Considerazioni sparse post Olympiacos-Arsenal (1-3)

L'Arsenal per vocazione sceglie sempre la via più complicata ma alla fine, in qualche modo, ottiene un importante successo esterno.

- Al Pireo si affrontano due squadre che, per motivi diametralmente opposti, hanno nell'Europa League il principale impegno della loro stagione: se i greci, grazie al siderale vantaggio in campionato, possono permettersi di concentrare le proprie forze sulla coppa, i Gunners sono obbligati all'all-in europeo per dare un senso ad una stagione fin qui di una mediocrità disarmante, che li vede galleggiare senza obiettivi al centro della classifica della Premier League;

Supporta Sportellate: associati

Il nostro lavoro si basa sull'impegno e la passione di una redazione giovane. Tramite l'associazione ci aiuti a crescere e migliorare sempre la qualità dei contenuti. Associati ora!

- Gli uomini di Arteta sembrano i protagonisti del solito frustrante copione da mesi. L'Arsenal parte bene, sbaglia qualche gol, ma sembra in pieno controllo fino al vantaggio iniziale di Odegaard, gentilmente concesso dal portiere Jose Sa. Poi è il classico psicodramma made in North London che sublima rocambolescamente nel festival dell'errore in palleggio con cui l'Arsenal, al terzo tentativo, riesce finalmente a farsi gol da sola. La zuccata di Gabriel e il siluro dalla distanza di Elneny risolvono negli ultimi dieci minuti una partita che i Gunners avevano complicato di loro spontanea volontà;

- A nessuno piace giocare in casa a porte chiuse ma è innegabile che alcune squadre ne risentano un po' più di altre. Il Georgios Karaiskakis è sempre stato uno degli stadi più caldi in cui trovarsi a giocare in Europa e una squadra come l'Olympiacos, la cui cifra tecnica è di per sé modesta, perde inevitabilmente qualcosa senza la spinta del suo bollente pubblico. L'approccio della squadra di casa, che presenta tra le sue file qualche non indimenticabile vecchia conoscenza del nostro calcio, è timido per tutto il primo tempo e gli uomini di Pedro Martins rientrano in partita solo perché è l'Arsenal a fare di tutto perché questo accada;

- Mikel Arteta non ha un compito semplice, la sua squadra è evidentemente un cantiere aperto e attraversa forse la peggior fase della sua storia recente, e anche lui spesso sembra un uomo confuso. Sebbene a tre giorni dal sentitissimo derby con il Tottenham, alcune scelte di formazione lasciano più di qualche dubbio, considerando quanto il cammino europeo pesi ormai sul suo destino, oltre che sulla stagione della sua squadra. In quella che potrebbe essere la partita più importante dell'anno è quanto meno curioso affidarsi ancora all'ectoplasmatico Willian, al disastroso David Luiz e ad un Thomas totalmente fuori contesto (e sorvoliamo sull'inserimento di un Ceballos in evidente stato confusionale), lasciando ancora fuori Lacazette. Oggi vince, e quindi ha ragione, ma se sta bene a London Colney  l'ex vice di Guardiola deve iniziare a rivedere alcune priorità;

- Massimo Marianella è una vera e propria istituzione del giornalismo sportivo italiano ed è stato la voce di molte delle più importanti notti europee degli ultimi anni. Tuttavia il meglio di sé lo riserva ai pochi che lo ascoltano in serate come questa, in cui è solo in cabina a commentare l'Arsenal (squadra per la quale non ha mai nascosto la sua simpatia) giocare un match non proprio di cartello: la libertà e la leggerezza con cui si sbottona nei suoi personalissimi giudizi e quel misto di ironia e sconforto con cui accompagna gli errori dei Gunners rappresentano un autentico spettacolo nello spettacolo.