Considerazioni sparse post Roma-Manchester United (3-2)
Un'ottima Roma e due esordi da sogno non bastano a ribaltare un match compromesso dal disastroso secondo tempo dell'andata.
- 13 tiri in porta, almeno 4 miracoli di De Gea, un palo e anche parecchia sfortuna: la Roma onora al meglio il match di ritorno, facendo aumentare i rimpianti per l’harakiri nel secondo tempo a Manchester. Al 60’ pareggia Dzeko, al 63’ il 2-1 di Cristante, poi 3 occasioni clamorose sulle quali De Gea viene centrato come l’orsetto alle giostre. In 10’ folli la Roma ha anche assaggiato l’idea di riaprirla;
- Sarà l’entusiasmo per l’annuncio di Mourinho, sarà che le pressioni erano oggettivamente poche, ma dopo un mese e mezzo imbarazzante finalmente si rivede la Roma. Nonostante la solita conta degli infortunati (9) e l’ennesimo KO muscolare di Smalling dopo pochi minuti, gli uomini di Fonseca giocano un ottimo match fatto di determinazione, intensità, pressione alta e grande fluidità offensiva. Le uniche pecche sono lo scarso cinismo sottoposta e l’atavica fragilità difensiva (i 2 gol di Cavani sono davvero troppo semplici);
- 2 belle storie. Per sostituire l’infortunato Smalling, entra il 2001 Ebrima Darboe, arrivato in Europa a inseguire un sogno e passato in pochi anni dallo SPRAR alla semifinale di Europa League, che si mette davanti alla difesa e gioca una buonissima partita. Nell’ultimo quarto d’ora esordisce anche l’altro primavera Nicola Zalewski, che si toglie anche lo sfizio di segnare il gol vittoria;
- Lo United invece scende in campo un po’ troppo in ciabatte e deve ringraziare lo straordinario De Gea -che si riprende la scena dopo un periodo difficile- e l’incontenibile Edinson Cavani, matador che diventa toro quando vede il rosso della Roma. Male Pogba, Van De Beek sembra fuori contesto, nonché fuori ruolo sulla sinistra. Pessimi i terzini: Wan Bissaka fa un’entrata folle al 15’ che poteva costargli caro, Shaw va nel pallone sin dai primissimi minuti;
- A parte il disastroso Ibanez, che perde Cavani sui 2 gol e continua a dare l’impressione di aver smarrito ogni forma di QI calcistico, è difficile trovare insufficienti Nella Roma. Karsdorp mette a ferro e fuoco la corsia destra, Cristante -finalmente tornato a centrocampo- guida i suoi e mostra sprazzi dei suoi tempi d’oro bergamaschi, Pellegrini guida il pressing alto e cuce gioco. Persino Pedro sembra uscito dal letargo e il redivivo Santon entra bene. Leggeremo tanti commenti tranchant, ma la Roma ha fatto un cammino europeo davvero notevole. Ha sbagliato solamente 45’, ma le sono costati carissimi. Adesso c’è un settimo posto da difendere: non il massimo della vita, ma è pur sempre un obiettivo da onorare.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.