Considerazioni sparse post ritorno di Federer (Federer-Evans 7-6 3-6 7-5)
Dopo tredici mesi di assenza, Re Roger torna in campo da vincente a Doha. Il ritorno del Re più umano di sempre.
- Il Re è tornato. Viva il Re;
- In tribuna per vedere la prima partita di Federer c'è mezzo tabellone principale, tra cui Thiem che addirittura si fa la doccia in fretta e si precipita sugli spalti;
- Onore a Daniel Evans (tennis vecchia scuola e un passato di cocaina) che gioca la parte del cattivo ma si fa volere bene da tutti con diverse giocate pregiate sotto rete e una partita a tutto braccio;
- L'inizio di Federer è con calma, forse troppa. Il tempo di togliere via la ruggine e il primo set va in cascina con il brivido. Evans lo porta al terzo, complice una partita un po' troppo sciolta dello svizzero;
- C'era mancato tutto di Federer. Anche il suono della classica steccata di rovescio. Come ben sanno gli amanti dello svizzero, i suoi primi turni sono spesso frustranti, imperfetti e altalenanti. Ma in un mondo di super-atleti, tennis algoritmici e rendimenti percentuali, Federer gioca ancora al Gioco. Serve and volley, ace di seconda, attacchi in controtempo: ma anche errori gratuiti e sciocchezzuole a punto fatto. Creatività e improvvisazione che con Federer danzano magicamente in bilico sul risultato, facendosi beffe degli scienziati della Prestazione. Difficile valutare ora le condizioni del Venerabile Maestro. Il risultato lo vede vincitore, ma l'ombra della sconfitta e del ritorno rovinato erano dietro l'angolo. Per ora ci basta rivederlo in campo.
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