Considerazioni sparse post Roma-Genoa (1-0)
La Roma vince una partita non da Roma.
- All’Olimpico va in scena una partita a scacchi di mosse e contromosse, molto tattica e priva di vere occasioni clamorose: fisico e corsa, dove ogni cambio di possesso corrisponde ad una potenziale azione offensiva. Tre punti preziosi per la Roma che la sblocca su calcio d’angolo e la vince di esperienza;
- I giallorossi di quest’anno in casa sono spavaldi e arrembanti, una macchina da guerra soprattutto con le squadre della seconda metà di classifica, ma il Genoa limita la costruzione e tiene alta la tensione. È anche vero che la Roma è orfana di almeno 5 titolarissimi, ma chi scende in campo ha voglia di mettersi in mostra e tutti paiono più concentrati del solito;
- Il Genoa, che contro le romane quest’anno meritava qualche punto in più, sembra forse aver un po’ perso la grinta dovuta al cambio in panchina: oggi ha creato poco ma ha anche rischiato poco. Comunque se continua così non dovrebbe avere problemi a salvarsi;
- Pedro scoppia di salute (e di talento) ed è il perno di tutto l’attacco, finalmente ritrovato dal primo minuto dopo un lungo periodo di prestazioni sottotono; Pellegrini strepitoso a tutto campo, ottimo sia in copertura sia in costruzione; importantissimo il rientro di Smalling, che sopperisce alle mancanze difensive di Bruno Peres. Sempre sulla corsia di sinistra, non bene neppure El Sharaawy: non è in discussione la sua qualità ma è veramente poco coinvolto nella manovra;
- Tra i liguri i migliori sono il redivivo Marchetti che non sbaglia un intervento né coi piedi né con le mani, e il capitano Criscito che invece non sbaglia un passaggio; gli ex Destro e Zappacosta i più pericolosi davanti, costringono la Roma a tenere altissima l’attenzione. In grande affanno Badelj e Zajc: serve assolutamente più rapidità e brillantezza a centrocampo.
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