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, 21 Maggio 2021

I flop della Serie A 2020/2021


Una rubrica ricorrente.

Anche questa stagione, nel bene e nel male unica nel suo genere, sta per concludersi ed è il momento di iniziare a tirare le somme. A pallone fermo la prima cosa che si suole fare è valutare l'andamento delle squadre e dei singoli, individuando i migliori e peggiori del torneo. Dal più gettonato "flop" al più goliardico "bidone" non sono mai di certo mancati gli epiteti per comunicare i giocatori più deludenti dell'anno, che non sono mancati neanche in questo campionato di Serie A 2020/2021.

Glik, Deulofeu, Muriqi, Vidal sono solo alcuni dei tanti giocatori che hanno deluso le aspettative della vigilia ma c'è chi è riuscito a fare peggio, meritandosi di diritto un nostro posto fra le delusioni più grandi del torneo che sta per chiudere i battenti.

Alexsandar Kolarov (Inter)

Per anni uno dei migliori terzini sinistri della Serie A, Kolarov lascia in estate la Roma per sposare il progetto Inter di Antonio Conte, alla ricerca di un difensore esperto per la sua retroguardia a tre con Skriniar e De Vrij. L'acquisto del difensore serbo, al contrario, finisce per creare ben presto un vero e proprio paradosso tattico: inadatto sia da centrale di sinistra che da esterno di centrocampo, dopo una serie di prestazioni quasi disastrose finisce per non vedere più il campo a scapito della sempre più certezza e non più sorpresa Bastoni.

Il suo rendimento parla da solo, con sole sette presenze in campionato e soltanto un assist. Per il resto tanta, solo, sempre panchina.  

Marash Kumbulla (Roma)

Lo scorso anno a Verona ha sorpreso tutti ma l'esperienza di Marash Kumbulla a Roma è stata, almeno in questo campionato, un vero flop. Pagato fior di milioni dalla Lupa, il difensore albanese ha iniziato da titolare ma ha deluso le aspettative, fornendo prestazioni poco convincenti e finendo per perdere gradualmente il posto a scapito di Ibanez e preferendogli un centrocampista adattato come Cristante. Kumbulla è ancora molto giovane, ha tanta strada da fare ma la sua prima esperienza in una big, contando anche la concorrenza non proprio serratissima (vedi il suo ex compagno Rrhamani che a Napoli ha davanti due mostri sacri come Koulibaly e Manolas) è purtroppo da dimenticare. 

José Callejon (Fiorentina)

Dopo l'inevitabile cessione di Chiesa alla Juventus la Fiorentina decide di puntare tutto su un non più giovanissimo Callejon, in scadenza di contratto ma da tanti anni un punto di riferimento per il campionato italiano. Peccato che l'ex Napoli sia diventato da subito l'emblema della stagione deludente della Viola, sia con Iachini che con Prandelli infatti il centrocampista spagnolo non è riuscito a trovare spazio per motivi di natura tattica collezionando soltanto 19 gettoni e poco più di 600 minuti, con solo un assist all'attivo.

Semplicemente l'acquisto sbagliato di una stagione sbagliata, sotto tutti i punti di vista. 

Sandro Tonali (Milan)

Consacrazione rimandata. Considerato da molti come il vero gioiello dell'Italia del futuro, Sandro Tonali è pronto per lasciare Brescia per fare il salto definitivo in una big ma la sua stagione con la maglia del Milan è stata letteralmente da dimenticare. Il giovane centrocampista si è infatti rivelato lontano parente dello splendido giocatore ammirato con le Rondinelle, rendendosi spesso protagonista di prestazioni insufficienti e non riuscendo a sfruttare l'elevato minutaggio concessogli dalla lunga indisponibilità di Bennacer. Il primo tentativo di esplosione definitiva non è andato a buon fine, nonostante le aspettative deluse sembra difficile, tuttavia, che i rossoneri non riscattino uno degli astri nascenti del calcio italiano. 

