Il rapporto tra la Juventus e la scena culturale statunitense
Il documentario sulla Juventus che presto sarà disponibile su Amazon è solo una delle ultime collaborazioni tra il mondo Juventus ed il mondo Usa, tra artisti musicali, tournée e partnership economiche. Un percorso nato ormai da qualche anno e che, tramite un grande piano di marketing, è riuscito ad esportare in modo definitivo il marchio Juve anche oltreoceano.
Sono tante le collaborazioni nate soprattutto negli ultimi anni, che si sono viste fra la Juventus e gli Stati Uniti: passando da semplici video su YouTube, fino alle continue tournée negli States, per passare a cantanti o rapper che hanno indossato la maglia bianconera, o viceversa, giocatori che hanno indossato maglie disegnate proprio da artisti americani.
L’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus, tralasciando i risultati a livello sportivo, è sicuramente stato d'aiuto da questo punto di vista. Il portoghese è una vera e propria vetrina internazionale: in molti nel mondo conoscono la Juventus, ma molti di più conoscono Cristiano Ronaldo. E’ uno di quei personaggi che oltre a essere un calciatore sposta gli equilibri anche in diversi altri settori e la Juventus ha sfruttato la sua grandezza per andarsi a conquistare uno spazio rilevante nel mercato oltreoceano.
A riprova di ciò, vi riportiamo alcune delle più importanti collaborazioni nate tra il mondo Juve ed il mondo a stelle e strisce avvenute negli ultimi anni.
Con Pharrell Williams
Di questa stagione è la maglia disegnata dal cantante e producer Pharrell Williams, proposta in occasione della partita contro l’Hellas Verona, e facente parte della linea “Humanrace” lanciata da Adidas.
La maglia riprende quella da trasferta della stagione 2016-2017, ma la Juve non è stata l’unica squadra per cui PW ha disegnato un’altra versione: anche Real Madrid, Bayern Monaco, Arsenal e Manchester United hanno avuto la loro linea.
Lo stile è stilizzato, come se fosse pitturato da un bambino, e la maglia ha rappresentato un piccolo passo di avvicinamento alla scena culturale-artistica statunitense.
Con Coca Cola
Parli di America, parli di Coca Cola: dal 2019 la bevanda americana per eccellenza è partner della Juventus. La collaborazione si è inserita in una strategia sinergica tra grandi marchi.
La scritta del brand è da sempre presente nei maggiori eventi sportivi e dal 2019 la sua visibilità è collegata anche al mondo Juventus.
Contenta Coca Cola, contenti tutti.
Giorgio Ricci, chief revenue officer della Juventus, con Alex Zigliara, direttore generale Coca-Cola Italia
Le tournée in America
Il rapporto tra Juventus e Stati Uniti è rafforzato in modo cadenzato dalla visita estiva della squadra con le tournée organizzate.
Il primo viaggio è nell’estate del 1969: da lì a poco i primi statunitensi partirono per l’allunaggio. Negli anni ’80-’90 e 2000 avrà poi occasione di tornarci per un’altra decina di volte.
Secondo i dati riportati da Calcio e Finanza, i 15 giorni negli Usa nel 2018 fruttarono tra i 6 e i 7 milioni di euro e circa 4,5 milioni arrivarono dalle tre sfide della International Champions Cup.
Con gli Harlem Globetrotter, James Harden e Nikola Vucevic
Qualche mese prima, nello stesso anno, ecco formarsi un altro legame con dei personaggi tanto mitologici da sembrare irreali: quella banda di scalmanati degli Harlem Globetrotter fecero visita all’allora centro sportivo di Vinovo in occasione di una tournée italiana. Dragon Taylor e Swish Young sfidarono a colpi di trick Barbara Bonansea, Martina Rosucci e Katie Zelem tra le donne e Khedira, Douglas Costa e Dybala tra gli uomini.
Un tracciato, quello del basket, che era stato involontariamente aperto dal virale video tra Pogba e Allegri quando in un canestro stile Decathlon, il tecnico livornese batté per la seconda volta il centrocampista francese, dopo la sfida nelle porticine sull’erba.
Un percorso che si è recentemente chiuso (ma non è detto che non prosegua in futuro) con lo scambio di battute tra Harden e Dybala.
Il campione dei Brooklyn Nets (uomo Adidas, sponsor anche della Juventus) ha infatti inviato un video messaggio a Paulo Dybala in cui indossa la maglia bianconera. “Come va Dybala? Volevo salutarti e dirti che sono un tuo grande fan. Buona fortuna per la stagione”. Messaggio subito ripreso dai social della Juventus e dallo stesso argentino, che ha risposto così: “Grazie del supporto! Tra l’altro la maglia ti sta benissimo…”.
Di sicuro l’augurio del Barba non ha portato fortuna, visto il calvario dell’argentino, quest’anno perseguitato dagli infortuni.
