Sta sbocciando il talento di Skov Olsen
Andreas Skov Olsen si sta prendendo il palcoscenico che gli spetta. Dopo un anno complicato, il talento danese sembra essere finalmente sbocciato.
Nell’immaginario collettivo marzo è il mese che porta i primi fiori a sbocciare. È difficile immaginare che possa accadere anche nelle fredde terre scandinave, dove tutto si ricollega all’inverno e alla poca luce che bagna le coste frastagliate del nord Europa. Ma se non riuscissimo proprio a vedere la natura che riprende vita, potremmo osservare come il calcio nordico stia attraversando un periodo primaverile costante negli ultimi anni. Oltre la Norvegia di Erling Haaland, c’è la Danimarca di Christian Eriksen e non solo: perché a Copenhagen e dintorni si sfregano le mani vedendo i talenti che crescono tra la Nazionale A e l’Under 21, che ha appena passato il turno negli Europei di categoria.
Tra questi, c’è un ragazzo del 1999 che per tutto marzo ha deciso di far vedere le cose di cui è capace, tra Serie A e Qualificazioni per il Mondiale 2022: si chiama Andreas Skov Olsen.
Passaggio a Nordsjælland
Un assist e un gol per il Bologna nelle ultime tre partite, due gol e due assist negli impegni con la Nazionale maggiore danese, nonostante per età potesse ancora far parte della compagine U21. È stato un mese importante per Skov Olsen, che dopo un fastidioso infortunio in questa stagione – frattura della seconda vertebra lombare – e il poco spazio nella scorsa – anche a causa di un altro problema fisico, di tipo muscolare – sta dimostrando quanto aspettarlo sia stata una scelta saggia. Nonostante le sirene del Glasgow di Steven Gerrard di quest’estate, il club rossoblu ha deciso di puntare sul ventunenne, nato a Hillerød, cittadina a nord di Copenhagen.
È proprio nella sua città natale che il ragazzo muove i primi passi calcistici, prima di spostarsi - a dodici anni - nella squadra più importante della regione, il Nordsjælland. Con i colori giallorossi il talento danese comincia a strutturarsi: le qualità tecniche e fisiche innate gli permettono di giocare sotto età e di conquistare nel giro di poco tempo anche le differenti casacche delle selezioni nazionali giovanili. Tra il 2016 e il 2017 arrivano assaggi di prima squadra, che si trasformano in pochi minuti giocati nella stagione successiva, quando tra lega delle riserve e U19 mette a segno 18 gol e quattro assist. Una crescita e una costanza che convincono Kasper Hjulmand, oggi direttore tecnico della nazionale maggiore, a puntare su di lui e su un altro gioiellino del vivaio, Mikkel Daamsgard, nella stagione 2018-2019.
Il giovane Andreas non si lascia scappare l’occasione: annata da 26 gol e 6 assist, tra qualificazioni di Europa League e massimo campionato danese, dove risulta il teenager con più gol nella storia del campionato. Il talento non si può più nascondere e gli occhi degli scout europei sono puntati su di lui. Alla fine, la spunta il Bologna, dopo un lungo corteggiamento e un versamento di più di sei milioni di euro nelle casse del club danese.
Le grandi attese però non vengono immediatamente rispettate. Non è mai semplice passare dal ruolo di stella a quello di comprimario, così le difficoltà, accentuate dal trasferimento in un nuovo paese, vengono a galla e rendono la prima stagione di Skov Olsen dimenticabile, nonostante le chance offerte da Mihajlovic. A Casteldebole però decidono di non mollare la presa e fanno bene. La seconda stagione inizia bene, con il il gol contro il Parma alla giornata numero due, ma l'infortunio in nazionale lo costringe a ricominciare tutto da capo. Il rientro avviene direttamente nel 2021, con i minuti concessi che salgono nel mese di febbraio e la svolta che arriva a marzo, contro il Napoli, la miglior partita giocata da quando arrivato a Bologna, secondo il suo allenatore. La staffetta con Orsolini diventa normalità ma, soprattutto, arrivano i risultati tra club e nazionale. Il talento non è più un mistero.
Imprendibile
Andreas Skov Olsen è un esterno d’attacco moderno: gioca a destra ma il suo piede preferito è il mancino. Tuttavia, diversamente dalla maggior parte degli esponenti del ruolo, i centimetri non sono pochi: 1,87 di altezza e un fisico asciutto che si è già irrobustito – dai 76 kg dello scorso anno ai 78 attuali -. Questo aspetto non gli impedisce di avere le caratteristiche perfette per giocare largo in un attacco a 3 o interpretare l’esterno destro nel 4-2-3-1. Capace di accelerare e arrestarsi nel breve, così come di progredire velocemente palla al piede senza disperdere qualità tecnica in transizione, Skov Olsen alterna la ricerca del fondo a quella delle zone centrali del campo, dove può sfruttare la grande fiducia nel tiro dalla distanza – 1.3, fino ad ora, la sua media tiri a partita -.
L’estro del classe ’99 è cosa certa: il dribbling rimane sempre la prima scelta, per cercare un vantaggio per sé stesso o per i compagni – come testimoniano i quattro assist in stagione, di cui tre nell’ultimo mese -. Il piede sinistro è quello più utilizzato sia per accarezzare il pallone che per scagliarlo verso la porta, ma il piede destro non può essere considerato totalmente come piede debole: è con questo, per esempio, che è arrivato il primo gol in Serie A nella passata stagione. Quello che ancora manca a Skov Olsen è la decisione sotto porta, un aspetto che nel Bologna di Sinisa Mihajlovic è parso accomunare tutti gli interpreti offensivi, soprattutto nella prima parte dell’anno. Proprio per questo, il gol messo a segno contro il Crotone è stato il miglior segnale che il talento danese potesse dare al suo allenatore.
Giovane, estroso e con un gran futuro davanti. Andreas Skov Olsen ha tutto per diventare un giocatore importante. Nella primavera del freddo nord, è sbocciato un altro talento.
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