L'armata russa
Scampato lo scandalo del doping che rischiava di escludere Nazionale russa dalle competizioni internazionali, la squadra guidata da Stanislav Čerčesov si presenta agli Europei più ambiziosa che mai, pronta a guadagnarsi la qualificazione in un girone con un potenziale da non sottovalutare.
Il paese dei contrasti
Quello del doping è uno degli scandali più recenti a macchiare la cronistoria sportiva di un Paese da sempre diviso tra la gloria ed eventi tutt'altro che memorabili. La patria di Lev Tolstoj e di Michail Bulgakov, di Guerra e pace e di Maestro e Margherita (lettura caldamente consigliata), è anche la patria di Vladimir Putin, della guerra fredda e dei continui conflitti armati con gli Stati confinanti e della sistematica compressione dei diritti civili, politici e sociali dei più poveri dai più ricchi, chiamati anche oligarchi. Questi ultimi sono i commercianti delle ex repubbliche sovietiche che hanno rapidamente accumulato grandi quantità di ricchezze durante il periodo della privatizzazione russa in seguito allo scioglimento dell'Unione Sovietica negli anni Novanta, mediante l’incameramento di beni immobiliari e fondiari non di loro proprietà. La Russia è dunque un Paese contrassegnato dal perenne contrasto tra la bellezza e l’oppressione, tra la maestosità culturale ed artistica e la superbia politica e militare.
Sebbene infatti l’immagine che il suo governo esporti all’esterno sia soprattutto di stampo negativo, si tratta di uno Stato pieno di risorse e stimoli positivi. Tra le varie località da visitare – per non essere scontati citando Mosca – spicca sopratutto San Pietroburgo. Denominata Leningrado fino al 1991, naturalmente in onore di Lenin, questa città è considerata la capitale culturale della Russia. Il suo centro storico è, infatti, considerato dall'UNESCO come il Patrimonio dell’umanità. Tale riconoscimento le si deve in particolare grazie agli innumerevoli monumenti e attrazioni artistiche, tra cui spiccano principalmente i teatri, frequentati sopratutto per assistere ai rinomati balletti russi.
Anche il patrimonio gastronomico non sembra da meno: tanto maiale e molta vodka. Uno dei piatti tradizionali più rinomati è infatti rappresentato dai pelmeni. Si tratta dei tortellini ripieni di carne di maiale cruda, condita con aglio e altre spezie, che vengono serviti con l’immancabile panna acida e/o aceto bianco. Oltre a questa prelibatezza, come sappiamo, la Russia è conosciuta per un altro grande classico della cucina nordica, ossia il prezioso caviale. Il cavale nero, quello più pregiato e più costoso, viene ricavato dalla lavorazione delle uova di storione e la sua produzione interessa soprattutto le zone siberiane. Anche qui, ci vorrebbe un altro excursus solo sulla Siberia, ma ve lo risparmio invitandovi alla visione dell’Educazione siberiana di Salvatores. In ogni caso, questo alimento viene servito di solito in accompagnamento ai c.d. bliny (blinis), che somigliano molto ai classici pancake statunitensi, e funge da un ottimo antipasto, cui viene immancabilmente abbinato un goccetto di vodka.
Un tip per chi volesse riprodurre un aperitivo di questo genere è quello di visitare il più vicino negozio russo, che non manca mai nelle città medio-grandi, ma spesso anche quelle più piccole. Queste attività commerciali sono riconoscibili in quanto la maggior parte delle volte vengono dominate “est market”, “matrioska” o nomi simili con evidente richiamo sovietico. Dentro si trova di tutto, caviale compreso, a prezzi più abbordabili di quelli che si possono immaginare.
Per un quadro più ampio della cultura culinaria russa si invita alla visione di No reservation (Senza prenotazione, stagione 3, ep. 5), un meraviglioso programma di Antony Bourdain che unisce magistralmente il cibo al contesto socio-politico del luogo visitato.
