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, 7 Maggio 2021

Darboe e Zalewski, il futuro di Roma

Capita poche volte. Ma capita. Ci sono vittorie che, spesso, si travestono curiosamente da amare sconfitte. Esattamente ciò che è accaduto ieri sera all'ultima Roma europea di Paulo Fonseca. Una squadra conscia di dover inseguire il secondo - ma più complicato - miracolo sportivo dopo quello che le aveva permesso di eliminare il Barcellona nel 2018 per superare il Manchester United e strappare il pass per la finale di EL. Una "mission impossible" non portata a termine dagli 007 giallorossi sotto il cielo di un Olimpico vuoto sugli spalti ma riempito dalla speranza verso un futuro ancor più roseo. Perché come gli auguri interpretavano il volo degli uccelli nell'antico Impero, forse il nuovo condottiero José Mourinho, osservando il match, avrà desunto un buon auspicio dalla posizione di due nuove stelle giallorosse. Quei Darboe e Zalewski riusciti a rendere più dolce il 3-2 su Cavani e compagni e sembrati ormai pronti ad illuminare la capitale.

Darboe

Non riesce a trattenere l'emozione, Ebrima Darboe. “Avevo questo sogno fin da piccolo. In Africa è difficile giocare a grandi livelli senza un aiuto", dice. La sua è una di quelle favole sportive che piace raccontare. La storia di un ragazzo fuggito dal proprio paese per inseguire il sogno di diventare grande col pallone tra i piedi. Un viaggio in gommone, una lunga traversata e la speranza verso un futuro migliore l'unica ancora a cui aggrapparsi nelle acque profonde e pericolose del Mediterraneo. Gambia, Libia ed Europa, invece, le tappe del suo viaggio. Poi, l'attesa isola felice finalmente all'orizzonte. Quella Sicilia dove Ebrima viene incluso nel progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo) e in cui comincia a trovare un'iniziale stabilità. In mente, due soli pensieri. Diventare un calciatore professionista e aiutare la propria famiglia in Africa.

Belle prestazioni, gol, personalità. A Rieti - dove si trasferisce poco dopo -, comincia a giocare e tutti capiscono che Ebrima ha quel classico "qualcosa in più". La Roma ci crede, lo tessera e capisce che la nascita del ragazzo pochi giorni prima della conquista del terzo scudetto della sua storia nel 2001 non può che essere un segno del destino. La Primavera giallorossa diventa così la seconda casa di Darboe. Cinquantuno, finora, le sue presenze totali con la formazione giovanile della capitale. Diciotto in questa stagione, impreziosita da cinque gol e due assist. Numeri importanti per un talento che, solitamente, è abituato a giocare parecchio lontano dalla porta. Mediano dotato di una buona tecnica, Ebrima è un giocatore capace di ricoprire anche il ruolo di mezzala in un centrocampo a tre. Un prospetto ordinato, bravo nello smistare il pallone e nel gestirlo con entrambi i piedi. Caratteristiche importanti nel calcio moderno. Chiedere, per conferma, a Paul Pogba e Bruno Fernandes, ripresi dalle telecamere mentre si complimentano con il numero 55 dopo la sua prima apparizione in Europa League di ieri sera. La seconda tra i professionisti dopo l'esordio nell'ultima giornata di A contro la Sampdoria. Click, flash, e prima fotografia da aggiungere ad un album di ricordi romanista ancora tutto da riempire.

Zalewski

Darboe e Zalewski fianco a fianco, a fine partita. Forse l'istantanea più bella di una notte che i due talenti non dimenticheranno facilmente. Nato a Tivoli nel 2002, Nicola finora non ha avuto dubbi nello scegliere di rappresentare la nazionale polacca. Troppo forte per lui il richiamo della terra natale dei suoi genitori. Un paese lasciato dal padre nel 1989 dopo essersi rifiutato di prestare il servizio militare nel periodo del regime comunista ma comunque legato in maniera indissolubile alla propria famiglia.

"Roma, Roma, Roma". Un po' come nel famoso inno giallorosso. Una squadra in cui Zalewski è cresciuto e diventato uomo. E con cui ieri sera ha fatto finalmente il suo esordio da professionista. Il giusto premio dopo i sette gol e cinque assist nelle 17 presenze collezionate quest'anno in Primavera. Numeri da predestinato per uno che, all'Olimpico, ha scelto di presentarsi dividendo a metà con Alex Telles il segno 3 nella vittoria contro lo United. Il biglietto da visita migliore per ricevere il benvenuto nel calcio che conta.

Rapido e abile nel puntare l'uomo, Zalewski è un giocatore duttile, capace di vestire tanto l'abito del trequartista quanto quello dell'esterno sinistro. Piede destro, buona visione di gioco, ottima corsa e una predisposizione totale a mettersi completamente al servizio della propria squadra. Doti importanti per quello che potremmo definire come il prototipo perfetto del giocatore "spacca-partite". Sotto contratto fino al 2024 con la Roma, l'italo-polacco ha ora bene in mente il proprio obiettivo. Ritagliarsi ancor più spazio in questo finale di stagione e impressionare lo "Special One" Mourinho in vista del prossimo campionato. Al suo fianco, l'amico Ibrima, per condividere insieme una bella favola calcistica a tinte giallorosse.

  • Cagliaritano, classe '96. Laureato in Scienze Politiche ed ex stagista alla Gazzetta dello Sport. Pallavolista da quando ho memoria, amo i libri, i viaggi, il mare e lo sport. Raccontarlo è la mia passione.

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