Considerazioni sparse pre Atp Master 1000 Montecarlo
Al via il primo dei tre Masters 1000 sulla terra rossa che ci condurranno fino all'Open di Francia. Fognini campione in carica se la dovrà vedere con i rientranti Djokovic e Nadal, e ben altri otto italiani.
- Sembra passata un’eternità da quando Fognini vinse il primo 1000 nella storia del tennis italiano nel torneo monegasco, annichilendo Nadal in una leggendaria semifinale e sconfiggendo Lajovic in finale. Invece sono solo passati due anni e il ligure si appresta a difendere il titolo in uno dei momenti più complicati degli ultimi anni per l'operazione alle caviglie che fatica a superare sia fisicamente che mentalmente, come recentemente dimostrato in un terrificante sconfitta a Marbella. Mai dar per vinto Fabio sulla terra, ma non lo si può ora come ora annoverare tra i favoriti. Non lo si può proprio mettere sullo stesso piano di Djokovic e Nadal - sperando di esser prettamente smentiti - entrambi al rientro nel circuito dopo gli Australian Open. Rafa giocherà su uno dei suoi campi preferiti, dove ha vinto UNDICI volte il titolo perdendo solo cinque partite in sedici edizioni disputate. Numeri irreali, come tutte le statistiche di Nadal sulla terra rossa dove sarà sempre il favorito indiscusso. Nole dopo il misterioso strappo addominale non ha potuto toccare la racchetta per due settimane e ha preferito non accelerare i tempi di recupero tornando solo ora, nel luogo dove da anni risiede. Incuriosiscono parecchio le sue condizioni fisiche e l'approccio che avrà nei primi turni, visti i tanti giocati sottotono al rientro da un infortunio;
- Caso vuole che Djokovic avrà come primo avversario uno tra Ramos e Sinner. Già in molti pregustano l'inedito scontro tra il numero uno del mondo e chi si candida come numero uno del tennis italiano nei prossimi anni, ma guai a sottovalutare il buon Ramos, finalista proprio in questo torneo nel 2017 e uno dei pochi puri terraioli rimasti, quindi più abituato alla superficie rispetto un Jannik proveniente da mesi e mesi di cemento e dalla finale di Miami. Un Sinner al 100% ha il dovere di battere anche il miglior Ramos, per poi regalarci la partita contro Nole che sarebbe uno spettacolo per gli occhi. Un peccato la mancanza del pubblico, il quale avrebbe fatto sicuramente il tifo per il nostro tennista, come sempre accade nel torneo monegasco per i tennisti italiani. Tifo di parte che avrebbe altrettanto sicuramente innervosito Djokovic, altamente sensibile quando si ritrova un pubblico "ostile";
- Curiosità del torneo è la particolare bolla anti-covid. Per volere soprattutto di Nole, i tanti giocatori residenti nel principato potranno dormire nelle proprie abitazioni, invece dei soliti hotel blindati messi a disposizione dai tornei negli ultimi 9 mesi. Per render questo possibile i giocatori non presenti negli alberghi dovranno effettuare un tampone al giorno, invece di uno ogni quattro come da prassi. Decisione controversa che favorisce i residenti a discapito degli altri, costretti a sottostare alle dure regole anti-covid, come per esempio la sola ora di semilibertà fuori l'hotel;
- Capitolo outsiders. Tsitsipas e Zverev provengono dalle cocenti delusioni di Miami, dove hanno disputato un torneo decisamente sottotono. Se l'attitudine mostrata in campo sarà la medesima la loro settimana monegasca risulterà breve, poiché l'indolenza a tratti imbarazzante di entrambi ha causato le loro sconfitte. Cercheranno sicuramente rivalsa su una superficie a loro molto congeniale, ma non altrettanto favorevole per Medvedev: il russo sul rosso ha praticamente sempre perso al primo turno tranne qui a Montecarlo in due casi, uno di questi la semifinale del 2019, miglior risultato sulla terra in carriera; vedremo se sarà questo il torneo che siglerà la pace tra il numero due del mondo e la terra rossa. Nella stessa parte di tabellone del russo si trova Diego Schwartzman, sulla terra rossa uno dei giocatori in assoluto più difficili da battere, che potrebbe sfruttare proprio le fragilità di Medvedev per raggiungere un altra semifinale sul rosso. Un occhio particolare lo merita questa settimana Felix Auger-Aliassime che verrà seguito da Toni Nadal: non è un omonimo, è proprio Zio Toni, lo storico allenatore di Nadal che ha sorpreso tutti tornando nel circuito per seguire il canadese. Tra gli altri possibili uomini da battere è da annoverare Rublev: con i suoi colpi potentissimi ha dimostrato nelle poche partite disputate l'anno scorso sul rosso di poter essere anche qui incisivo ma dovrebbe superare l'ostacolo Nadal ai quarti, avversario che lo ha sempre messo gravemente in difficoltà;
- Capitolo italiani. Tra i possibili outsiders un piccola citazione la meriterebbe anche il nostro attuale numero uno, quel Matteo Berrettini assente per un infortunio all'addome dagli AO e oscurato negli ultime settimane dagli astri nascenti Sinner e Musetti. Avrà voglia di rivalsa e gioca il torneo da numero otto del seeding con un tabellone non impossibile. Ci vorrà ancora probabilmente un po' di tempo per la forma migliore, ma già le partite disputate in doppio con il fratello a Cagliari hanno mostrato un giocatore in ripresa. L'Italia si presenta a Montecarlo come compagine più numerosa, ennesima testimonianza di un momento straordinario del tennis italiano, ben 9 giocatori in tabellone grazie anche ai 4 qualificati e alla wildcard data a Musetti. Lorenzo avrà immediatamente un primo turno sulla carta complicato contro Karatsev, vero mattatore sul cemento ma incognita sulla terra. Al secondo turno invece ci sarebbe la rivincita della semifinale di Acapulco contro Tsitsipas, ma i risultati in questo momento contano poco, conta la possibilità di giocare partite di cosi alto rango per poter comprendere il livello già raggiunto e ciò su cui deve migliorare. Il neo campione di Cagliari Sonego dovrà immediatamente rimboccarsi le maniche per difendere i punti dei quarti di finale di due anni or sono, iniziando dal sempre ostico Fucsovics per poi dover affrontare niente meno che Zverev. Lo sfortunato sorteggio di Sonego è l'esempio di un difficilissimo tabellone per gli azzurri, che però venderanno cara la pelle nel torneo diventato ormai un feudo italiano.
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