Considerazioni sparse post Torino-Roma (3-1)
La Roma sembra ancora smarrirsi dentro i confini nazionali, il Torino conquista tre punti dorati.
– A Torino arrivava una Roma forte della qualificazione alle semifinali di Europa League ottenuta in settimana, ospitata da un Toro in crescita ma pur sempre immischiato nella bagarre salvezza. I presupposti per una bella partita c’erano tutti e sono stati rispettati, con una gara divertentissima e ricca di colpi di scena, che non ha mai annoiato: il meritato 3-1 con cui la vincono i granata conferma il loro stato di salute ed il formato esclusivamente internazionale della Roma, che dentro al confine nazionale sembra smarrirsi;
- Il gol immediato del freddo Borja Majoral stappa la partita, e la reazione veemente del Torino rende il primo tempo spumeggiante: sono almeno 7 le occasioni nitide nella prima frazione per il Torino, ma la porta di Mirante sembra stregata, tra parate, errori di mira e palloni che danzano beffardi sulla linea. Così facendo però i granata si sbilanciano tantissimo esponendosi al contropiede: loro fortuna Pedro ne fallisce due clamorosi in netta superiorità numerica, non punendoli oltre i loro demeriti. Sono probabilmente questi colpi del k.o. falliti il vero rimpianto della Roma, perché chiuder la prima frazione con il doppio vantaggio avrebbe probabilmente cambiato il corso delle cose;
- Il Toro si toglie le vesti da sprecone all’intervallo e quando rientra in campo è cinico nel pareggiare con il consueto Sanabria e nel ribaltarla con i neo-entrati Zaza e Rincon, che si dimostrano cambi determinanti. I migliori in campo sono però per distacco Mandragora e Verdi, che disegnano le geometrie offensive con qualità, senza però lesinare energie per lottare: gli intenditori dicono che il centrocampo è il reparto che fa la differenza, e Nicola, dopo aver blindato la difesa, sembra averlo capito benissimo, a giudicare dalla rivoluzione nel gioco e nei risultati della sua squadra;
– Come può una squadra che elimina l’Ajax il giovedì perdere malamente con il Torino la domenica? Probabilmente proprio le energie usate nel mezzo della settimana sono venute a mancare oggi, perché la prestazione giallorossa è stata inconsistente e la poca lucidità sotto porta a fine primo tempo ne è l'emblema. Al di là del gol subitaneo e delle suddette occasioni avute in contropiede, la squadra di Fonseca oggi ha costruito poco o nulla, è stata letteralmente surclassata sulla metà campo ed ha tenuto la porta inviolata nel primo parziale solo grazie alle numerose occasioni fallite da Belotti e compagni. In ogni caso, se è vero che la Roma in Europa va fortissimo, in campionato potrebbe non conquistare i punti necessari a riguadagnarsi il pass per giocarci l'anno prossimo: poterlo fare tramite la vittoria dell’Europa League è un azzardo affascinante ma anche molto rischioso;
– Nicola ha fatto 17 punti in 12 gare, con una media punti di 1,42, doppia rispetto a quella di Giampaolo. Il Torino è a +5 dalla zona rossa, ha appena raggiunto Fiorentina e Benevento a quota 30, ma ha una partita in meno (perché bisogna anche contare che i granata si sono dovuti fermare per Covid, il che avvalora ancor maggiormente la rimonta). Il tecnico granata ha svolto un lavoro tecnico-tattico e motivazionale incredibile, e questi numeri lo certificano: guai ad abbassar la guardia, ma la sensazione è che il Toro di qualche mese fa giocasse con la paura di retrocedere, mentre quello di oggi abbia l’entusiasmo ed il coraggio necessari a salvarsi.
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