Nikola Kalinic (Hellas Verona)

L'Hellas Verona, dopo l'ottimo campionato disputato nella passata stagione, per fare il salto di qualità decide di puntare su un attaccante dal curriculum di un certo spessore e la scelta ricade su Nikola Kalinic. Per il trentatreenne croato, che non ha per nulla sfigurato nella stagione precedente come gregario di Dzeko alla Roma, doveva essere l'occasione di un campionato da protagonista dopo anni di pochi alti e molti bassi ma le attese non sono state affatto confermate.

Quindici partite saltate per infortunio, soltanto diciotto presenze in campionato e la miseria di due soli gol in tutto il torneo: queste le impietose statistiche di quello che doveva essere il colpo in attacco del Verona, costretto a gennaio a ripiegare su Lasagna per rimediare ad una scommessa rivelatasi perdente.  

Arthur e Paulo Dybala (Juventus)

Dopo nove anni di totale egemonia nel territorio nazionale il ciclo bianconero è giunto, inesorabilmente, al termine. Sono tanti gli uomini di Pirlo ad aver ampiamente deluso le aspettative, da Bentancur a Bernardeschi, finendo con i due giocatori emblema della stagione bianconera ovvero Arthur e Paulo Dybala. Per quanto riguarda il primo, acquistato in pompa magna dal Barcellona, le aspettative erano altissime. Purtroppo per i tifosi bianconeri non è andata così: tra errori, incomprensioni, infortuni e tante prove incolori, Arthur non si è dimostrato all'altezza della situazione. Solo rimandato o bocciato definitivamente? Staremo a vedere.

Il secondo, falcidiato da infortuni e non fra i primissimi nelle gerarchie dell'attacco juventino, è passato da essere MVP nella passata stagione a quasi un esubero di lusso. Le poche presenze e il pochissimo minutaggio incidono, chiaramente, anche nel suo rendimento con soli 4 gol e due assist in tutto il torneo. 

Andreas Cornelius (Parma)

La stagione disastrosa del Parma, condita da un'inevitabile e inaspettata retrocessione, si vede tutta nei numeri impietosi del reparto offensivo emiliano: 39 gol segnati in tutto il torneo, solo quattro di questi segnati da prime punte. Il terminale offensivo di riferimento dei bianco-scudati, complice un Roberto Inglese falcidiato dagli infortuni, è stato il vichingo danese Cornelius che dopo una stagione più che convincente lo scorso anno si è perso nell'oceano di pochezza della sua squadra. I numeri sono orripilanti: una sola rete segnata in 28 presenze che fa di lui uno degli attaccanti peggiori dell'intero torneo. Alla fine dei conti, al di là delle mere statistiche, Cornelius non è altro che la vittima sacrificale di un Parma bocciato su tutta la linea. 

Special guest: Mario Mandzukic (Milan)

Non c'è Serie A senza il suo flop del mercato di riparazione di gennaio ovvero colui che non è riuscito a riparare praticamente nulla. Nell'olimpo che vede, tra i tanti nomi del passato, gente del calibro di Maniche, Anelka e Podolski si aggiunge, dopo la lotta con il "bad boy" Kokorin, anche "Marione" Mandzukic.

La punta croata, dopo la parentesi qatariota, torna nella massima serie italiana grazie al Milan che lo rispolvera per fare da comprimario all'eterno Zlatan Ibrahimovic ma si rivelerà un acquisto a dir poco fallimentare. Dopo un girone di ritorno passato più in infermeria che altrove Mandzukic, sotto la guida di Pioli, racimola solo 194 minuti in nove presenze (a cui si aggiungono gli 82 minuti in Europa League contro la Stella Rossa) conditi da un bello zero nella casella reti. Difficile, nonostante non sia più di primissimo pelo, pensare alla vigilia ad un ritorno così deludente dopo i fasti con la maglia della Juventus e la riconferma in rossonero appare adesso alquanto improbabile. 

  • Giornalista pubblicista palermitano classe ’89 laureato in Lingua e Cultura Italiane per Stranieri. Amante di calcio, redattore per la testata sportiva ForzaPalermo.it, nelle sue vene scorre sangue rosa come il rosolio e nero come l’amaro. Gli piace guardare al passato per scrivere del futuro, l’idea del del contesto socio-culturale alla base dell’affascinante mondo del pallone. Ogni tanto ci vuole un animo “vecchio stampo”, non a caso lo chiamano “u prufessuri”.

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