina anzitempo la gara, lasciando i suoi in inferiorità numerica. L'Italia è alle corde e concede un (generoso) calcio di rigore che Toldo devia in angolo. È evidente che per gli italiani sarà un pomeriggio molto lungo, ma sono anche i primi segnali di una partita che sfiora l'epica.

La ripresa prosegue sulla falsariga dei primi 45'. Gli Orange assediano la porta azzurra, finché Iuliano affossa Davids in area di rigore. Secondo tentativo (questa volta calcia Kluivert dopo l’errore di de Boer), secondo errore. Si va avanti, arroccati nella propria tre quarti gli Azzurri respingono l’assalto olandese. Il muro italiano non crolla nemmeno durante i tempi supplementari, permettendo così ad un'Italia stoica di approdare ai calci di rigore. Il resto è storia.

Lo spettro dei calci di rigore che ci ha condannato per tre edizioni consecutive dei Mondiali viene per una notte scacciato dalla magia che aleggia nelle strade di Amsterdam. È la stessa magia che consente a Francesco Toldo di vestire i panni del supereroe. Il portiere si ripete su de Boer, ipnotizza Stam che calcia alle stelle e mette la firma definitiva sul miracolo sportivo italiano neutralizzando il destro di Bosvelt. Nel mezzo un giovincello romano in piena ascesa, all'anagrafe Francesco Totti, suggella l'apoteosi azzurra col cucchiaio col quale beffa van der Sar dagli 11 metri. Alzi la mano chi, da quel momento, non ha mai provato ad emulare quel leggendario gesto sui campi di tutta Italia...

La sequenza dei calci di rigore con cui l'Italia batte l'Olanda.

4. Europei 2012: Italia - Germania 2-1 (28 Giugno, semifinale)

Batman contro Joker, Ettore contro Achille, Apollo contro Rocky, Italia contro Germania. Come nelle migliori sceneggiature originali non c'è modo di contrastare la propria nemesi.

Eppure in occasione della semifinale degli Europei 2012 sembrano esserci tutti gli ingredienti per sovvertire l'epilogo: la nazionale tedesca, reduce da 4 successi consecutivi con Portogallo, Olanda (vicecampione del mondo), Danimarca e Grecia (ai quarti), è una delle più forti di sempre. La rosa di Löw è vicina alla sua piena maturità (2 anni dopo vincerà i Mondiali in Brasile) e insegue la finale europei. Non ha però fatto i conti contro i rivali di sempre. La Nazionale Italiana vive un momento storico complesso: è reduce da una cocente eliminazione ai gironi ai Mondiali 2010 e vive un cambio generazionale. Nonostante questo, mister Prandelli ha creato un gruppo affiatato, col duo di bad boys Cassano - Balotelli a suonare la carica. L'Italia non ha mai perso con la Germania in una partita ufficiale e non è nemmeno questa la volta in cui cambia la storia.

La partita è tutt'altro che agevole. I tedeschi partono forte e sfiorano il subito il gol: Pirlo è miracoloso nel salvare sulla linea su Hummels. Dopo lo spavento l'Italia però si ricompone immediatamente e va il vantaggio al 20' con un colpo di testa nell'area piccola di Super Mario; un quarto d'ora più tardi è ancora Balotelli a lasciare impietrito Neuer con un terra-aria scagliato dal limite dell'area di rigore che si insacca nel sette. È l’apice della carriera dell’azzurro, che si erge ad eroe nazionale nella notte di Varsavia. Nella ripresa i tedeschi provano una reazione rabbiosa ma vedono i propri tentativi concretizzarsi solo nel finale quando Özil accorcia le distanze su calcio di rigore. È troppo tardi: la festa italiana è già cominciata e come 6 anni fa sono gli Azzurri a gioire e centrare l'appuntamento finale.

5. Europei 2016: Italia - Spagna 2-0 (27 Giugno, ottavi di finale)

La vendetta è un piatto che va servito freddo. Dopo la batosta di Kiev in finale 4 anni prima, la Nazionale Italiana estromette con una prova maiuscola gli iberici campioni in carica, che non perdevano nella fase finale di un campionato europeo dal lontano 2008.

La vigilia del campionato europeo sembrava, al solito, tutt'altro che rosea: quasi tutti gli addetti ai lavori etichettavano la rosa azzurra come una delle peggiori ai blocchi di partenza di un campionato europeo. I più nostalgici rimpiangevano i campioni di soli 10 anni prima, ma anche i più ottimisti ritenevano impossibile una lunga permanenza in terra francese. E invece i ragazzi di mister Conte trovano nel gruppo e nello spirito di sacrificio i pilastri di una delle più belle pagine di storia della nostra Nazionale.

In occasione degli ottavi di finale il ct confeziona un vero e proprio capolavoro tattico imbrigliando le brillanti trame offensive spagnole e mettendo in campo una squadra fisica ed indomita. La BBC, colonna portante della Nazionale, è un muro invalicabile che fornisce a tutta la squadra quella convinzione e quella sicurezza di cui ha bisogno.

Gli Azzurri replicano in fotocopia il convincente successo della fase a gironi ai danni del Belgio: un gol nel primo tempo e uno allo scadere per prenotare i quarti con la Germania. Nel mezzo riescono sapientemente ad alternare cattiveria agonistica ed intensità a possesso palla e gestione. È un mix letale per la Spagna, non pervenuta nel pomeriggio di Saint-Denis.

La prestazione offerta dagli Azzurri rasenta la perfezione contro un avversario così ostico: pronti-via e l'Italia è fin da subito arrembante. De Gea compie un miracolo su un'incornata di Pellè, pochi minuti più tardi sono Giaccherini prima e Parolo poi a sfiorare la rete. Nonostante lo sforzo non concretizzato, l'Italia non perde fiducia e finalmente al 33' è Chiellini ad insaccare sugli sviluppi di una punizione calciata da Èder. La Spagna è tramortita e va vicina al k.o. tecnico quando ancora Giaccherini costringe De Gea a superarsi.

Nella ripresa il ritmo è inevitabilmente più contenuto; con un paio di sostituzioni e di aggiustamenti tattici Del Bosque rianima i suoi. Il match diviene più equilibrato e, complice il poco cinismo degli Azzurri, le Furie Rosse vedono sfumare l'unica vera opportunità di pareggiare quando Buffon smanaccia la conclusione ravvicinata di Piqué. Dopo il pericolo scampato, l'Italia riacquista vigore e finalmente chiude i conti con Pellè, confezionando una delle più belle ed emozionanti imprese della nostra storia calcistica.


  • Classe ‘97, genuinamente salernitano. Sta per completare il proprio percorso di studi e cerca di conciliare la passione per la fisica con quella per lo sport. Prestato prima al basket e poi al calcio, ma da sempre innamorato del tennis. Adora la musica rap, il cinema thriller e soprattutto leggere e raccontare.

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