Il commissario tecnico
Tutto questo è molto divertente e fa anche venire un pò di fame, ma sono costretta a tornare all'argomento centrale di questo articolo e alla ragione principale di questa lunga introduzione: la Nazionale di calcio. Come anticipato in apertura, la delegazione russa è guidata da Stanislav Salamovič Čerčesov, una vera celebrità in patria, tanto da essere insignito del prestigioso Ordine di Aleksandr Nevskij per iniziativa del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Questo riconoscimento l’allenatore russo se l’è guadagnato disputando un ottimo mondiale nel 2018, ove la corsa dei suoi ragazzi si arrestò solamente nei quarti di finale e addirittura contro i futuri finalisti della Croazia (perdenti poi contro la Francia).
Questo è fondamentalmente il suo traguardo di maggiore rilievo nella sua lunga carriera da allenatore, ove non avuto altri grandi successi. Infatti, Čerčesov si è contraddistinto di più da giocatore, soprattutto tra i pali dello Spartak Mosca, dove tra nel 1992 e nel 1993 vinse due campionati nazionali. Sulla panchina della Nazionale russa, il mister sembra comunque aver trovato il suo habitat naturale, oltreché le idee chiare su un assetto tecnico ideale per far rendere al meglio i suoi uomini.
L'assetto tattico
La formazione russa si presenta di solito con un 3-5-2. Tra i pilastri esecutivi di tale modulo spiccano Semenov, Dzhikiya e Kudryashov in difesa, Golovin, Zhirkov, Ozdoev, Fernandes e Kuzyaev a metà campo e Dzyuba e Zhemaletdinov in attacco. Non ci sarà invece il portiere delle ultime uscite ossia Marinato Guilherme, escluso dalla lista dei pre-convocati. Laddove qualche titolare dovesse mancare, il modulo alternativo è il 4-3-2-1, che prevede talvolta anche l'inserimento del "nostrano" Miranchuk sulla trequarti. Il centrocampista offensivo dell'Atalanta anche se ha fatto un po' fatica sua prima stagione in Italia e ha avuto un basso minutaggio d'impiego, è comunque riuscito a contraddistinguersi con quattro gol e due assist. Miranchuk è anche uno dei pochissimi convocati – insieme ad Alexander Golovin (Monaco) e Denis Cheryshev (Valencia) – ad avere un'esperienza internazionale. Tutti gli altri componenti della rosa militano esclusivamente nella Premier Liga russa.
Il top player
La star assoluta di questa formazione non può che essere naturalmente Aleksandr Golovin. Il centrocampista russo, passato dal CSKA Mosca al Monaco nel 2018 per 30 mln di euro, è senz'altro la punta del diamante di questa nazionale. Il classe 96' si contraddistingue per una grande duttilità tattica, che lo rende impiegabile in vari ruoli del centrocampo. Tuttavia, nel campionato francese Golovin viene schierato soprattutto come esterno di un centrocampo a quattro, mentre in nazionale gioca sia come mezz'ala che da trequartista.
Particolarmente rapido e tecnico, il giocatore russo viene molto apprezzato anche per un potente tiro dalla distanza. Le sue spiccate doti tecniche gli hanno fruttato ben 5 gol e 9 assist in 20 partite giocate.
La promessa
La promessa assoluta della formazione – a questo giro – non è il classico attaccante o trequartista, ruoli che di solito attirano più attenzione mediatica. Stavolta ci va di scommettere forte sul giovane portiere del Krasnodar Matvey Safonov. Come detto poc'anzi, vista l'assenza di Guilherme, si apre un bel ballottaggio per il posto da titolare tra i pali della Nazionale russa. Questo ballottaggio, riteniamo, verterà soprattutto tra Andrey Lunev dello Zenit e, per l'appunto, il giovane Safonov. Il giovanissimo – 22 anni solo – portiere russo è titolare nel Krasnodar, squadra nella quale milita fin dalle giovanili. Le sue prodezze tra i pali gli sono valse l'incursione da parte dell'UEFA, nell'estate del 2019, nella lista dei 50 giovani più promettenti per la stagione 2019-2020. La possibilità di giocare titolare in nazionale potrebbe fungere da quel necessario trampolino di lancio, che separa il giocatore da un'esperienza internazionale in un campionato più prestigioso di quello russo.
Pronostico
Sulle possibilità di passaggio del turno della Russia non c'è molto da dire. Basti dare un'occhiata alle avversarie: Danimarca, Finlandia, Belgio. Dando per scontato il passaggio del Belgio, la qualificazione della nazionale russa viene quotata 1,45 dalla Snai. What else?
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