Considerazioni sparse post Verona-Milan (0-2)
I rossoneri gettano il cuore oltre l’ostacolo.
- Il modulo dichiarato dal Milan è il classico 4-2-3-1, ma guardando bene i movimenti dei giocatori è abbastanza evidente come Saelemaekers e Castillejo davanti siano più stretti attorno a Leao, per poi allargarsi in fase di possesso e che Krunic parta sempre da centrocampo, trasformando il tutto nel cosiddetto “Albero di Natale” di ancelottiana memoria. Giusta la scelta di Pioli, che arriva in un momento di difficoltà fisica e tecnica per il centrocampo;
- Oggi è la giornata dei reietti: se ci sono due calciatori del Milan che i tifosi non possono sopportare in alcun modo, i loro nomi sono Rade Krunic e Diogo Dalot, con quest’ultimo che onestamente si faticava a difendere. Chi ti va a segnare i goal decisivi? Proprio quei due, con anche giocate di pregevole fattura. Tutto questo per dire cosa? Semplicemente che il calcio è lo sport più bello e imprevedibile del mondo;
- A dispetto della solita verve di Juric, che dalla panchina cerca come sempre di telecomandare la squadra, non sembra che il Verona sia entrato in campo con l’aggressività a cui ci ha abituati. Dopo un quarto d’ora di pressing ha calato il ritmo, pensando probabilmente di poterla gestire prima di accelerare nuovamente, ma la rete subita dal croato ha scompigliato i piani e la squadra s’è lentamente spenta, per poi svegliarsi solo nel finale di partita, complice il calo fisiologico degli avversari;
- Parlando di singoli, chi è mancato oggi al Verona è soprattutto Zaccagni: il vero fulcro del gioco offensivo dei gialloblu. Grande merito va a Calabria, che resta uno dei giocatori più in forma dei rossoneri e anche quest’oggi ha disputato una grandissima partita, cancellando letteralmente l’avversario dal campo per un’ora prima che venisse sostituito per fare spazio a Ilic;
- Vittoria meritata per i rossoneri, che nonostante la stanchezza nel finale causata dai pochi uomini a disposizione giocano una partita ordinata, intelligente e colpiscono con un goal per tempo al momento giusto, per poi difendere il risultato senza troppi affanni. Complice di tutto questo un Verona che è parso poco motivato, nonostante la possibilità di andare a soli due punti dalla Lazio (a cui però manca una partita) per giocarsi un posto in Europa League.
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