Ma non era la prima connection tra Nba e mondo della Juventus: nel 2017 il centro degli Orlando Magic Nikola Vucevic era stato accolto all’Allianz Stadium per assistere alla sfida contro il Carpi riuscendo ad incontrare anche Buffon, Nedved, Pogba e Mandzukic, che da buon vicino di casa croato lo aveva accolto a braccia aperte.
Con The Weeknd
I collegamenti vanno però ben oltre il mondo della pallacanestro e sembrano aver contagiato anche le più grandi celebrità del mondo dell’hip hop e della musica in generale, che fanno della novità a livello di immagine la loro cifra stilistica.
Soltanto l’anno scorso, l’artista probabilmente più conosciuto al mondo, The Weeknd, veniva postato sulla pagina Twitter di Dogout con addosso la felpa di rappresentanza Juventus datata 1998. Un vero gioiello del vintage, che, come ogni ciclo che si rispetti, è tornata in voga.
Il fatto che fosse pubblicato proprio da Dugout è rilevante, perché nei contenuti pubblicati dalla piattaforma sono già presenti inserzioni pubblicitarie calibrate sull’utente, i cui ricavi finiranno al 50% nelle classe delle società.
Con Drake, Flo Rida e Gunna
Parlando sempre di pesi massimi della scena statunitense (anche se entrambi sono canadesi), anche Drake aveva postato nel 2016 una foto con la maglia rosa da trasferta di Paul Pogba, e in precedenza il francese gli aveva regalato dopo un concerto a Madison Square Garden, pochi giorni prima di lasciare la Juventus per il Manchester United.
E per dimostrare che tutto è marketing, nella foto postata da Drake su Instagram, si era addirittura premurato di rimuovere lo sponsor, visto che uno dei brand che lo sponsorizza è la rivale Nike.
Nel 2017, un altro endorsement verso la Juventus era stato quello del rapper Flo Rida, che proprio nell’halftime di un match dei bianconeri contro il Psg durante la tournée negli Stati Uniti, si era esibito all’Hard Rock Stadium di Miami con indosso una maglia a suo nome con il numero 1.
L’anno successivo era stato il rapper Gunna si era esibito per una serie di collaborazioni di Adidas con la sua hit “Top off” indossando la maglia grigia da trasferta.
Anche altri artisti hanno potuto sfoggiare la maglia bianconera, come Pusha T o 6ix9ine o Peggy Gou (suggestivi i suoi dj set con la maglia bianconera addosso).
Con Rihanna
Ma la maggiore libidine è stata poter vedere Rihanna invitata all’Allianz Stadium. Tutto nacque da Paulo Dybala, che volle incontrarla dopo un suo concerto nel 2016, postando anche la foto sul proprio profilo Instagram.
Qualche anno più tardi, la popstar, una delle più influenti del panorama musicale globale, ha assistito al match di Champions League contro l’Atletico Madrid assieme al fratello minore Rorrey, deciso proprio da una perla dell’argentino su punizione.
Per l’occasione, Rihanna sfoggiò una maglia preparata appositamente per lei con soprannome e numero: “Riri 20”.
Con Amazon
Tutto questo per arrivare alla partnership commerciale forse più importante per la Juventus, nonché la più recente.
Amazon produrrà infatti una docu-serie originale che esporrà la Juventus in tutto il mondo, seguendo la squadra dietro le quinte durante tutta la stagione 2020/21. Si intitolerà “All or Nothing: Juventus” e sarà disponibile in esclusiva su Prime Video nel 2021.
Non è la prima volta che Amazon compie questo tipo di racconto di un stagione: era già avvenuto, tra le altre, con Manchester City e Tottenham.
Il responsabile dei ricavi Giorgio Ricci ha spiegato perfettamente quali siano gli intenti della collaborazione con il colosso americano.
«La collaborazione con Amazon Prime Video suggella il perfetto connubio tra due brand riconosciuti a livello globale e mossi da una spinta costante verso le sfide, il cambiamento e la capacità di creare in modo innovativo. Non vediamo l’ora di mostrare al mondo cos’è realmente il brand Juventus e cosa significa davvero, grazie all’innegabile qualità e allo stile inconfondibile della serie All or Nothing»
Insomma, una strada intrapresa da qualche anno e che sicuramente potrà deliziarci con collaborazioni più o meno prevedibili, per arrivare a un numero di persone più ampio possibile. A quale costo però?
L'impressione è che prima la squadra di calcio era solo una squadra di calcio, adesso è quasi più vicina a una società di marekting. Si scatena qui l’eterno dibattito su che cosa possa essere meglio, se l’apertura ad altri mercati possa essere giusta o se sarebbe meglio a concentrarsi in modo primario sugli esiti del campo.
Io una risposta non ce l’ho, so solo che il mondo si evolve e corrergli dietro è l’idea migliore che si può avere.
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