Considerazioni sparse post 27a giornata di Bundesliga
Il Bayern Monaco e Lewandowski ci hanno portato per l’ennesima volta in una dimensione quasi trascendentale.
- Siamo tutti concordi che subire quattro goal in un tempo in superiorità numerica non sia proprio il massimo che una squadra possa offrire. Dare però troppe responsabilità allo Stoccarda per quanto successo all’Allianz Arena sabato pomeriggio rischia di sminuire la dimensione quasi trascendentale in cui ci hanno portato il Bayern Monaco e Lewandowski per l’ennesima volta. Mezz’ora di pura onnipotenza calcistica. Come se dopo l’espulsione di Davies Lewa, Müller e gli altri si siano guardati in faccia, abbiano fatto un cenno con la testa e si siano trasformati nelle macchine letali che hanno ridicolizzato Tottenham, Barcellona, Chelsea e Atlético Madrid. E tante altre. Lo Stoccarda è solo l’ennesima ad aggiungersi alla lista. E pensare che tra l’andata e i primi 12 minuti di sabato c’era stato enorme equilibrio;
- Questo tipo di calcoli non esiste e non c’è statistica che lo possa spiegare, ma possiamo essere abbastanza certi che il Dortmund abbia almeno una decina di punti in meno per colpe di Thomas Meunier e Julian Brandt. Identificare singoli non è sempre un esercizio corretto, ma la prestazione di Colonia è stata l’ennesima giornataccia dell’ex Leverkusen, apparso come al solito indolente, mai determinato nel mettere in mostra quel suo immenso talento. Il belga, invece, ha commesso l’ennesimo errore da matita blu. In questo caso, costato il goal di Jakobs. Disastro totale;
- L’Eintracht Francoforte ha giocato la partita contro l’Union Berlino schierando come esterni del 3-4-1-2 Filip Kostic, che ormai è abituato a quel ruolo, e Aymen Barkok, normalmente una seconda punta. In più ha lasciato Daichi Kamada sulla trequarti dietro a André Silva e Jovic, più un giocatore di qualità come Son in mediana. Risultato: quattro goal in un primo tempo in cui ha spazzato via gli avversari dell’Union fino al 5-2 finale che ha consolidato il quarto posto in classifica. Non avere nulla da perdere è lo stimolo più grande per la banda di Adi Hütter;
- Il tempo di Peter Bosz al Bayer Leverkusen sembra giunto al termine, che sia a stagione in corso o a maggio l’addio dell’olandese alla panchina sembra ormai scontato. Dalla sconfitta contro il Bayern Monaco di fine dicembre si è aperta una crisi che ha portato a 11 sconfitte nelle 17 gare disputate, eliminazioni umilianti nelle coppe e una qualificazione in Champions League che si fa altamente improbabile ogni giorno che passa. Il Leverkusen non ha una rosa cattiva e la sola sconfitta ottenuta nei primi tre mesi e mezzo di stagione (peraltro episodica) lo dimostra. Qualcosa però si è rotto. E cambiare è una necessità.
- La Germania di Löw è attesa da tre sfide sulla carta non difficili, contro Romania, Macedonia del Nord e Islanda. L’obiettivo primario è quello di riuscire a vincere tutte le gare con un ampio margine, per ritrovare soprattutto fiducia in ottica Europeo. Particolare attenzione andrà prestata soprattutto al sistema di gioco che sceglierà Jogi, visto che sembrano le prove generali. Il CT ha tutti a disposizione, tranne Müller e Hummels, ancora non convocati. Sembra possano rientrare per l’Europeo. Perché non chiamarli anche ora per capire come adattare il sistema?
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