Considerazioni sparse post Torino-Sassuolo (3-2)
Il “quarto d’ora granata” nell'epica del Toro sono quei 15' in cui il Grande Torino rendeva possibile l'impossibile: e se fosse proprio un romantico quarto d'ora granata come quello mostrato contro il Sassuolo a ribaltare le sorti della stagione dei ragazzi di Nicola?
– Gara scintillante nel recupero di Serie A all’Olimpico Grande Torino, come da piacevole abitudine degli ultimi precedenti tra Torino e Sassuolo. La spuntano i granata con una rimonta thriller nel finale (da 0-2 a 3-2), e sono 3 punti di vitale importanza per le ambizioni salvezza, sia per la classifica sia soprattutto perché, per la modalità con cui sono arrivati, costituiscono una dose di adrenalina ed ottimismo (e lo dimostra la panchina che si fionda in campo al gol del 3-2, a gara non ancora finita);
– Il primo tempo premiava i neroverdi con un 2-0 netto ma francamente abbastanza casuale: per quanto la squadra di De Zerbi avesse disputato un buon parziale con Berardi in modalità “imprendibile” e la consueta manovra intelligente e bella a vedersi, aveva di fatto sfruttato due leggerezze della difesa del Torino su cui pure Sirigu non è stato certo impeccabile (ma dove è finito il portiere che aveva incantato tanto da riprendersi la nazionale?). Da par suo, il Torino aveva comunque costruito non poche occasioni (tra cui la oramai classica sforbiciata di Belotti, che quando vede Sassuolo la ripesca come un marchio di fabbrica) su cui invece Consigli era stato decisivo. I neroverdi erano comunque in buon comando sino al 77’, poi è successo l’imponderabile;
– Tutto si ribalta nei 15 minuti finali, che potrebbero essere la vera sliding doors di questa stagione granata: il gol decisivo di Zaza (doppietta dell’ex) al 92’ è un premio alla perseveranza e stappa la gioia di una vittoria casalinga che mancava da 8 mesi. Gran merito della vittoria va a Nicola, sia perché ha il coraggio di chiudere con 5 attaccanti in campo (Zaza, Belotti, Gojak, Verdi, Sanabria) che metton la loro firma su tutte le azioni gol, in barba ad ogni manuale di tattica, sia perchè ad esser decisivi in fin dei conti sono proprio i suoi “acquisti” di Gennaio (Sanabria assist man e migliore in campo, Mandragora autore del gol del pareggio);
– Il Sassuolo si conferma “bello che non balla”: niente da dire sulla qualità del gioco espresso dalla banda De Zerbi, che probabilmente è stata punita oltre i suoi demeriti da un finale pazzo e convulso. Il capo d’accusa è però pesante: ogni volta che possono fare il salto di qualità, i neroverdi steccano. La fotografia di questa tesi sta nelle occasioni di chiudere la partita avute e puntualmente sciupate, che avrebbero regalato tre punti utilissimi nella corsa all’Europa League. La classifica parla senza dubbio di una stagione molto positiva, ma la sensazione è di una squadra a cui manca, purtroppo, sempre un centesimo per fare un euro;
– Il “quarto d’ora granata” è una pagina fondamentale dell’epica del Toro: ai tempi degli Invincibili del Grande Torino caduto a Superga era quel momento in cui, al richiamo della trombetta del Filadelfia, l’impossibile diventava possibile per 15 minuti, e la squadra in una sorta di “delirium tremens” spazzava via ogni avversario. Oggi la squadra di Nicola ha fatto capire che quello spirito, da qualche parte, esiste ancora e non è sopito del tutto: la lotta salvezza sarà durissima, perché tutte le pretendenti sono vive ed agguerrite, ma quanto sarebbe romantico se a salvare il Torino fosse proprio un “quarto d’ora granata”?
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