La Slovacchia impenna fino ad Euro2020
Seconda partecipazione consecutiva per la giovanissima Slovacchia che, inserita in un girone tosto ed imprevedibile, vuole sorprendere e bissare gli Ottavi raggiunti nel 2016.
Una delle nazionali più giovani, in lenta ma costante crescita negli ultimi anni: la Slovacchia si presenta ai nastri di partenza di questo europeo con la voglia di stupire. Dal 1993, anno della divisione della Cecoslovacchia, la nazionale della piccola repubblica parlamentare ha sempre fallito sul più bello, non riuscendo mai a strappare la qualificazione per una delle due rassegne.
Nel 2010 la storia cambiò: la vittoria d'autogol contro la Polonia regala la prima, storica partecipazione ad un mondiale. E proprio noi italiani ci ricordiamo della Slovacchia di Hamsik, capace di sconfiggere 3-2 gli azzurri di Lippi campioni in carica estromettendoli dalla competizione con la doppietta di Vittek, miglior marcatore della storia della nazionale con 23 reti. Il 2015 è l'anno della svolta: arriva la qualificazione agli europei del 2016, dove usciranno agli ottavi contro la Germania.
Spostandoci per un attimo dal calcio, parlare della Slovacchia non è affatto semplice: si tratta pur sempre di una delle nazioni più giovani dell'Europa, formatasi ufficialmente il 1° Gennaio 1993 con lo scioglimento ufficiale dell'allora Cecoslovacchia. La capitale, Bratislava, è una delle città più ricche d'arte e di posti da visitare di tutto il mondo: chiese come la cattedrale di San Martino o quella di Santa Elisabetta, conosciuta come la “chiesa blu” per il suo colore. I ponti sul Danubio, pieni di romanticismo e poesia, o il castello di Bratislava, capolavoro d'arte barocca recentemente restaurato, e che ospita il museo nazionale slovacco
Non solo arte: impossibile resistere alla tentazione di un buon piatto di Bryndzové halušky, gnocchi di patate con pancetta e Brynzda, un formaggio di pecora molto saporito. Per i più carnivori come il sottoscritto, consiglio vivamente la Sviečková na smotane, fette di maiale accompagnate da una deliziosa salsa a base di senape e panna, sopraffina. Per chiudere, anche se non ne sono mai andato ghiotto, i Pirohy s lekvárom, piccoli ravioli dolci con marmellata e noci tritate. Il tutto accompagnato da un buon bicchiere di Tokaj, vino prevalentemente ungherese, ma con delle varianti dolci in terra slovacca.
Per ovvi motivi, non è tutto rose e fiori. Fin dalla sua nascita, è stata fortissima l'impronta nazionalista ed anti-ungherese, al punto da violare ripetutamente il cosiddetto “trattato di buon vicinato” del 1995. Tutt'ora gli ungheresi all'interno del territorio non possono usare la propria lingua, né richiedere altre cittadinanze, pena la perdita di quella slovacca.
E tornando allo sport, la stella della Slovacchia ha un solo nome: Peter Sagan. Il ciclista, attualmente alla Bora-Hansgrohe, ha scritto la storia del ciclismo con una serie di record incredibili, su tutti ovviamente i tre mondiali consecutivi tra il 2015 ed il 2017 (Richmond, Doha, Bergen). Come se non bastasse, aggiungiamo anche 7 maglie verdi al Tour de France con annesse 12 vittorie di tappa, tappe al Giro (proprio qualche giorno fa ha vinto la 10a tappa) e alla Vuelta, 3 Gent-Wevelgem e una Parigi-Roubaix. Uno dei corridori più eclettici, spettacolari e amati di sempre.
Poche certezze, tanta esperienza
La Slovacchia parte da due certezze tattiche: la difesa a 4 e un singolo terminale offensivo di riferimento. Al centro della difesa ci sarà sicuramente Milan Skriniar, reduce da una stagione strepitosa con l'Inter, con al suo fianco uno tra Satka (Lech Poznan) e Vavro (Huesca), mentre sulle fasce due sicurezze come Pekarik (Herta Berlino) e Hubocan (Omonia Nicosia).
A centrocampo capitan Kucka (Parma) si troverà affianco giocatori d'esperienza e sicuro affidamento come Lobotka (Napoli), Hrosovsky (Genk), Gregus (Minnesota) nonché l'ex capitano e cavallo di ritorno Marek Hamski (Goteborg). Tanta esperienza si, ma anche qualche giovane promettenti come Bénes (Augusta), Hromada (Slavia Praga) e Suslov (Groningen), di cui vi parlerò più avanti, talento eclettico.
In avanti meno certezze: agli esperti Weiss (Slovan Bratislava), Duris (Omonia Nicosia), Duda (Colonia) e Mak (Fenencvaros), chance per Haraslin (Sassuolo), Bozenic (Feyenoord) e Strelec (Slovan Bratislava).
Nel complesso una rosa sufficiente e poco altro: un paio di leader dentro e fuori dal campo, tanto onesto gregariato e qualche prospetto interessante per vivere comunque un europeo più che dignitoso.
Skriniar, il ritorno del muro che fu
Milan Skriniar è senza alcun dubbio la stella più brillante del firmamento slovacco. Il centrale dell'Inter sembrava già pronto a cambiare aria dopo la scorsa stagione altalenante, dove ha sofferto tantissimo la difesa a 3 di mister Conte. Invece il 26enne si è rimboccato le maniche, giurando fedeltà alla causa nerazzurra, completando ulteriormente un percorso di crescita iniziato già con la prima stagione alla Sampdoria e diventando uno dei difensori più completi al mondo.
Sulle orme di Robben
Una delle note più liete del calcio slovacco è sicuramente Tomas Suslov. Trequartista e ala offensiva classe 2002 che da qualche stagione gioca in Olanda, al Groningen. Debutta in Eredivisie il 22/02/2020 contro il VVV-Venlo in quella che rimarrà la sua unica presenza in prima squadra per tutta la stagione scorsa. Il 13/09 subentra ad Arjen Robben trovando il primo gol nella sconfitta per 3-1 contro il PSV, e da qui un continuo crescendo. 27 presenze di cui 16 da titolare (spesso schierato come trequartista), 2 reti e 5 assist che lo rendono uno dei talenti da tener d'occhio molto attentamente in questi europei.
Tarkovic, l'uomo con la nazionale nel destino
Stefan Tarkovic non è mai stato un allenatore di spessore: brevi e deludenti esperienze al Kosice, al Tatran Presov e allo Zilina. Nel Luglio del 2013 viene scelto come vice-allenatore da Jan Kozak, allora ct della Slovacchia, e il 16 Ottobre guida per la prima volta la nazionale nell'1-1 contro la Svezia, ma non viene confermato in panchina. Anzi, un po' a sorpresa, viene nominato direttore sportivo della nazionale, esperienza che si conclude con il nuovo e stavolta definitivo ritorno in panchina nell'Ottobre del 2020, riuscendo ad ottenere la qualificazione agli Europei.
Pronostico
In un girone tra i più ostici ed incerti come il gruppo E, comprendente Spagna, Polonia e Svezia, la Slovacchia ha sulla carta pochissime chance di passare il turno. Le prime due sfide con Polonia e Svezia, sono sicuramente un primo aut-aut, ostacolo da superare per raggiungere un sogno. La Spagna rimane una corazzata inarrivabile e il primo posto sembra una chimera, ma per la piazza d'onore ci sarà da lottare, e la nazionale di Stefan Tarkovic è pronta a farlo.
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