Considerazioni sparse post Sassuolo-Atalanta (1-1)
Un sussulto neroverde frena la Dea e cuce lo scudetto sulle maglie dell'Inter.
- "Il mio motto sai qual è? Qualità o morte" è quello che dice il regista René Ferretti al collega Gioacchino Panè in un celebre episodio della prima stagione di Boris. Se Ferretti in questa affermazione bluffa grossolanamente, di certo non lo fa Gasperini, la cui squadra sembra sinceramente mossa dallo slogan borisiano. L'Atalanta resta presto in 10 ma gioca un primo tempo tutto d'un pezzo, senza rinunciare ad un centimetro dei suoi princìpi, e lo chiude in vantaggio su un tiepido Sassuolo, a suggello del suo notevole momento di forma;
- La ripresa è un frullato di 45 minuti di tutto ciò che ci si poteva attendere da una partita come questa. Se la Dea comincia fisiologicamente a negoziare il suo dominio territoriale, la squadra di De Zerbi cresce, prendendo coraggio dal gol in avvio. Da lì la partita prende continuamente direzioni differenti, come una banderuola al vento, e termina con Consigli che neutralizza il pessimo rigore di Muriel e consegna lo scudetto a Conte seduto (sempre che ci stia mai, seduto) in poltrona;
- Se l'Atalanta è la più credibile candidata per un posto in Champions in vista di queste ultime giornate, molto lo deve allo straordinario momento di alcuni dei suoi interpreti. Duvan Zapata è un fiume in piena e Robin Gosens (terzo realizzatore bergamasco) è la solita freccia ma, come spesso è accaduto di recente, a brillare su tutti è Ruslan Malinovskyi. A tratti sembra di rivedere l'Ozil prima che perdesse la gioia di giocare al calcio e la sua superba prova sublima nel meraviglioso assist per lo 0-1 di Gosens;
- E' il momento di Giacomo Raspadori. Il canterano neroverde cresce di partita in partita e, se oggi il Sassuolo si iscrive alla partita nella ripresa, molto è dovuto all'ingresso di questo ragazzo classe 2000 che, dando il cambio a Defrel nel ruolo di centravanti, cambia letteralmente volto alla squadra. Non fa più notizia invece la totalità della prestazione di Manuel Locatelli che, con un'altra partita di straordinaria presenza, conferma la sua maturazione come centrocampista totale al cospetto di una mediana forte. Il ragazzo è pronto per vedere un panorama diverso;
- Il fatto che questo titolo, seppur mai veramente in discussione, sia dipeso dal risultato dell'Atalanta è un segnale da non sottovalutare dal punto di vista della squadra di Gasperini (ma non solo, per la verità). A Bergamo è in corso da anni una crescita che sta portando risultati tutt'altro che sporadici e il fatto che a Milano si festeggi il titolo dopo un pareggio della Dea certifica che questa crescita è ancora in corso. Il secondo posto quest'anno è ad un passo poi, per migliorare ancora, c'è solo una posizione.
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